Skip to main content

Unicredit cambia pelle. Sia perché l’azionariato batte sempre di più bandiera straniera, sia perché il suo timoniere, l’ad francese Jean Pierre Mustier (nella foto), ha impresso una nuova marcia alla banca di Piazza Gae Aulenti.

LE INDISCREZIONI SU MEDIOBANCA

A sancire la nuova era sarebbe principalmente, secondo indiscrezioni riportate sulla Stampa da Francesco Spini, il rapporto con Mediobanca, di cui Unicredit è prima azionista. Secondo quanto riferito dal quotidiano torinese, “da primo azionista di Piazzetta Cuccia, con l’8,7%, Unicredit ha fatto recapitare una precisa richiesta all’indirizzo dell’ad Alberto Nagel e degli altri vertici di Mediobanca: ripensare almeno in parte la strategia, soprattutto alla luce dell’ultima battaglia che si è consumata sulle Generali”. Battaglia che ha visto Intesa Sanpaolo, storica “rivale” di Mediobanca, a un passo dal mettere le mani sulla compagnia triestina, tradizionale snodo degli interessi finanziari italici. E’ vero poi che Intesa ha deciso di non proseguire nell’operazione, ma la vicenda, secondo la ricostruzione della Stampa, avrebbe dimostrato a Mustier “che Mediobanca, con il suo 13%, non è in grado di tutelare le Generali” (cosa che ai tempi di Enrico Cuccia sarebbe stata semplicemente impensabile).

LA VICENDA DELLO IEO

Tra l’altro, ricorda sempre La Stampa, che sia stata inaugurata una nuova era nei rapporti tra Unicredit e Mediobanca lo dimostra anche la recente vicenda dello Ieo, l’Istituto europeo di oncologia fondato da Umberto Veronesi. Proprio sullo Ieo si è di recente consumata l’ennesima battaglia tra Intesa e Mediobanca, la quale è riuscita non senza fatica a imporre la continuità del modello “no profit” contro la proposta (sostenuta dalla banca guidata da Carlo Messina) di Gianfelice Rocca e Paolo Rotelli di fondare con le loro Humanitas e San Donato due poli d’eccellenza nell’oncologia e nella cardiologia. Ebbene Unicredit, a sorpresa, si fece promotrice di una mozione che chiedeva di soppesare tutte le alternative, proponendo un approccio che fosse il più razionale possibile. Mediobanca, al contrario, per l’occasione, aveva preferito passare alle “maniere forti”: una differenza di vedute evidente e rilevante.

FONDI ESTERI AL COMANDO

In parallelo alla nuova era di Mustier, cambia sempre di più pelle anche l’azionariato di Unicredit. Che diventa ancora più straniero di quanto già non fosse. Come emerso dall’assemblea degli azionisti che si è appena tenuta principalmente per approvare il bilancio, l’unico socio rilevante, il fondo sovrano di Abu Dhabi, Aabar, ha in mano il 5,038% della banca, mentre la compagine dei fondi sovrani pesa complessivamente per il 10%. I fondi istituzionali sono i più presenti con il 62% del capitale (appena il 2% è in mano a soggetti di diritto italiano). Seguono i piccoli risparmiatori retail con il loro 13% e uno zoccolo duro del 9% composto da azionisti privati (come Allianz e Unipol o imprenditori storicamente soci come Francesco Gaetano Caltagirone e Leonardo Del Vecchio). E poi ci sono loro, le fondazioni un tempo socie di riferimento e per questo abituate a dire la loro nella banca, oggi scese appena al 6%, con Crt e Cariverona con l’1,8% a testa.

FONDAZIONI CONTRO MUSTIER

Ma proprio dalle fondazioni è arrivato un segnale forte all’indirizzo di Mustier. In occasione dell’assemblea, infatti, fa notare Andrea Greco su Repubblica, “gli hanno inviato un monito non votando il piano di incentivi al management della banca da 187 milioni di euro; e da oggi affilano le armi in vista del confronto che entro la primavera 2018 porterà a definire il modello di governo della più grande public company italiana”. In particolare, si legge su Repubblica, “Caritorino, Cariverona e Caritrieste, tre enti storici soci di Unicredit, hanno girato la faccia (si sono astenuti, ndr) al momento del voto sugli incentivi 2017 e sul piano azionario di lungo termine al 2019 per i massimi dirigenti. Un gesto che è parso ad alcuni ricambiare la fretta del nuovo management nel tagliare, dal gennaio 2017, del 40% gli appannaggi di tutto il vertice, presidente e tre vice compresi”.

ADDIO DI MONTEZEMOLO

Sempre in occasione dell’assemblea, si è dimesso il vicepresidente Luca Cordero di Montezemolo, dopo che si era già dimesso l’altro vice Fabrizio Palenzona. “La leadership assoluta costruita da Mustier – scrive Greco su Repubblica – sfarina i vecchi poteri”. Si capisce sempre di più perché il presidente di Unicredit, Giuseppe Vita, in una recente intervista al Sole 24 ore, dopo avere riempito Mustier di complimenti e dovendogli trovare un difetto, affermava: “Non accetta il fatto che alcuni processi avrebbero bisogno di più tempo per svilupparsi, ma forse è un pregio anche questo”.

npl

Ecco come cambia Unicredit con Mustier (che preme su Nagel di Mediobanca)

Unicredit cambia pelle. Sia perché l'azionariato batte sempre di più bandiera straniera, sia perché il suo timoniere, l'ad francese Jean Pierre Mustier (nella foto), ha impresso una nuova marcia alla banca di Piazza Gae Aulenti. LE INDISCREZIONI SU MEDIOBANCA A sancire la nuova era sarebbe principalmente, secondo indiscrezioni riportate sulla Stampa da Francesco Spini, il rapporto con Mediobanca, di cui…

parolin, cina

Cosa c'è di nuovo fra Cina e Vaticano

È stata una Pasqua affollata, in Cina. Parola di Asianews, la coraggiosa agenzia stampa dei padri missionari del Pime (Pontificio Istituto Missioni Estere), che segue da anni il difficile dialogo tra la Cina e il Vaticano. Le due realtà non si parlano ufficialmente dal 1951, dopo che Mao ordinò la cacciata dei missionari dal Paese; e sebbene negli ultimi vent’anni…

dat, rosaverdinellum

Appunti parlamentari sulle Dat

Egregio Direttore, è raro leggere giudizi sulla proposta di legge approvata (solo) dalla Camera giovedì 20 aprile sul c.d. “testamento biologico” come quelli di Benedetto Ippolito su Formiche.net, secondo cui si sarebbe addirittura di fronte a un “materialismo, frutto di una crisi antropologica, che segnala una totale rottura dei nostri legami culturali con l’intera storia dell’umanesimo occidentale”. Da dicembre ho…

trump, dollari

Vi spiego la strategia di Trump in politica estera

Molti hanno criticato la strategia delle bombe e delle cannoniere inaugurata recentemente dall'amministrazione Trump, indicandola come sintomo di assenza di una chiara visione geopolitica, cioè imputandola di essere una non-strategia. Alcuni, in particolare, hanno rilevato la presa di potere dei militari nello staff di Trump e da questo fatto derivano una compressione del metodo diplomatico nella politica estera statunitense e…

Bannon, siria, donald trump isis Corea

Trump punta sulla politica economica ma la sua squadra non è al completo

In questi giorni l'azione di governo della Casa Bianca si sta molto concentrando sulla politica economica, finaziaria e fiscale. Una situazione che nasconde due importanti vuoti che interessano la squadra dell'amministrazione Trump. Ci sono infatti due pezzi grossi rimasti incastrati nelle audizioni di conferma al Congresso: Robert Lighthizer, scelto per guidare l'Office of the United States Trade Representative (da dove si indirizzano le policy…

morbillo

Cosa dicono Usa e Ue all'Italia su vaccini e morbillo

Mentre in Italia si continua a discutere sui presunti rischi delle vaccinazioni, dall'Europa arriva una dura bacchettata. E arriva, su Twitter, dalla principale autorità dell'Ue nell'ambito delle politiche sanitarie, il commissario per la salute e la sicurezza alimentare, il lituano Vytenis Andriukaitis (in foto). “Nei giornali di oggi: epidemia di morbillo in Italia. Primo morto di morbillo in Portogallo. Il morbillo…

reddito Trasporti

Programma Trasporti, ecco le prime proposte del Movimento 5 Stelle

"Vogliamo rendere i trasporti nel nostro Paese moderni, rapidi, capillari e non inquinanti. Per raggiungere questi obiettivi dobbiamo ripensare la mobilità di italiani e turisti che visitano il nostro bellissimo Paese". Dopo l'energia, gli esteri e il lavoro, è iniziata la discussione sul blog di Beppe Grillo della parte del programma relativa ai trasporti. I primi temi affrontati dagli esperti riguardano…

Tutti i conflitti interni all’Islam fra sciiti e sunniti

Nell’idea degli occidentali, l’Islam è un monolite. La conseguenza è che lo si vive, lo si analizza e se ne discute senza rendersi conto delle molteplici divisioni che lo caratterizzano, rendendolo un universo pervaso da tensioni, a volte anche gravi e pronte a esplodere rovinosamente ogni qualvolta se ne presenti l’occasione. In questo momento storico di trasformazioni accelerate e di…

CARLO JEAN, Isis, iran

Ecco come l'attentato Isis a Parigi ha influenzato le elezioni presidenziali in Francia

L’impatto percepito del terrorismo è enormemente maggiore della realtà. In Occidente, tra il 2000 e il 2015 (incluso l’11 settembre 2001), la probabilità di morte per terrorismo è stata inferiore a quella per fulmine o per caduta accidentale nella vasca da bagno. Il terrorismo mantiene però la capacità di creare un devastante effetto-panico. Esso si attenua con il tempo, eccetto…

trump stato islamico, isis, al qaeda

Come si articola la galassia jihadista

Di Laura Quadarella Sanfelice di Monteforte

Parigi, Bruxelles, Orlando, Nizza, Berlino, Londra, Stoccolma, le città occidentali sotto attacco: nel Vecchio continente, così come negli Stati Uniti, cresce il timore di attentati. A partire dall’attacco alla redazione del giornale satirico Charlie Hebdo nel gennaio 2015, passando poi per quelli coordinati compiuti in più punti di Parigi in una sera del novembre 2015 e di Bruxelles in una…

×

Iscriviti alla newsletter