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Le posizioni anti immigrati attirano su Donald Trump un duro commento di Papa Francesco, che, tornando a Roma dal Messico, dice: “Una persona che pensa di fare muri non è cristiano, questo non è il Vangelo”. Il magnate dell’immobiliare non fa un passo indietro, ma uno avanti: aveva già criticato il viaggio di Francesco perché “troppo politico” e ora rincara, “Il Papa fa politica  afferma in un comizio in South Carolina -, è vergognoso”; e, aggiunge, “viene usato come una pedina”.

Lo showman diventa un fiume in piena: sostiene che il Papa non può mettere in dubbio la sua fede (lui si professa presbiteriano); e che dovrebbe pregare perché lui diventi presidente (il sedicente Stato Islamico minaccia di attaccare il Vaticano e con lui alla Casa Bianca questo non accadrà). “Io sono orgoglioso di essere cristiano e come presidente non permetterò alla cristianità di essere continuamente attaccata e indebolita, proprio come sta avvenendo adesso con l’attuale presidente”.

E, mentre il Daily News di New York lo mette in prima come l’ ‘anticristo’, e Politico titola “Trump va alla guerra con il Papa”, il magnate dell’immobiliare afferma che le parole di Francesco sono state male interpretate e ‘gonfiate’.

Il Papa rispondeva a una domanda se i cattolici debbono votare chi promette di costruire un muro anti-immigrazione e di deportare 11 milioni d’immigrati clandestini: “Non mi immischio. Solo dico che quest’uomo non è cristiano, se dice queste cose. Bisogna vedere se ha detto così o no. Su questo do il beneficio del dubbio”.

Se la visita in Messico vale a Francesco un tweet di ringraziamento di Hillary Clinton, il botta e risposta di Trump con il Papa dà modo ad alcuni suoi rivali di denunciarne l’inadeguatezza a essere presidente: lo dice Jeb Bush, che è cattolico, senza però sconfessare del tutto l’idea di erigere muri contro l’immigrazione illegale, “dove è opportuno farlo” e “nel quadro d’una riforma complessiva”; e lo tesso Bush giudica “non appropriato” mettere in discussione la cristianità di Trump. John Kasich dice “Io sto con il Papa”.

Dal punto di vista elettorale, difficile giudicare l’impatto del botta e risposta tra Trump e Francesco: chi, in America, ha simpatia per il Pontefice non ce l’ha per Trump e viceversa. E il vicepresidente Joe Biden continua a ritenere “molto possibile” la nomination del magnate dell’immobiliare, da lui già definito “un dono divino”, alla pari di Ted Cruz, per il Partito democratico.

Cruz, dubbi su sondaggio e guai per cittadinanza – Sondaggio scaccia sondaggio: dopo i dati Nbc/WSJ sul sorpasso nazionale di Trump ad opera di Cruz (26 a 28%), un rilevamento della Cbs conferma invece Trump ben avanti col 35% delle preferenze; Cruz è al 18%, Marco Rubio al 12%, John Kasich all’11%, Ben Carson al 6% e Jeb Bush al 4%.

La doccia fredda per Cruz si aggiunge a un’altra grana: parte la prima causa sulla sua presunta ineleggibilità, perché nato in Canada (da madre statunitense). Un giudice dell’Illinois terrà un’udienza preliminare, dopo che un elettore ha contestato il diritto del senatore a diventare presidente: la Costituzione prevede che si sia “cittadini americani dalla nascita”. L’interrogativo è già stato posto a più riprese da Trump.

Per ulteriori approfondimenti sulle elezioni presidenziali americane, clicca qui per accedere al blog di Giampiero Gramaglia, Gp News Usa 2016

 

Tutti i dettagli del botta e risposta fra Papa Francesco e Donald Trump

Le posizioni anti immigrati attirano su Donald Trump un duro commento di Papa Francesco, che, tornando a Roma dal Messico, dice: “Una persona che pensa di fare muri non è cristiano, questo non è il Vangelo”. Il magnate dell’immobiliare non fa un passo indietro, ma uno avanti: aveva già criticato il viaggio di Francesco perché “troppo politico” e ora rincara,…

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