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Cambia il mondo e perché no, la mobilità. Il gran premio di Formula E, organizzato la settimana scorsa all’Eur (qui lo speciale di Formiche.net), non è stato qualcosa di sporadico, ma l’inizio di un moto strutturale verso una nuova frontiera del movimento urbano e non. Altrimenti non si spiegherebbe il grande impatto che la kermesse ha avuto sul grande pubblico, come conferma a Formiche.net Ludovico Fois (nella foto) consigliere per le relazioni esterne e istituzionali dell’Aci, istituzione partner della rassegna romana della settimana scorsa.

“La scelta di sviluppare la Formula E con circuiti cittadini nasce dalla volontà di far toccare con mano le grandi performance raggiunge dalla trazione elettrica e quindi la sua capacità di rispondere alle necessità di mobilità urbana e non solo”, spiega il manager Aci. In questo senso “creare entusiasmo, passione, curiosità sono le leve per comunicare ai cittadini che si può fare, che il futuro è già nell’oggi”. 

Eppure, la transizione verso una mobilità più sostenibile, non è così a portata di mano come si può pensare guardando i bolidi a motore elettrico sfrecciare a 250 all’ora. Guai insomma a peccare di eccessivo ottimismo. “Sia chiaro però che abbiamo avviato un percorso che sarà ancora lungo, sappiamo dove andare ma nessuno può sapere quando ci arriveremo. Si tratta di un processo complesso e in continua evoluzione, abbiamo anche a che a fare con tecnologie differenti, alcune con elevatissimi tassi di obsolescenza, altre che necessitano di tempi di sviluppo più lunghi. Sarebbe dunque un grave errore illudere che le auto elettriche abbiano, allo stato attuale, le stesse identiche capacità complessive delle vetture endotermiche”.

Tutti insomma, devono fare la loro parte. Non è un caso che, intervenendo al Forum per la mobilità elettrica, la settimana scorsa, lo stesso presidente dell’Aci, Angelo Sticchi Damiani, abbia sollecitato la politica ad adottare misure più incisive per il ricambio del parco auto italiano. “Cambiare il proprio modo di agire richiede sempre il cambio del punto di vista. A maggior ragione quando si interviene in comportamenti radicati da decenni, complessi e costosi. Convincere gli italiani ad adottare nuove forme di mobilità, a utilizzare nuovi mix di mezzi personali e condivisi si persegue nel tempo facendo cadere i pregiudizi e apprezzare i vantaggi delle innovazioni”.

“Diciamo”, chiarisce Fois, “che per cambiare bisogna essere in tanti: enti nazionali dedicati alla mobilità come Aci, enti Locali, costruttori che devono mettere i cittadini nelle condizioni pratiche di poter contribuire a una sempre maggiore sostenibilità della mobilità e i cittadini, che devono rendersi disponibili a superare piccole abitudini per avere tutti insieme grandi benefici. Ricordiamoci sempre che i cittadini non sono certo autolesionisti, semplicemente scelgono la soluzione che a loro appare più pratica e aderente alle loro esigenze. Mettiamoli dunque nelle condizioni di poter scegliere anche la soluzione più sostenibile ed efficiente”. Anche in questo senso si inquadra il recente accordo tra Aci e Agi, siglato lo scorso ottobre per comunicare in modo ancora più efficiente la mobilità che cambia.

E l’Aci? Che cosa deve fare per accompagnare la rincorsa verso l’auto verde? “Aci cambia ogni giorno, basti ricordare tutta la recente digitalizzazione operata nel settore dei servizi agli automobilisti, una vera eccellenza nella Pa. Ma soprattutto, per accompagnare ed anticipare il cambiamento in atto, fa due cose fondamentali. Primo, prepara da protagonista, grazie alle sue ricerche su traffico, sicurezza e sostenibilità ambientale, la pianificazione della mobilità futura e quello che oggi tutti iniziano ad apprezzare abbiamo iniziato a studiarlo e a pianificato anni addietro. Pensi che l’idea della Formula E a Roma già nel 2012 fu lanciata e sostenuta da Aci. Secondo, offre a chi guida l’auto, a prescindere dal fatto che la possegga, non solo tutti i suoi servizi ma anche applicazioni web per la mobilità sostenibile, soluzioni per la mobilità elettrica, forme di condivisione. Perché a prescindere delle evoluzione che la tecnologia ci metterà a disposizione, la missione di Aci non cambia, accompagnare gli italiani verso forme di mobilità sostenibile, efficiente e sicura”.

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