Il Defence Industry Forum, organizzato a margine del Summit Nato dell’Aja, ha reso centrale una riflessione strategica: per garantire la sicurezza collettiva dell’Occidente, l’alleanza transatlantica deve rafforzare le sue capacità industriali, integrando innovazione, produzione e interoperabilità, in stretta collaborazione tra settore pubblico e privato, tra governi e aziende
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Nato Summit, gli Usa restano impegnati in Europa ma gli alleati devono fare di più. Parola di Whitaker
Dal palco del Nato Public Forum all’Aja, l’ambasciatore americano presso la Nato, Matthew Whitaker, ha lanciato un appello a un cambio di paradigma per l’Alleanza: dalla logica difensiva a quella della deterrenza integrata, tecnologica e politica. Gli Stati Uniti, ha affermato, restano impegnati in Europa ma chiedono reciprocità e un maggior ruolo operativo agli alleati, citando in particolare la svolta tedesca come stimolo per Regno Unito, Francia e Italia. Sull’Ucraina, sostegno a Kyiv ma con l’invito a cercare una pace duratura, senza forzature per l’ingresso nella Nato
Pd con i 5 Stelle? Solo se europeisti. Bene il dialogo Meloni-Schlein. Parla Quartapelle
Le comunicazioni in Aula parte della premier Giorgia Meloni appaiono composte ma poco incisive. L’immagine è quella di un Paese che non riesce a inserirsi nei processi decisionali che stanno cambiando gli assetti geopolitici a maggior ragione a fronte sviluppi nei conflitti. Per il 5% sulla Difesa occorre vederci chiaro, ma il tema resta prioritario (per l’Italia e l’Europa). L’alleanza col M5S? Solo su presupposti europeisti. Colloquio con la deputata del Pd, Lia Quartapelle
Reggerà la tregua di Trump? Redeaelli spiega gli obiettivi di Iran e Israele
Donald Trump annuncia un cessate il fuoco tra Iran e Israele, mediato dal Qatar, ma la tregua appare fragile. Teheran ha risposto simbolicamente ai raid Usa per evitare l’escalation, mentre Israele punta a dimostrare forza senza un piano politico chiaro. Per il prof. Redaelli (Cattolica), il regime iraniano è in difficoltà e dovrà scegliere tra clandestinità nucleare o compromesso
Cosa c’è nella nuova strategia di sicurezza nazionale Uk
Il Regno Unito ha pubblicato una nuova strategia di sicurezza verso il 5% del prodotto interno lordo entro il 2035. Centrale l’approccio “all-of-society” e l’audit sulla Cina, vista come sfida strategica da gestire con pragmatismo e difese rafforzate
Non solo Tap, Urso a Baku per l'accordo Ansaldo (e rafforzare la cooperazione)
L’accordo conferma la postura del governo di Roma in un fazzoletto di terre e di equilibri decisivo, che spazia fra tematiche primarie come le risorse energetiche, le nuove sfide ambientali, la sicurezza regionale, la diffusione del know how italiano, le infrastrutture come il Trans Caspian Transport Corridor, di importanza centrale per i flussi energetici e di trasporto anche in chiave europea
La svolta asiatica Usa spiana la strada all’intelligence Uk? Cosa succede nella Nato
L’ammiraglio francese Pierre Vandier, comandante supremo alleato per la trasformazione della Nato, ha chiesto al Regno Unito di assumere un ruolo guida nelle operazioni di intelligence dell’Alleanza mentre gli Stati Uniti si concentrano sull’Asia per affrontare la Cina. Una proposta significativa per le relazioni bilaterali con la Francia ma anche e sopratutto per la sicurezza europea
Le sfide della deterrenza atlantica nell’era della velocità. Il dialogo Cavo Dragone-Vandier
Durante il Nato Public Forum all’Aja, gli ammiragli Cavo Dragone e Vandier hanno delineato le priorità strategiche dell’Alleanza: colmare il debito di capacità, accelerare i tempi decisionali e rendere operativi i nuovi target militari. L’esperienza ucraina, le sfide del procurement e il peso dell’opinione pubblica emergono come snodi critici nel percorso verso una Nato più pronta e coesa. Tra innovazione sul campo e limiti strutturali, si delinea un equilibrio difficile ma necessario
Non solo Byd. La Cina mette un altro piede in Europa con la Aiib
La Asian investment and infrastructure bank, alter ego cinese della Banca mondiale e motore finanziario della Belt and road, potrebbe presto aprire la sua prima sede nel Vecchio continente, per la precisione a Londra. Con l’obiettivo dichiarato di attrarre e drenare nuovi capitali. Mentre i dazi di Trump affossano ancora l’e-commerce del Dragone
Italia-Libia, il business come leva geopolitica (anche a Bengasi)
La premier Giorgia Meloni avverte che l’est e il sud della Libia sono già le principali teste di ponte della Russia in Africa. Per l’Italia è urgente impedire che Mosca rafforzi la propria influenza nel Mediterraneo attraverso la Libia. E il business con Bengasi può essere una chiave