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Come si forma un buon manager dell’energia? Ancora, qual è lo stato di salute del mercato energetico attuale e, soprattutto, come si svilupperà? Di tutto questo si è parlato ieri alla XII presentazione del Master in Energy Managment (Mem) – organizzata da Bip e Mip – in partenza da ottobre e con la durata di 12 mesi (6 in aula e 6 in azienda). “Il Mem è nato con l’obiettivo di aiutare i giovani a entrare in un settore dove c’è offerta di lavoro ma dove, come testimoniano le aziende energiche, non è facile trovare risorse che abbiano sviluppato competenze valide e complete in questo ambito”, ha spiegato Carlo Capè (nella foto), amministratore delegato di Bip che ha aggiunto: “Finora, grazie al nostro Master e alla collaborazione con un partner prestigioso come Mip, quasi tutti gli studenti che hanno frequentato il corso hanno trovato lavoro in un’azienda del settore e la rivoluzione in atto nel settore ci autorizza a pensare che questo trend si destinato a proseguire”.

SALUTI INTRODUTTIVI

I saluti introduttivi sono affidati ad Andrea Sianesi – Dean di Mip – e Vittorio Chiesa – Direttore del Mem. Mip graduate school of business è un esempio virtuoso di collaborazione tra università e azienda e conferma la vicinanza tra il Politecnico e il mondo delle imprese (che sono socie del mip per la maggioranza al 60%)” ha spiegato Sianesi. Poi, a prendere la parola è stato Vittorio Chiesa che ha spiegato quali saranno i fattori che porteranno al passaggio da mobilità sostenibile alla città elettrica. Partendo da uno studio realizzato dall’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano, Chiesa ha analizzato il mercato delle auto elettriche, cresciuto nel 2016 di circa il 40 per cento. “La Cina è al primo posto con un’impressionante crescita del 118 per cento rispetto al 2015” ha spiegato il direttore del MEM. Poi, un focus sul nostro Paese: “In Italia siamo un po’ indietro rispetto al resto del mondo: il nostro mercato occupa circa l’1 per cento di quello europeo e lo 0.1 per cento dell’intero mercato italiano delle auto. Si stima però che, entro dicembre 2020, l’offerta dei modelli arriverà quasi a triplicarsi e che in Italia si immatricoleranno tra i 70.000 e i 130.000 veicoli elettrici” con un controvalore complessivo tra i 2.4 e i 4.4 miliardi di euro.

BIANCARDI: “APERTURA NELLA LEGISLAZIONE”

Alla tavola rotonda “Dalla mobilità sostenibile al concetto di città elettrica” hanno preso parte: Andrea Ricci – di Snam – Alberto Biancardi – componente Aeeg – Alessandro Beulcke – presidente di Allea e Festival Energia – Giorgio Colombo – direttore HR, ICT e acquisti Edison. A moderare l’incontro Francesco Colamartino, giornalista di MF Milano Finanza. A dare il via è Biancardi che si concentra un po’ di più sull’aspetto normativo in materia di sostenibilità. “Siamo in una fase di transizione: avremo delle ricadute ma non così immediate. La sensazione che ci sia un cambiamento è quindi percettibile anche per noi che scriviamo norme. Il sistema si muove molto velocemente. Il vero dubbio è quando si arriverà alla città elettrica” ha esordito. Un passo avanti c’è già stato però perché ci chiediamo quando e non se arriveremo alla città elettrica. “Tante certezze che c’erano fino a qualche anno fa oggi non ci sono più. Il segreto per cercare di scrivere norme efficaci ed efficienti è riuscire a essere molto aperti e ad acquisire più informazioni possibili” ha aggiunto. “Una buona regolamentazione oggi quindi non deve mettere barriere. Andremo incontro a un periodo in cui gli incentivi non saranno espliciti ma impliciti” ha concluso.

RICCI: “SCOMMETTIAMO SUL METANO”

Il raggiungimento degli obiettivi sostenibili sta a cuore anche di Snam. “Partiamo dal problema: l’inquinamento. Le polveri sottili sono un problema imminente. Si può risolvere? Sì, se consideriamo il gas non come un progetto pilota ma come una soluzione disponibile ora” ha spiegato subito Ricci che ha aggiunto: “Il metano è un combustibile pulito, su cui possiamo contare nell’immediato, che rende molto sui motori sovralimentati e costa pure poco”. Sul mercato italiano ci sono già dei veicoli a metano che vendono molto bene perché funzionano e sono silenziosi. Quindi, come si può potenziare questo utilizzo? Snam riscontra un oggettivo deficit logistico: ci sono troppe poche stazione in cui ci si può rifornire. “Vogliamo investire per creare 300 nei prossimi 3-4 anni. Le creeremo su piazzali già esistenti, stiamo dialogando con compagnie petrolifere e privati. L’auto a metano è in competizione con quella elettrica? No. Ci sono 30 milioni di veicoli benzina e diesel, arrivare a questo livello è difficile ma siamo convinti che saranno i consumatori a decidere e scegliere cosa è meglio per loro” ha concluso Ricci.

BEUCKLE: “LA COMUNICAZIONE AL SERVIZIO DELL’ENERGIA”

Cosa c’entra un esperto di comunicazione in mezzo a tanti esperti di energia? C’entra eccome. “Il tema della comunicazione è strettamente collegato al mondo dell’energia. Il tema dell’auto elettrica è importante” ha spiegato subito Beuckle. Il presidente di Allea ha poi sottolineato: “Ci sarà una competizione tra l’elettrico e il gas e bisognerà fare i conti anche con l’abitudine del consumatore che è abituato ad avere energia illimitata ed esclusiva. Si dovrà ricorrere a un’azione di marketing: campagne di comunicazione per lanciare i prodotti”. Ed ecco che torna la comunicazione e l’informazione. “Siamo stati chiamati alle urne ben due volte per temi legati all’energia (nucleare e trivelle, ndr), l’informazione è importantissima anche a questo livello”.

COLOMBO: “COSCIENZA LAICA E SENSO ETICO CARATTERISTICHE DEL BUON MANAGER”

A concludere è Giorgio Colombo che sceglie un punto di vista differente e molto interessante per spiegare alla platea che cosa non può mancare a un manager dell’energia. “Nel settore dell’energia, più che in ogni altro forse, c’è grande bisogno di diversi background scolastici e culture complementari” ha detto subito. Poi, è andato diritto al punto: “Un buon manager deve avere senso etico, responsabilità sociale e coscienza civica”. Queste caratteristiche valgono sempre, sono senza tempo, età e specializzazione. “Deve coniugare lo sviluppo e il bene delle persone” ha aggiunto. E ancora: “Chi opera nell’energia ha l’obbligo di avere un pensiero laico”. Poi, l’ultima battuta su la contingenza con la lettura del digitale, importantissima in questo settore come in molti altri. “Un buon manager deve orientare il pensiero digitale nella gestione delle persone perché pensare digitale non vuol dire staccare il cuore dal cervello”. Un buon manager dell’energia deve essere un “umano digitale”.

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