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Stanno provando a raccontarcela come una storiaccia luci rosse. Da noi poi, con la pubblicazione dell’intervista di Asia Argento a Farrow e la volgarità di Luxuria, stiamo andando pesantemente sul pecoreccio. Non so quanto questo sia voluto o frutto di superficialità.

The Wrap in questo articolo si pone alcune domande sui risvolti dello scandalo Weinstein che impattano maggiormente con il mondo del cinema e media. Non so come faranno a gestirlo ma il colpo sarà devastante.

Ma ci si può limitare ai media, al cinema, agli Oscar o agli Emmy? Sembra difficile.

Per sminuire i fatti, le prime reazioni all’articolo del NYT erano state: “Qual è la notizia? Lo sapevano tutti!”. Un giornale, forse il Los Angeles Times, ma non sono sicuro, ha titolato: “Il segreto meno segreto di Hollywood“. Certamente vero e questo spiega la grande paura di Washington, dei Big Donors del partito Democratico, dei Clinton, degli Obama.

Per la campagna presidenziale di Hillary, Weinstein con una sola cena aveva raccolto 1.800.000 dollari. È scritto bene, 1 milione 800 mila dollari, ma non è stato l’unico evento. Si parla di due milioni di dollari alla Fondazione Clinton. Donazioni per l’istituzione di cattedre universitarie su vari temi “civili” a attribuire esponenti democratici (soprattutto donne).

Per Obama la stessa storia per tutte e due le campagne presidenziali. Nel 2016 Malia Obama ha ottenuto uno internship da una delle imprese di Weinstein, una sua addetta alle pubbliche relazioni rilasciò un comunicato in cui si diceva che Mr Weinstein era molto “attentive” ai problemi dei “teens”.

In America il Secret Service ha come compito specifico la protezione del Presidente degli Stati Uniti. Il New York Times soffocò nel 2005 una inchiesta giornalistica di quella che poi è diventata la fondatrice di The Wrap, e nessuno si prese mai la briga di dire nulla a quei poverini dell’US Secret Service, in modo che si evitasse che Weinstein continuasse a frequentare privatamente la Casa Bianca (nonostante Michelle pubblicamente dicesse “Harvey Weinstein is a good friend”).

Insomma un disastro. Non si capisce nemmeno bene il giro dei soldi, ad esempio chi pagava i not disclosure agreement (gli accordi di riservatezza) con molte (al momento sembrano 12, destinate ad aumentare) della vittime.

Aggiungo un commento nei vari articoli che girano, negli Stati Uniti, ma anche in Italia, sta venendo fuori, aggiungendo voltastomaco a voltastomaco, il “perbenismo” o forse sessismo di quelli che dicono: “Lo sapevano tutti, ma allora se lo sono andate a cercare, ne hanno tratto vantaggio……”. Asia Argento proprio oggi sta facendo le spese.

Sono commenti da complici.

Siamo solo agli inizi.

 

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