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I buoni propositi di Silvio Berlusconi per il 2018: un grande taglio delle tasse come quello che hanno trovato sotto l’albero gli americani un anno dopo l’elezione di Donald Trump. Il presidente di Forza Italia ne ha parlato sul Corriere dell’Umbria con il direttore Franco Bechis nella prima intervista dell’anno.

“Non credo che in Italia si possa importare un ‘modello straniero’, tantomeno quello di Trump, perché la realtà americana è totalmente diversa dalla nostra. Non posso però negare alcune scelte coraggiose del Presidente Usa, come la riforma fiscale, un modello che noi dovremmo seguire e imitare, invece di criticarlo e protestare come ha fatto, con un certo provincialismo, il governo italiano”.

Il provincialismo del governo italiano, appunto, con il ministro dell’Economia Padoan che si è accodato ai suoi colleghi europei in una lettera di critica alla riforma fiscale inviata al segretario al Tesoro americano, Steve Mnuchin, dimenticando lo storico legame di amicizia che lega il nostro Paese agli Stati Uniti. Con un’Europa che sembra ritrovare la sua unità solo quando si oppone a Donald Trump, senza se e senza ma, qualsiasi decisione egli prenda. Per principio, indipendentemente dal merito. È avvenuto lo stesso all’Onu sulla risoluzione contro il riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele e sull’uscita degli Usa dagli accordi di Parigi sul clima.

Berlusconi non può che apprezzare il taglio delle tasse di Trump, che apre la strada alla Flat tax in Italia per la prossima legislatura. Altro che rincari delle tariffe. Una riforma che realizza “l’equazione liberale del benessere” da sempre cara a Forza Italia, che vuol dire meno tasse, più consumi, più investimenti, più crescita, più lavoro, più gettito, più welfare, più sicurezza, più benessere per tutti. Con la crisi economica e finanziaria ormai alle spalle e gli Stati Uniti che hanno già fatto il primo passo, ci sono finalmente le condizioni per realizzarla. Berlusconi, come sempre, ci ha visto lungo.

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Di Paola Tommasi

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