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Questa è lo stato della democrazia in cui siamo ridotti a vivere in Italia: un Parlamento di eletti illegittimi, un presidente della Repubblica eletto da questi illegittimi tra i quali spiccavano le assenze, per la prima volta nella storia della Repubblica Italiana, del segretario del partito di maggioranza e presidente del Consiglio, mai eletto e imposto dal “golpe blanco napolitano”, e di quello del maggior partito di opposizione espulso dal Senato con un’applicazione della Legge Severino con effetto retroattivo.

Una situazione istituzionale assurda e paradossale cui si accompagna una strana modalità che viene seguita nella scelta dei candidati a Sindaco, alla vigilia delle prossime elezioni amministrative locali che vedranno impegnati gli elettori di città capoluogo come Roma, Milano, Napoli, Bari e Torino.

Paradossale quella di Milano, dove il PD, ancora una volta, è costretto a rifugiarsi in quel brav’uomo per tutte le stagioni e le bandiere di Giuseppe Sala, osannato commissario di EXPO 2015, che, raggiunto l’obiettivo dei 20 milioni di visitatori, per lo più italiani essendo tuttora ignote le cifre dei visitatori stranieri, lascia una pesante eredità: l’arresto di alcuni tra i suoi più stretti collaboratori con le solite accuse collegate agli appalti e un buco di gestione di oltre 300 milioni di euro.

Emblematico  viatico per un probabile Sindaco di una città  come Milano, che, se fosse candidato per una qualsivoglia società privata, con un simile precedente sarebbe immediatamente messo in disparte tra coloro assolutamente “unfitted” (inidoneo).

Non meno stucchevole ciò che sta accadendo nel campo del centro-destra in quella stessa città, dove il Cavaliere medita di indicare per tutti il candidato alternativo al PD sulla base dei suoi  sondaggi, con particolare privilegio per qualcuno già a libro paga di Mediaset.

A me pare che la situazione a Milano sul fronte dell’alternativa a Pisapia sia molto chiara.

Esiste una candidatura annunciata da tempo di Corrado Passera il quale ha correttamente indicato il suo programma per Milano. E si sta affermando quella di un giovane, Nicolò Mardegan, che ha saputo costruire attorno alla sua persona un gruppo di amici con cui ha dato vita al movimento NoixMilano.

Trattandosi di candidati di provenienze politico  culturali e partitiche diverse, entrambi, comunque impegnati per l’alternativa alla sinistra che da tempo regge il governo milanese, si dovrebbero acquisire eventuali altre candidature e procedere a un metodo di selezione del candidato unitario come quello che a Venezia indicammo come  “le cittadinarie”; ossia una libera scelta degli elettori secondo un regolamento che avevamo redatto, al fine di evitare metodi di selezioni di tipo elitario e aziendalistico,  come quello che Berlusconi vorrebbe adottare per la città della Madunina.

Altra possibilità alternativa, mettere sul tavolo i programmi e i candidati e trovare un’intesa su entrambi i fronti.

Il tempo dei “missi dominici” indicati dall’Imperatore sono da tempo tramontati ed é giunta l’ora di ritornare a metodi di ampia partecipazione democratica senza i quali, si tratti del Cavaliere o del suo giovane emulo fiorentino, non solo non si va da nessuna parte, ma se prevalessero i primi suonerebbero offesa alle tradizioni autonomistiche, popolari, liberali e riformiste di Milano.

I Popolari Italiani e quanti hanno già sottoscritto il Patto di Orvieto, a Milano come a Roma e negli altri comuni in cui si voterà a primavera, opereranno per concordare programmi e candidati unitari, alternativi al renzismo e alle sinistre post comuniste, premessa per far emergere la nuova classe dirigente che guiderà l’Italia nella Terza Repubblica.

Ettore Bonalberti

www.alefpopolaritaliani.eu
www.insiemeweb.net
www.don-chisciotte.net

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