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Il tema delle elezioni italiane è seguito con attenzione anche da Pechino. Per esempio, la Xinhua, l’agenzia stampa governativa che si occupa anche con minuzia di affari internazionali, sono giorni che dedica almeno il suo pezzo quotidiano all’argomento. In quello di ieri prova a spiegare che sia “il populista Movimento Cinque Stelle, che l’anti-immigrazione Lega” rivendicano il diritto di formare un governo anche se non hanno i numeri parlamentari per farlo. Dev’essere non facile disegnare il pantano in cui versa l’Italia, con una condizione tecnica di ingovernabilità, ai lettori di un paese come la Cina, in cui da poche settimane il presidente Xi Jinping ha ricevuto una specie di investitura a vita, studiata anche per mantenere continuità e stabilità.

“La patata bollente è ora nella mani del presidente, Sergio Mattarella“, ha spiegato all’Agi Zhang Lei, corrispondente da Roma del Renmin Ribao, il Quotidiano del Popolo, il principale giornale cinese, organo media del Partito Comunista: “In questa situazione sarà molto difficile che si crei un governo stabile. La possibilità di andare a nuove elezioni entro la fine di quest’anno va scongiurata, sarebbe un disastro e provocherebbe una spaccatura ancora maggiore”, aggiunge, leggendo la mappa geografica del voto, che vede nettamente il Nord in mano al centrodestra mentre il Sud conquistato dal Movimento Cinque Stelle.

La Cina è un paese che mira alla stabilità, perché è dalla stabilità che prende forma l’impegno economico e geopolitico cinese a livello internazionale. La nuova potenza globale rappresentata da Pechino ha come obiettivo l’armonia strategica, ossia allineare tutte le caselle del puzzle che sta costruendo senza disequilibri. Ovvio che l’incognita del governo, e delle forze populiste al potere, in un paese allettante per gli investimenti cinesi, è vista da Pechino con attenzione (e relativa preoccupazione).

Spiega infatti Zhang (che quando parla, visto il ruolo, è un po’ come se parlasse il governo cinese e per questo è un osservatore ancora più interessante): “Oggi l’Ue si trova ad affrontare il rischio di un’Italia ingovernabile. Il presidente della Commissione europea è più preoccupato dall’Italia che dalla Germania per il livello del debito pubblico che resta molto alto nonostante qualche segnale di ripresa. Ma l’instabilità dell’Italia preoccupa anche la Cina, che ha bisogno di un’Europa stabile”.

E dunque non a caso in un altro articolo Xinhua, che giorni fa aveva dedicato un articolo per descrivere ai cinesi “What is” il Movimento 5 Stelle, aggiunge che però il leader grillino Luigi Di Maio, nel discorso con cui ha festeggiato la vittoria elettorale (anche se non ha i numeri necessari per governare, il M5S è comunque il primo partito d’Italia) si è premurato di rassicurare “tutti gli investitori” che a Roma troveranno sempre una porta aperta al dialogo.

E per il governo uscente? La stampa cinese descrive Paolo Gentiloni come il vero sconfitto (e in effetti…) delle elezioni, e Zhang aggiunge che il fatto che “il Pd si è indebolito” è “un vero peccato”. Certamente, nell’ottica di Pechino, un governo futuro in grado di dare continuità al precedente avrebbe significato un attore più stabile e conosciuto con cui dialogare.

Ma, come ricorda il Global Times (il media governativo cinese che segue più da vicino gli affari internazionali) “l’Italia è abituata all’instabilità politica: ha avuto 64 governi in 70 anni di storia”. Però, spiega il GT, che l’Europa vedrebbe meglio un governo guidato dalle forze capitanate da Silvio Berlusconi (che per il momento non ha in numeri, e lui stesso ha impedimenti legali per assumere l’incarico) che in uno M5S, anche se entrambi potrebbero essere preoccupanti per Bruxelles.

L’Europa, infatti dovrebbe anche controllare meglio il problema dei giovani italiani – scrive il giornale in uno dei suoi editoriali che passano l’imprimatur governativo – perché hanno “disaffezione [verso la politica], xenofobia, euroscetticismo” (un problema che “potrebbe peggiorare nei prossimi anni”).

 

 

Ecco come Pechino guarda alle elezioni in Italia e fa il tifo per la stabilità

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