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L’ultimo tragico attentato di Berlino e i ripetuti atti terroristici che si sono consumati negli ultimi anni in Europa dovrebbero indurre a riflessioni politiche ben più ampie di quelle che ci trasmettono i vari governanti e i mezzi di informazione. È umano pensare all’accoglienza di chi fugge dalla miseria, dal bisogno, dalla guerra. La globalizzazione, condizione invisibile, “fantasma” estremamente potente che i popoli stanno subendo, pagando prezzi altissimi alle sue leggi economico-finanziarie, ce lo impone per cui è difficile sottrarsi. È giusto, quindi, perseguire una solidaristica cooperazione tra i paesi dell’Unione Europea, per fronteggiare gli innumerevoli ingressi nelle nostre comunità. Apprezzabile anche la condotta delle autorità dei vari Stati, che evitano di costruire barriere, per bloccare l’ingresso di gente alla ricerca di un futuro meno infausto.

Accanto a questi comportamenti indubbiamente meritori e decisi, come ha dimostrato ieri, nonostante tutto, la cancelliera tedesca Merkel, è necessario però riflettere su una difesa comune del Vecchio Continente più fattiva, attrezzata e moderna. Come, in che modo? Essa non può essere pensata solo per i respingimenti o blocchi nei confronti degli immigrati, neppure però è ipotizzabile che gli Stati europei diventino praterie, dove scorrazzano persone senza fissa dimora, senza lavoro, senza regole, e dove è estremamente facile reclutare mano d’opera al servizio sia della delinquenza comune, che del terrorismo islamico. È tempo di organizzare un’azione continua di intelligence, collegata intrinsecamente a una presenza militare. Prevenzione e repressione, coordinate da un’alta autorità militare dell’UE, sono i binari da seguire. Fino a che l’Europa non avrà la propria gendarmeria a difesa delle proprie comunità, l’UE resterà sempre e solo un fatto aleatorio, chiusa negli apparati amministrativi, nelle burocrazie, nelle varie lobbies.

E qui torna il ricordo dell’azione tenace di Alcide De Gasperi, a proposito della nascita della CED (Comunità di difesa Europea), che sulle prime Francia, Italia e Germania pensarono come concreta soluzione, per una Unione europea vera e compiuta, ma che poi svanì per motivi ancora oggi incomprensibili. Lo statista italiano, già gravemente malato, sperò fino all’ultimo istante che la CED potesse vedere la luce, perché la riteneva intimamente legata alla costruzione politica dell’UE, e a proposito scriveva alla figlia Maria Romana: «Questo non è un problema da gioco parlamentare sul quale si possa giungere a compromessi, è una pietra angolare. Se l’Unione europea non la si fa oggi la si dovrà fare inevitabilmente fra qualche lustro; ma cosa passerà tra oggi e quel giorno Dio solo lo sa». Infatti, solo Dio sa i lutti, le sofferenze, le paure, i timori dei cittadini del Vecchio Continente in questa preoccupante stagione della storia. Francia e Germania se ieri avessero condiviso il pensiero illuminato di Alcide De Gasperi, può darsi che oggi si sarebbe salvata qualche vita umana in più.

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