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Una preghiera che sa di invettiva contro le piaghe che segnano l’umanità contemporanea: è forse questa la definizione più opportuna per la riflessione proposta dal Papa al termine della Via Crucis di ieri al Colosseo (le meditazioni di quest’anno sono state scritte dal cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia), tradizionale rito del Venerdì Santo che s’è svolto in un clima di tensione in seguito alle recenti stragi Isis di Bruxelles. Francesco ha toccato tutti i temi di più stringente attualità, attraverso esortazioni accorate alla Croce di Cristo, citata per quasi quaranta volte (qui il libretto completo con la preghiera del Pontefice).

CONTRO I FONDAMENTALISMI E IL TERRORISMO

Le prime parole sono per i martiri di oggi, come ebbe a dire nell’Angelus dello scorso 26 dicembre: “O Croce di Cristo, ancora oggi ti vediamo eretta nelle nostre sorelle e nei nostri fratelli uccisi, bruciati vivi, sgozzati e decapitati con le spade barbariche e con il silenzio vigliacco”. Martiri uccisi a causa dei “fondamentalismi” e del “terrorismo dei seguaci di qualche religione che profanano il nome di Dio e lo utilizzano per giustificare le loro inaudite violenze”. Una piaga che costringe popoli interi a emigrare, a scappare dal terrore: bambini e donne “sfiniti e impauriti che fuggono dalle guerre e dalle violenze e spesso non trovano che la morte e tanti Pilati con le mani lavate”. A questo si collega il dramma dei migranti, molti dei quali trovano la morte in mare.

“MEDITERRANEO E MAR EGEO DIVENUTI UN INSAZIABILE CIMITERO”

Il Papa cita il “nostro Mediterraneo” e il mar Egeo, “divenuti un insaziabile cimitero, immagine della nostra coscienza insensibile e narcotizzata”. Il cuore del problema, a giudizio del Pontefice, risiede nella facilità con cui vengono fabbricate e vendute le armi: l’ha detto giovedì scorso e l’ha ripetuto ieri sera, condannando “potenti e venditori di armi che alimentano la fornace delle guerre con il sangue innocente dei fratelli”.

“LA PAGANITA’ LAICISTA CHE MINACCIA LA CROCE”

Ma vi sono altre forme in cui la Croce di Cristo viene sfregiata, e non hanno a che fare con la minaccia portata dalle “spade barbariche”. C’è una guerra più sottile, che spesso è ammantata da un alone di legalità. Una Croce che “vediamo ancora oggi in coloro che vogliono toglierti dai luoghi pubblici ed escluderti dalla vita pubblica, nel nome di qualche paganità laicista o addirittura in nome dell’uguaglianza che tu stesso ci hai insegnato”. Una Croce ben visibile “negli anziani abbandonati dai propri famigliari, nei disabili e nei bambini denutriti e scartati dalla nostra egoista e ipocrita società” e “nei distruttori della nostra casa comune che con egoismo rovinano il futuro delle prossime generazioni”.

LA CONDANNA DEI LADRONI E DEI CORROTTI

Il j’accuse è proseguito nei confronti dei “ladroni” e dei “corrotti che invece di salvaguardare il bene comune e l’etica si vendono nel misero mercato dell’immoralità”, così come dei “traditori che per trenta denari consegnano alla morte chiunque”. Ma ce n’è stato anche per la Chiesa, per i suoi peccati, primo fra tutti quello degli abusi sui minori perpetrati da esponenti del clero, “ministri infedeli che invece di spogliarsi delle proprie vane ambizioni spogliano perfino gli innocenti della propria dignità”. E anche i “cuori duri”, quei “dottori della lettera e non dello spirito, della morte e non della vita, che invece di insegnare la misericordia e la vita, minacciano la punizione e la morte e condannano il giusto” sono stati colpiti dalla reprimenda papale, che ha riguardato pure i “cuori impietriti di coloro che giudicano comodamente gli altri, cuori pronti a condannarli perfino alla lapidazione, senza mai accorgersi dei propri peccati e colpe”.

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