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Nello Musumeci fa sul serio. Alla fine dello scorso aprile, l’ex sottosegretario al Lavoro (nella foto) s’è candidato alle regionali della Sicilia spaccando il centrodestra. Musumeci è in campo col movimento Diventerà Bellissima, da lui fondato nel 2015, ed è uscito allo scoperto dopo che il commissario siciliano di Forza Italia, Gianfranco Micciché, ha chiuso all’ipotesi delle primarie, mai gradite da Silvio Berlusconi.

Eppure, in un primo momento pareva che Micciché fosse favorevole alle consultazioni in vista delle elezioni del prossimo 5 novembre. Quando il tavolo è saltato, Musumeci ha annunciato la sua candidatura ufficiale. Ora, Forza Italia è a un bivio: sostenere l’ex parlamentare del Msi-An e fondatore della Destra oppure trovare un altro candidato per sfidare, oltre al Pd e al M5s, anche Musumeci.

Non sarebbe la prima volta. Nel 2012, una spaccatura analoga tra Musumeci e Micciché, candidati uno contro l’altro, favorì l’elezione dell’attuale governatore Pd, Rosario Crocetta. Per questo, da più parti, sono arrivati appelli d’unità nel centrodestra. L’ultimo in ordine di tempo è quello del leader di Energie per l’Italia, Stefano Parisi. Il quale, in un’intervista rilasciata oggi al Giornale, ha invitato la coalizione a sostenere Musumeci.

«Le sue possibilità stanno aumentando», ha spiegato l’ex candidato sindaco di Milano. «Ha una reputazione positiva e integra. Inoltre, è la persona migliore per dialogare con chi è arrabbiato con la politica». Non è un caso che, sin dall’annuncio della sua candidatura, Musumeci si sia presentato come esponente civico. Secondo Parisi, la coalizione a sostengo dell’ex sottosegretario dovrebbe andare «da Forza Italia a Fratelli d’Italia, da Noi con Salvini ai partiti di centro».

E qui sorgono i primi problemi. Se tra i principali alleati di Musumeci, oltre ai movimenti autonomisti, c’è un pezzo grosso di Forza Italia come l’ex coordinatore regionale, Enzo Gibiino, Noi con Salvini ha posto il veto: il movimento collegato alla Lega Nord nel centrosud non ha alcuna intenzione d’allearsi coi centristi, in particolare con Alternativa popolare, il partito di Angelino Alfano. Un’ipotesi, quest’ultima, non esclusa da Berlusconi durante un incontro con Micciché.

«Come abbiamo sempre sostenuto sin dal primo istante, non staremo un secondo di più con chi soltanto ipotizza un’apertura della coalizione ad Alfano», ha incalzato il segretario nazionale di Noi con Salvini, Angelo Attaguile. «Prendo atto che Diventerà Bellissima continua a dialogare con Forza Italia e Micciché, nonostante l’apertura di quest’ultimo a certi personaggi di cui la gente è stufa. Per quanto ci riguarda, quindi, noi andiamo da soli, con un nostro candidato governatore: Matteo Salvini ha già indicato me». Se così fosse, il centrodestra potrebbe arrivare al 5 novembre con tre candidati: Musumeci, l’esponente di Fi e dei centristi e quello del Carroccio. Un record.

Musumeci, però, aspetta ancora notizie da Micciché. Anche se non ha fatto alcun passo indietro: «Sono in corsa per la carica di presidente della Regione siciliana da quando è saltato il tavolo per le primarie del centrodestra». Micciché ha lanciato segnali d’apertura. «Se riesco a mettere insieme una coalizione larga del 40% e il candidato è Musumeci, ho fatto bingo», ha sottolineato. «In questo momento, però, il candidato non è Musumeci. Prima la coalizione. Poi si parlerà di nomi e quello di Musumeci è un ottimo nome, forse il migliore». Nel centrodestra è vivo il ricordo del 2012. L’ha detto anche Parisi: «Berlusconi farà di tutto per evitare spaccature». Per ora, non c’è riuscito.

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