Skip to main content

O lavora per riequilibrare la bilancia commerciale da 250 miliardi di euro o dovrà affrontare i dazi. È il messaggio con cui Olaf Scholz è arrivato qualche giorno fa in Cina, il principale partner commerciale della Germania, oltre alla richiesta di esercitare il suo peso sulla Russia affinché fermi l’invasione dell’Ucraina (ma anche su questo Pechino continua con la sua ambigua neutralità).

Così Bloomberg riassume la missione del cancelliere tedesco, accompagnato da una delegazione di manager tedeschi, in particolare dei colossi dell’automotive. La risposta ricevuta è un netto no alle pressioni europee e statunitensi. “Le esportazioni cinesi di veicoli elettrici, batterie al litio e prodotti solari hanno arricchito le forniture al mercato globale e attenuato la pressione inflazionistica, oltre a dare un grande contributo agli sforzi globali per affrontare il cambiamento climatico e la transizione verde”, ha detto Xi a Scholz, secondo quanto riportato dai media di Stato cinesi.

Il leader ha detto che la Cina e la Germania, che hanno firmato ieri un’importante dichiarazione di intenti sulla cooperazione nel campo della guida automatizzata e connessa, dovrebbero guardare alle questioni “obiettivamente”. Inoltre, ha messo in guardia dal protezionismo. Stanno facendo lo stesso la diplomazia e il resto del governo di Pechino (anche dal ministro Wang Wentao in visita in Italia) negli ultimi giorni, ovvero quelli dopo l’apertura di un’indagine sui sussidi all’eolico che potrebbe portare a dazi sui veicoli elettrici di fabbricazione cinese da parte dell’Unione europea.

“È normale che Pechino non gradisca che l’Unione europea si stia muovendo nei confronti delle decennali pratiche distorsive delle proprie politiche industriali e commerciali”, ha spiegato nei giorni scorsi Rebecca Arcesati, lead analyst del think tank Mercator Institute for China Studies di Berlino, a Formiche.net. Così, il governo cinese sta facendo appello in particolare alle aziende europee, “che naturalmente sono spesso avverse all’interpretazione governativa del de-risking – ovvero, la mitigazione dei rischi che sta alla base della strategia della Commissione sulla sicurezza economica”, ha aggiunto. Il quadro è quello in cui “buona parte della grande industria tedesca si mette di traverso mentre il governo cerca di ridurre i palesi rischi sistemici derivanti da un’eccessiva dipendenza della Germania dalla Cina”, ha dichiarato ancora l’esperta.

Secondo Bloomberg sta “diventando più chiaro” che l’Unione europea e la Cina “rischiano di entrare lentamente in una guerra commerciale, poiché Pechino resiste alle richieste di aprire la propria economia, innescando il dispiegamento delle misure di difesa” da parte dei 27. E ciò che sta accadendo attorno alle tecnologie verdi, con veicoli elettrici e parchi eolici tra i settori al centro dell’attenzione europea, lo dimostra. La missione di Scholz, accompagnato dai vertici dell’automotive della Germania e attento a parlare dei vantaggi economici offerti dalla Cina al suo Paese piuttosto che delle politiche europee di de-risking, dimostrano invece le divergenze tra i Paesi membri dell’Unione europea quando si tratta di Cina, che trae enorme vantaggio dal divide et impera.

Ue e Cina destinati alla guerra commerciale? L’incontro Scholz-Xi

La Cina resiste alle richieste di aprire la propria economia innescando il dispiegamento delle misure di protezione da parte di Bruxelles. Il faccia a faccia a Pechino è solo una dimostrazione delle divergenze tra i 27

Due italiani nel valzer diplomatico Ue. Ecco chi sono

Borrell ha fatto 44 nuove nomine, che interessano anche i diplomatici della Farnesina. Parenti lascia l’incarico di capo della Rappresentanza in Italia della Commissione europea e va a Ginevra. In arrivo oltretevere Selmayr, già braccio destro di Juncker

Materie prime critiche, acquisti congiunti per la competitività Ue

Mario Draghi ha riportato al centro del dibattito un tema essenziale a proposito di competitività europea. “Se vogliamo portare avanti le nostre ambizioni climatiche senza aumentare la nostra dipendenza da Paesi su cui non possiamo più affidarci, serve una strategia complessiva che comprenda tutti gli stadi della catena di approvvigionamento delle materie prime critiche”. Assicurare l’accesso ai materiali critici rappresenta una sfida essenziale per il futuro tecno-industriale del continente

Le tre leve su cui agire per creare l'Europa di domani. Polillo legge Draghi

Puntare sulle economie di scala superando la frammentazione del mercato, fornire e finanziare beni pubblici europei e garantire il rifornimento di risorse indispensabili sono le tre condizioni indispensabili per una Unione europea che guardi al mondo di domani, e non si fermi a quello di ieri. L’analisi di Gianfranco Polillo

In Ue cambierà poco. Ma Schlein rischia molto. Cosa c’è in ballo (anche con gli Usa) secondo D’Alimonte

Il caso Bari, il rischio per Schlein se il Pd non dovesse andare bene alle Europee e la variabile Trump sugli equilibri di difesa e politica comunitari. Conversazione con Roberto D’Alimonte, politologo e fondatore del Luiss-Cise, Centro italiano di studi elettorali

Un Paese che osa? Il rapporto Gem sull'imprenditorialità in Italia

Attraverso l’esame attento dei fattori che influenzano la propensione imprenditoriale, il Global entrepreneurship monitor mira a colmare il divario tra l’intenzione imprenditoriale e l’effettiva realizzazione di nuovi progetti, per una visione più chiara del tessuto imprenditoriale nazionale. Questi i temi al centro della presentazione del rapporto Gem Italia 2023-2024

Migranti, Piano Mattei e cultural diplomacy. Il viaggio di Meloni in Tunisia

Il quarto viaggio in nove mesi della premier a Tunisi non solo racchiude l’esigenza italiana di puntellare la propria strategia alla voce sbarchi e relazioni bilaterali, ma rappresenta anche l’occasione per distendere la cosiddetta cultural diplomacy tramite un accordo che favorisca gli scambi nella cooperazione accademica. Lo dimostra la presenza di due ministri come Piantedosi e Bernini

A Ilhan Kyuchyuk il Premio internazionale Giovanni Malagodi della Fondazione Einaudi

Di Marco Cruciani

La Fondazione Luigi Einaudi ha istituito un premio per celebrarne la figura di statista e di leader europeo ed internazionale di Malagodi. La prima edizione, una pagnotta di bronzo, è stata consegnata Ilhan Kyuchyuk

Per il G7 la sicurezza marittima globale è una responsabilità collettiva

Il G7 dedica un’attenzione particolare alla sicurezza marittima. Via mare scorrono i flussi geoeconomici globali, ed episodi come quelli del Mar Rosso o nel Mar Nero (con l’invasione russa su larga scala dell’Ucraina) testimoniano come la sicurezza delle rotte della globalizzazione e delle catene di approvvigionamento sia una responsabilità collettiva

Lo Stato, da imprenditore a regolatore con il Golden Power. Cos’ha detto Deodato

La normativa ha un ruolo di protezione ma è azzardato definirla come strumento di intervenuto pubblico nell’economia, ha detto il segretario generale della Presidenza del Consiglio durante un evento della Guardia di Finanza

×

Iscriviti alla newsletter