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Andrea Roventini, professore associato alla Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, è l’uomo scelto come ministro dell’Economia da Luigi Di Maio in un suo eventuale governo. La sua politica economica dirà no alle privatizzazioni, ma largo a crescita e investimenti come leva per abbattere il debito. E subito un Def rigoroso.

Intervistato dal Sole 24 Ore spiega che “l’importante è presentarsi al tavolo europeo con proposte credibili. Nel nostro Def non ci sarà spazio per idee bizzarre o utopistiche ma porremo maggiore attenzione al tema della crescita e degli investimenti pubblici, mantenendo l’equilibrio dei conti”. “Il rapporto debito/Pil non è mai calato agendo solo sul numeratore. In Europa, abbiamo avuto esempi disastrosi, come Grecia e Finlandia. Studi teorici ed empirici dimostrano che le politiche di austerità sono auto-distruttive. Il debito – afferma – va tenuto sotto controllo, ma è ora di rilanciare la crescita. In ogni caso si possono fare tagli mirati alla spesa realizzando il piano Cottarelli e tagliando agevolazioni fiscali improduttive”.

Il M5S promette riforma dell’Irpef e riduzione dell’Irap, con una revisione delle tax expenditures, una ricetta complicata, “proveremo ad attuarla noi. E taglieremo i trasferimenti improduttivi alle imprese individuati nel rapporto Giavazzi. Non capisco perché anche questo piano è finito nel cassetto. In ogni caso, una mia priorità assoluta sara’ una riforma fiscale basata sull’equità. C’è troppa disuguaglianza, dannosa per crescita e stabilità”.

“Roventini ha già portato avanti tre progetti con la commissione Ue per rivedere i parametri economici e quelli deficit/Pil”, ha spiegato Di Maio durante la presentazione a Unomattina. “In Italia servono risorse fresche, con basta austerity e politiche espansive, su cui io e Roventini siamo in perfetta sintonia”.

Chi è e cosa pensa Andrea Roventini, scelto da Di Maio per il ministero dell'Economia

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