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Il Rosatellum bis consegnerà all’Italia un Parlamento largamento frammentato in cui l’unica possibilità di arrivare alla formazione di un governo potrebbe essere rappresentata da una coalizione vasta formata da partiti oggi avversari. E’ questo lo scenario più probabile che potrebbe verificarsi nella prossima legislatura nel caso in cui venga effettivamente varata la nuova legge elettorale in discussione in questi giorni alla Camera dei Deputati. Un quadro che Formiche.net ha provato ad anticipare sulla base degli ultimi sondaggi condotti da Doxa (qui i numeri) e con l’aiuto del professore di Diritto pubblico comparato, Paolo Armaroli, editorialista e saggista.

LE PERCENTUALI IN SEGGI

Stando alla rilevazione Doxa, il centrodestra – formato da Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia ed altre forze politiche minori – dovrebbe arrivare a raggiungere una percentuale tra il 35 e il 40%. La quale – secondo i calcoli di Armaroli – potrebbe fargli conquistare “nei 231 collegi uninominali previsti dal Rosatellum bis alla Camera dei Deputati tra i 140 e i 150 seggi“. Gli altri invece – aggiunge il professore – “andrebbero ripartiti tra i restanti partiti secondo quest’ordine decrescente: prima il Pd, poi il MoVimento 5 Stelle e infine le forze politiche di minori dimensioni, a cominciare dal movimento di sinistra che potrebbe nascere dalla fusione di Sinistra Italiana  e Articolo 1“. Discorso diverso ma in fondo analogo per i seggi rimanenti da attribuire con il sistema proporzionale. Ad avviso di Armaroli “il centrodestra potrebbe ottenerne circa 140“, mentre dem e pentastellati poco più di un centinaio ciascuno. Numeri che arriverebbero a delineare la seguente situazione: il centrodestra primo con più di 250 seggi, insufficienti però alla nascita di un governo di area considerato che la maggioranza assoluta alla Camera ammonta a quota 316. E lo stesso, seppur con numeri diversi, dovrebbe accadere pure al Senato per il quale il Rosatellum bis prevede un sistema elettorale analogo.

LA CONSEGUENZA

Quindi – com’è facile osservare – “nessun partito o coalizione sarebbe in grado di ottenere la maggioranza assoluta in entrambe le Camere“. Da cui il forte sospetto – o, quasi, la convinzione – che “nel prossimo Parlamento sarà necessario un governo di larghe intese“. Ma tra chi? Qui nasce il problema: è molto probabile infatti che l’eventuale alleanza – di cui tanto si continua a dibattere – tra Pd e Forza Italia più Alternativa popolare e, forse, anche Campo Progressista non sia sufficiente in tal senso. Quale altra forza politica potrebbe far parte di questo futuribile accordo? Non molte verrebbe da rispondere. Di sicuro non il MoVimento 5 Stelle visto che – ad avviso di Armaroli – con il Rosatellum bis “si tende a bipolarizzare il tripolarismo nel senso che vi sarebbe un polo escluso dalla possibilità del governo. Appunto il cinquestelle, che finora ha sempre escluso possibili alleanze con gli avversari“. Ma è difficile pensare che possano partecipare a una soluzione del genere anche altri partiti, come la Lega o Fratelli d’Italia.

NESSUN GOVERNO?

Il rischio concreto, dunque, è di un Parlamento che – in virtù della sua composizione – sia del tutto incapace di accordare la fiducia a qualsivoglia governo. Uno scenario a cui ha affermato di non credere del tutto Armaroli: “In Italia – fin dai tempi di Cavour – la regola del compromesso e del trasformismo ha sempre prevalso. Anche con Silvio Berlusconi che riuscì a formare il suo primo governo solo grazie all’appoggio di alcuni parlamentari eletti con il Patto Segni, tra cui Giulio Tremonti. Oppure nel caso di Massimo D’Alema che si avvalse dei cosiddetti stracconi di Valmy di Francesco Cossiga. Penso che alla fine possa accadere una cosa del genere anche stavolta“. Anche perché in caso contrario il Paese sarebbe costretto a tornare di nuovo alle urne: “Scegliamo la strada di Weimar? Il compromesso trasformistico è nella logica delle cose ed è nel dna della storia patria, che piaccia oppure no“.

A CHI GIOVA IL ROSATELLUM BIS?

E’ chiaro però che il Rosatellum bis avvantaggi alcuni partiti – ovviamente chi lo sta votando – e ne svantaggi degli altri. In questo senso Armaroli ha lasciato spazio a pochissimi dubbi: “Si tratta di una legge che definirei ‘ad personas’ e, cioè, fatta a principale beneficio del Pd e di Forza Italia. E, allo stesso tempo,’contra personam’, visto che danneggia soprattutto il MoVimento 5 Stelle“. Al quale comunque Armaroli ha mosso una critica: “Non è colpa di nessuno che i pentastellati non vogliano allearsi“.

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