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Da un po’ di tempo a questa parte, il sistema delle Bcc, le banche del credito cooperativo, è stato più che mai sotto i riflettori. Il motivo principale è la riforma voluta dal governo di Matteo Renzi, ora al test della normativa secondaria di Bankitalia, che si pone come principale obiettivo l’integrazione e il rafforzamento del credito cooperativo. Ma come si presenta il settore all’alba della riforma?

L’ANDAMENTO NEL 2015

In un report di un centro studi che è arrivato sui tavoli delle maggiori banche di credito cooperativo, si fa il punto sull’andamento passato e le prospettive. La redditività, nel 2015, è stata negativa a causa dei minori ricavi da intermediazione, ma anche dell’aumento dei costi operativi e delle rettifiche, che hanno riguardato soprattutto i tanto temuti per tutte le banche crediti deteriorati, che nel peggiore dei casi si trasformano in sofferenze. In questo contesto, i crediti a clientela si sono ridotti, anche se a ritmi meno intensi di quelli dei principali gruppi nazionali, mentre la raccolta diretta è cresciuta grazie alla raccolta a breve (soprattutto dei conti correnti) che ha più che compensato la flessione dei titoli obbligazionari.

LA REDDITIVITÀ IN CIFRE

Qualche numero sulla redditività: il campione di Bcc preso in esame dallo studio ha contabilizzato una perdita aggregata di 15 milioni di euo nel 2015, dato in forte peggioramento rispetto all’utile di 337 milioni che era stato registrato nel 2014. La redditività media della gestione ordinaria è invece stata positiva, ma si è ridotta parecchio. Basti pensare che il risultato di gestione netto aggregato è stato di 26 milioni, in flessione di ben il 94% su base annua.

IL NODO CREDITI

Anche le Bcc hanno dovuto fare i conti con uno dei problemi che zavorrano anche le banche maggiori: i crediti deteriorati, che altro non sono che quei prestiti che hanno difficoltà a rientrare. Secondo lo studio, le rettifiche nette su crediti, cioè in pratica le svalutazioni degli stessi, nel 2015, si sono attestate a 2,3 miliardi, con una riduzione annua del 2,3 per cento. Tutto bene dunque? Non proprio, dal momento che lo studio sulle Bcc si affretta ad aggiungere che “a livello di singola banca la situazione è molto differenziata; infatti la riduzione delle rettifiche ha interessato solo il 60% delle banche del campione”. L’altro 40%, insomma, dovrebbe averle aumentate o mantenute al livello precedente.

I NON PERFORMING LOAN

Ma molto più che le svalutazioni a dare l’idea dell’aria che tira è la qualità del credito. Secondo la fotografia scattata dallo studio, nel 2015, è peggiorata sia per l’aggregato sia per i singoli gruppi. Nel dettaglio, i crediti deriorati (npl, non performing loan) lordi sono cresciuti del 9,5 per cento. I crediti “dubbi”, cioè quelli meno rischiosi dal punto di vista della banca, sono cresciuti del 3,1% ma l’incremento ha interessato solo le Bcc più grandi. Infine una nota positiva: “Nella movimentazione degli altri crediti deteriorati, si segnalano alcuni elementi positivi rispetto al 2014, ovvero la riduzione degli ingressi da crediti in bonis e dei trasferimenti a sofferenze”. Se questa tendenza fosse confermata anche per il 2016, sarebbe senz’altro un’ottima notizia per le Bcc.

iccrea, bcc

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