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Roberto Maroni è l’esponente delle Lega con il “palmares” istituzionale più ricco dell’intera storia del movimento fondato da Umberto Bossi. Più volte ministro, capogruppo alla Camera e negli ultimi cinque anni presidente della Regione Lombardia, ha rinunciato a candidarsi pur se certo della rielezione pochi mesi fa.
Dopo il voto del Friuli e il naufragio della trattativa tra M5S e Pd, chiediamo a lui di aiutarci a capire cosa accadrà adesso.

Maroni, questo centrodestra va come un treno, il successo in Friuli è decisamente impressionante…

Direi più come un aereo che come un treno, visti i ritardi che a volte capitano! Il risultato friulano è davvero molto significativo. Ora Salvini è pienamente autorizzato a chiedere l’incarico per formare il governo. Rimane però il fatto che i numeri non ci sono, a riprova del fatto che una vittoria elettorale non sempre diventa una vittoria politica. Qui si parrà la nobilitate dei giovani leader, verrebbe da dire!

Appunto, non c’è solo Salvini. C’è anche Di Maio, che in meno di 24 ore passa dalla paginata sul Corriere per l’accordo con il Pd alla richiesta di elezioni a giugno, dopo le parole di Renzi da Fazio.

Questo Di Maio mi pare più scugnizzo che leader, perché un leader vero si fa guidare da una strategia, cui poi applicare la tattica. Qui mi sa che siamo al trionfo del tatticismo fine a se stesso. Quando Di Maio accusa Renzi di un eccesso di ego parla guardandosi allo specchio, perché lui ha lo stesso difetto. La mia netta sensazione è che il M5S non riesce a diventare il vincitore politico di questa stagione, dopo esserne stato quello elettorale.

E poi c’è Renzi, che comunque finisce per dare la linea a tutti i suoi. Però la sinistra perde tutte le elezioni da qualche anno a questa parte.

Vedo grande confusione da quelle parti. E mi domando se il Pd può ancora dirsi un partito di sinistra. Avendoli visti in azione in questi anni ho fortissimi dubbi. Comunque può darsi che abbiano ancora uno spazio, magari residuale. Ad ogni modo un fatto è certo: Renzi ha perso tutte le straordinarie occasioni per diventare il Macron italiano.

Ora sarà il Quirinale a dire la sua. Siamo già in campagna elettorale o c’è spazio per un tentativo di Salvini? È nel suo interesse provarci?

Io sono sempre iscritto alla Lega di governo, quindi penso che Salvini abbia tutto il diritto di provarci. Però dubito sin dal 5 marzo che si possa andare da qualche parte in questa legislatura. Per questo consiglio ai due giovani leader di prendere in mano la situazione e fare un accordo per riscrivere subito la legge elettorale con premio di maggioranza e doppio turno, sul modello dei comuni. Dopo, solo dopo, dobbiamo votare, perché farlo adesso a giugno è una follia. Loro due così si disputerebbero i ruoli più importanti: chi vince governa e chi perde fa il capo dell’opposizione. Arrivo anche a dire una data “buona” per le elezioni: domenica 7 ottobre. Con una legge elettorale votata da Lega e M5S.

E il centrodestra che fine farebbe?

Si potrebbe pensare a una Forza Lega con Salvini premier, sarebbe un modo per tenere tutto insieme.

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