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Un’Europa frastornata, lontana dalle proprie radici, che abbraccia giorno dopo giorno quelle agnostiche e nichiliste, figlie del relativismo culturale e di quello etico, rischia di avviarsi verso l’eutanasia. Oggi è costretta a fare i conti, dopo i numerosi atti terroristici avvenuti negli ultimi anni, culminati con le azioni sanguinarie e tragiche di gennaio e novembre a Parigi e dei giorni scorsi a Bruxellles, con un sentimento inimmaginabile di paura e di angoscia.

Camminando per strada, incroci sguardi vuoti, sgomenti, capisci che la gente sospetta l’irreparabile; teme che individui preparati apposta per seminare odio, sangue e dolore possano da un momento all’altro materializzarsi e azionare congegni di morte. Le preoccupazioni e le paure appartengono a tutti, nessuno può pensare di esserne immune. L’Europa balbetta, ha perso il suo antico prestigio, non riesce a pronunciare parole risolute e decisive, perché non sa più riconoscersi in una chiara e definita identità. I beceri egoismi prevalgono. Le ultime azioni terroristiche stanno lì a dimostrarlo, nonostante i morti di Parigi di gennaio e novembre scorsi, nessuna azione preventiva è stata programmata.

Le marce di solidarietà, i fiori deposti sui luoghi degli attentati non possono essere considerati da soli atti risolutivi, per salvare un’Europa ripiegata su sé stessa, incapace di mostrare la propria natura originaria, che ha caratterizzato il tempo, la storia e attraversato i continenti. L’Europa che si preoccupa costantemente e solo della moneta unica, della buona salute delle banche, dei piccoli interessi lobbistici dà vita alla più cinica delle politiche. A che serve avere un sistema bancario risanato, una moneta unica stabile, occuparsi di piccoli interessi di gruppi in una Europa senza giustizia, senza difesa, senza politica estera ed economica facile vittima di qualche decina di assoldati fondamentalisti islamici? Era pazzo o rimbambito Alcide De Gasperi che sul letto di morte invocava la CED, esercito europeo di difesa?

I Paesi facenti parte dell’UE devono avere il coraggio di interrogarsi e di chiedersi se le istituzioni europee oggi sono preparate a fronteggiare offensive terroristiche interne ed esterne e veri e propri atti di guerriglia; se sono funzionali e adeguate alle regole democratiche del corretto governo dei paesi aderenti. La risposta è di certo negativa. Non è pensabile che il Parlamento Europeo, assemblea popolare elettiva, sia priva dei poteri della massima istituzione legislativa che indirizza e controlla l’attività dell’esecutivo. Non può essere la Commissione, sia pure espressione degli stati aderenti, ma pur sempre non rappresentativa della volontà generale a dettare le linee ai parlamenti dei vari stati, che ratificano, volenti o nolenti, le decisioni della Commissione o del Consiglio Europeo.

Tutto questo vuol dire che l’UE opera senza legittimazione popolare e i vari stati legiferano senza il consenso dei propri cittadini. Significa che già siamo in un governo atipico (totaliatrio?) dell’UE. E allora si parta da qui, riformando le istituzioni europee e disegnando il nuovo ordinamento istituzionale. I lavori della “Convenzione” istituita dal Consiglio Europeo del dicembre 2001 a Laeken, non aveva tale compito? Non riuscì però ad andare oltre il solito bla bla bla, e respinse addirittura l’idea di richiamare nel preambolo alla Convenzione le radici giudeo-cristiane del Vecchio Continente.

Alla fine vince sempre l’incertezza, per gli egoismi degli stati aderenti, come ieri alla riunione dei ministri dell’Interno dell’UE, che non è riuscita a varare linee comuni per fronteggiare la tragica scia di sangue di origine islamica fondamentalista. E allora, o il “processo di europeizzazione” finalizza la propria azione al rafforzamento del quadro istituzionale dell’Unione Europea, che deve contribuire efficacemente allo sviluppo della pace, della giustizia e della solidarietà per l’intero Continente o l’UE non esisterà più.

L’Europa unita fu pensata per alimentare il sentimento di solidarietà tra i popoli e, invece, oggi si sta affermando biecamente l’egoismo devastante, trascurando la condizione di difficoltà dei cittadini più deboli. Una tale situazione è terreno fertile, per rendere il fondamentalismo islamico idonea dottrina per reclutare proseliti.

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