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“Europe is back”. È entusiasta Josef Aschbacher, amministratore delegato dell’European Space Agency (Esa). Non potrebbe essere altrimenti, visto che il lancio del razzo europeo Ariane 6 è stato un successo, leggermente macchiato solamente da una deviazione rispetto alla traiettoria prevista registrata durante la seconda e la terza riaccensione del motore dello stadio superiore. Il razzo è stato lanciato ieri sera alle 21 italiane dal centro spaziale europeo di Kourou nella Guyana francese segnando “un passo da gigante per l’Esa”, come ha sottolineato il ceo della Nasa, Bill Nelson, che ha festeggiato l’evento. A bordo viaggiava uno strumento scientifico dell’agenzia aerospaziale statunitense, cementificando la collaborazione tra le due autorità: “Insieme ai nostri partner internazionali stiamo guidando una nuova era dell’esplorazione spaziale”.

L’Ariane 6 ha impiegato 18 minuti e 44 secondi per raggiungere l’orbita e, dopo all’incirca un’ora, ha dispiegato una serie di piccoli satelliti. In quel momento la missione è stata considerata un successo, sebbene il razzo non abbia raggiunto l’altitudine indicata per lasciare l’ultimo carico. Nelle prossime due settimane verranno approfonditi meglio i dati e analizzato l’intero lancio, così da capire cosa non abbia funzionato ed essere più pronti per il prossimo. Che, a sentire l’a.d. di Arianespace Stéphane Israël, potrebbe arrivare già entro la fine dell’anno: “Siamo sulla buona strada”.

Per l’Europa sarebbe molto importante che ciò avvenisse, lanciando un segnale chiaro. Dopo l’Ariane 5 il continente ha dovuto fare affidamento sulla tecnologia di terzi, in quanto i molteplici ritardi legati al modello successivo hanno minato l’indipendenza spaziale. Era molto più efficiente e conveniente investire nei razzi di Space X. tecnologicamente più avanzati, il che metteva l’Ue in una posizione di subordinazione. Serviva mostrare al mondo che invece sullo spazio la comunità dei 27 è in grado di dire la sua. Ecco perché il lancio di ieri si portava in orbita un carico enorme di aspettative geopolitiche, economiche e di credibilità reputazionale. “Quando non ce l’hai”, ha osservato il direttore del trasporto spaziale dell’Esa, Toni Tolker-Nielsen, “ti rendi conto di quanto sia importante”.

La vicenda era anche una resa dei conti tra Francia e Germania. Parigi e Berlino credono fortemente nell’Europa ma hanno due visioni differenti su come farla funzionare: per i francesi deve acquisire quanta più indipendenza possibile, per i tedeschi deve farlo in collaborazione con attori esterni. Motivo per cui, se il lancio dell’Ariane 6 fosse andato male, si sarebbe messa la parola fine sulle ambizioni spaziali europee.

Non è andata così, per la gioia del presidente Emmanuel Macron. “Questa è la nostra storia spaziale. Questa è la nostra autonomia strategica. È motivo di orgoglio francese ed europeo. Il primo lancio di Ariane 6 è un successo! Complimenti enormi alle squadre che rendono possibile ciò che sembra impossibile. Missione compiuta”, è stato il messaggio rilasciato su X dal capo dell’Eliseo. Anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha commentato con grande gioia l’evento. “L’Europa torna finalmente ad avere un accesso pieno ed autonomo allo Spazio. Un successo corale dell’Esa e del sistema di aziende partecipanti alla costruzione del vettore: tra queste la nostra Avio, che ha fornito i motori ausiliari per la spinta iniziale ed altre componenti strategiche del vettore Ariane”.

Ora il futuro sembra un po’ più in discesa e si guarda al domani con più fiducia. Delle 29 missioni finora previste per l’Ariane 6, 21 sono di natura commerciale, come ha sottolineato l’a.d. Israël, specificando che il razzo “ha due versioni: una con due booster e una con 4. È un lanciatore potente, in grado di portare carichi fino a 23 tonnellate nella bassa orbita terrestre, ed è modulare”. Non spaventa nemmeno la piccola anomalia registrata durante il lancio. L’Europa si è tolta un peso.

Europe is back. Il lancio di Ariane 6 come un'iniezione di fiducia

Tutto è filato liscio, tranne una piccola anomalia che ha deviato il razzo rispetto alla traiettoria prevista. Niente che possa inficiare il successo della missione, che segna il ritorno del settore aerospaziale europeo dopo un lungo periodo di assenza

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