Skip to main content

Copertina bassa

Il Mondo 4.0 è denso di opportunità ma anche di incognite. Un mondo veloce, complesso e rischiosissimo perché disruptive. Il World Economic Forum ci dice che il 65% dei bambini che iniziano oggi ad andare a scuola farà un lavoro che ora non esiste quando terminerà il proprio ciclo di studi. Anche perché il mercato del lavoro dei Paesi avanzati si evolve verso una fortissima polarizzazione. In alto, le professioni eccellenti, i progettisti, i decisori, gli innovatori; alla base, i mestieri accuditivi, di assistenza, di empatia. In mezzo, praticamente niente, solo macchine. La classe media è ormai nei paese emergenti, mondi in cui il costo del lavoro e le condizioni socio-ambientali sono più competitive. E’ il modello Apple: si pensa da una parte, si produce dall’altra. A prescindere da qualsiasi riforma di Trump.

Poi c’è il problema della velocità. Le vecchie rivoluzioni industriali erano lente, si sviluppavano in un arco temporale al di fuori della normale aspettativa di vita di ognuno di noi. Questa rivoluzione si gioca invece in un tempo molto più breve e ci racconta che, se si inventano nuovi mercati (Uber, Airbnb), si dà vita ad una nuova catena di valore in cui le vecchie competenze vengono spazzate via in un attimo dalla disruptive innovation e dalle piattaforme.

Una sola conseguenza: il rischio di diventare rapidamente obsoleti è altissimo. L’Istat dice che fra i 7 e i 9 milioni di posti di lavoro che potrebbero essere sostituiti dalle macchine nel nostro Paese nei prossimi 7-10 anni. Altri dicono 5, altri ancora 11. Saranno 5, 7 o 11? Non lo sappiamo ma il numero non conta perché l’enormità del problema non cambia. Un problema, quello della sostituzione tecnologica, che ci dovrebbe porre una domanda pragmatica che è stata solo sfiorata nel dibattitto: quali politiche di riconversione di questi lavoratori devono essere approntate fin da ora nel nostro Paese?

Perché, al di là delle competenze e degli sviluppi dell’Italia del futuro, il tema più importante è come evitare che queste persone vengano messe ai margini del mercato del lavoro, considerando anche che la tecnologia impatta tutto, comprese le professioni di più alto livello. Il fenomeno del lawtech, del trading finanziario algoritmico o dei software che scrivono articoli per media e giornali è ormai conosciuto da quasi tutti. Un fenomeno inarrestabile.

Si può provare a reagire? Dobbiamo essere brutali: vale sempre la regola dell’80-20. Qualsiasi sia l’attività svolta, la letteratura ci dice che l’80% delle attività quotidiane di ciascuno di noi sono routinarie e solo il 20% sofisticate. Una regola che vale per tutti: dalle professioni più avanzate ai mestieri più semplici. Una sola conseguenza: tutte le attività routinarie sono o saranno sostituibili nei processi evolutivi dell’Intelligenza Artificiale dei prossimi anni.

La sfida non è allora tecnologica ma culturale. Dobbiamo lavorare su quel 20% di attività più sofisticate. Il che non vuol dire solo approfondimenti di competenze verticali, ma soprattutto implementare i processi formativi di quelle “soft skills” che non saranno mai sostituibili dalle macchine: i processi di empatia/passione e le capacità tecniche di interazione, change management, comunicazione, marketing. Perché, anche se robotica e AI si impadroniranno dell’ambiente di lavoro, le soft skills faranno parte di quegli aspetti “irriproducibili” che qualificheranno comunque quel lavoratore/professionista.

Tutto ok, dunque? No, purtroppo, perché si tratta di agire persone che stanno lavorando in questo momento. Investire sulla loro “riconversione” attraverso la formazione vorrebbe dire sottrarre tempo a quello che tali soggetti impiegano ogni giorno in azienda. Ad esempio, uno dei temi strategici è quello della lingua inglese. Mandiamo i lavoratori a fare un anno sabbatico in un paese anglosassone? E la loro impresa come va avanti? Oppure gli facciamo fare un corso tutte le sere dopo il lavoro? E dove troviamo poi anche il tempo di sviluppare le loro soft skills?

Se pensiamo al passato, siamo spacciati. Bisogna invece trovare il sistema di recuperare una parte di tempo di questi soggetti a rischio di sostituzione. Credo che ci sia solo una soluzione: incentivarli in modo diretto o indiretto ad investire in modo innovativo il proprio tempo libero in processi formativi.

Ad esempio, sfruttando quella parte di tempo che passiamo alla tv, sui social e nel gaming on-line. Investendo risorse in piattaforme di gioco in cui sviluppare competenze soft e/o di auto-imprenditorialità collegandole a livello progressivi di approfondimento. Una specie di Super Mario della formazione “soft” collegato ad un credito di imposta (incentivo statale) o a un meccanismo di cashback (incentivo privato finanziato da sponsor alla ricerca di nuovi clienti).

Oppure aprire un canale interattivo della tv pubblica in inglese con sottotitoli in italiano (il modo in cui nei Paesi del Nord Europa si imparano le lingue) che riproduca i programmi di maggior successo, anche qui collegandolo a sistemi di incentivazione, magari pagati dagli inserzionisti pubblicitari con il collegamento a sistemi di fidelizzazione.

Sono solo alcuni suggerimenti pragmatici e chiaramente non esaustivi. Ma bisogna muoversi in fretta perché si tratta di processi di medio/lungo periodo che impattano famiglie e soggetti mediamente a competenze più deboli. Che rischiano di trasformare una grande rivoluzione positiva in un orizzonte da medio evo prossimo venturo.

Una versione di questo articolo è stata pubblicata su Il Giornale delle Partite IVA

Mondo 4.0 e mercato del lavoro

Il Mondo 4.0 è denso di opportunità ma anche di incognite. Un mondo veloce, complesso e rischiosissimo perché disruptive. Il World Economic Forum ci dice che il 65% dei bambini che iniziano oggi ad andare a scuola farà un lavoro che ora non esiste quando terminerà il proprio ciclo di studi. Anche perché il mercato del lavoro dei Paesi avanzati…

toninelli

Chi sono Grillo e Toninelli, i capigruppo di M5S alla Camera e al Senato

Danilo Toninelli è stato formalmente eletto capogruppo M5s dall'assemblea dei senatori riunita a Palazzo Madama. Alla riunione era presente anche Luigi Di Maio che si è tra l'altro complimentato con Toninelli per la gestione, assieme a Giulia Grillo, capogruppo alla Camera, per la gestione della delicata partita che ha portato all'elezione di Roberto Fico alla presidenza della Camera. "Abbiamo ratificato il comitato direttivo, siamo ora…

Scoprire l’Isis in casa. Chi e perché formava i terroristi a Foggia

Adesso è un po’ più chiaro perché il capo della Polizia, Franco Gabrielli, in udienza dal Papa aveva parlato di “minaccia incombente”. L’arresto di un egiziano affiliato all’Isis a Foggia presenta diversi aspetti interessanti che spiegano le modalità di diffusione del verbo jihadista e quelle di indagine. L’operazione antiterrorismo coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari e condotta dalla Digos…

​Che cosa sta facendo Sogei su Gdpr e data protection

Ringrazio innanzitutto il Presidente dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali e i suoi collaboratori che ci onorano, oggi, della loro presenza e Tutti i partecipanti intervenuti. Desidero anche esprimere un sentito ringraziamento al Consiglio di Amministrazione ed in particolare all’Amministratore Delegato per l’attenzione costante verso le nostre attività di Sicurezza e Privacy e per la fiducia riposta nella…

Salvini

​Sulla Russia, Salvini e Meloni scalpitano mentre Di Maio si mostra più cauto​

Due funzionari dell'ambasciata russa in Italia verranno espulsi entro una settimana "in segno di solidarietà con il Regno Unito e in coordinamento con i partner europei e alleati Nato", ha fatto sapere ieri la Farnesina con una nota, e le reazioni dei politici italiani non si sono fatte attendere. Nella giornata di ieri, infatti, sia il segretario della Lega Matteo…

terrorismo Angelosanto , Alli, Poliziotti al meeting di Cl

Terrorismo e relazioni internazionali, perché l'Italia deve tenere la barra dritta. Parla Alli

Mentre il caso Skripal sembra aprire una voragine tra Mosca e l'Occidente, il capo della Polizia Franco Garbielli conferma che il terrorismo resta una "minaccia incombente". L'allerta non va sottovalutata; piuttosto è da considerarsi un monito (forse anche alla nuova legislatura) a non abbassare la guardia, poiché con la sconfitta dell'Isis, il terrorismo si sta riorganizzando. Parola di Paolo Alli, presidente dell'Assemblea…

Stefanini, Russia, sanzioni putin

Bene l'unità atlantica ma Salvini ha ragione a chiedere maggiore protagonismo. Parola di Castellaneta

Le espulsioni di diversi funzionari diplomatici russi dagli Stati Uniti, dall’Europa e dall’Australia, alzano considerevolmente l’asticella della tensione, lasciando che questo clima teso minacci i fragili rapporti con Mosca. E se è di poco fa la notizia che anche il segretario generale della Nato Stoltenberg si è espresso con decisa fermezza espellendo sette funzionari e decidendo di ridurre la missione…

Palantir, tutti i dettagli sull'azienda (vicina alla Cia) tirata in ballo nel Facebookgate

I riflettori, finora, erano stati tutti puntati su Cambridge Analytica, la controversa compagnia di data mining che avrebbe lavorato - con metodi ancora del tutto da chiarire - alla campagna di Donald Trump per le scorse elezioni presidenziali e che, in passato, ha avuto ai vertici proprio l'ex stratega della Casa Bianca e ideologo dell'alt-right americana, Steven Bannon. Ora, invece,…

Khashoggi, Turchia erdogan

Grecia ed Europa nel mirino di Ankara: inizia un'altra stagione di tensione?

Da un lato la disponibilità di Nicosia a cooperare nel Mediterraneo orientale per i nuovi giacimenti di gas. Dall'altro l'approccio schizofrenico della Turchia che, in 24 ore, passa dalle promesse di Varna alle accuse (per bocca del premier) contro Ue e Grecia. Nel mezzo un quadrante altamente strategico per il futuro di due continenti, quel versante Mediterraneo sempre più nevralgico…

Occupazione, il termine più abusato dai politici

Occupazione la parola d’ordine dei politici, ieri, oggi e domani; tutti occupati a mettere in campo ipotesi alla bisogna. Quelle keynesiane, senza il becco d’un quattrino, risultano inattingibili. Quali altre allora? Rimettere in moto la produzione che genera lavoro, indi occupazione, magari fornendo incentivi. Ma non si era senza un cent e con i conti pubblici in fibrillazione? Poi quale…

×

Iscriviti alla newsletter