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“Basta con la retorica sulla Brexit”, dice John Healey. Il segretario alla Difesa del Regno Unito parla di difesa, ma anche di pesca. Perché i due dossier sembrano sempre più collegati man mano che ci sia avvicina al summit tra Regno Unito e Unione europea in agenda il prossimo 19 maggio.

L’entente cordiale tra Londra e Parigi sembra non essere troppo cordiale su questi due temi.

Da una parte Francia e Regno Unito, le potenze nucleari europee, sono oggi leader in Europa in termini di hard power, come ha dichiarato il primo ministro ceco Petr Fiala in un’intervista al quotidiano britannico Financial Times evidenziando anche come l’equilibrio del potere si stia spostando in risposta alla minaccia della Russia e alle pressioni degli Stati Uniti. E sono anche in prima linea al fianco dell’Ucraina davanti all’aggressione russa, con la proposta di una “coalizione di volenterosi”. La scorsa settimana Kaja Kallas, Alta rappresentante dell’Unione europea per la politica estera, e David Lammy, segretario agli Esteri britannico, hanno firmato un editoriale a due per Politico nel quale ricordano che il Regno Unito “ha lasciato l’Unione “europea” con la Brexit, ma nella sfida per “mantenere sicuro il continente” l’Europa nel suo complesso non può prescindere “dalla somma” delle forze di Bruxelles e Londra. Proprio facendo leva sulla sicurezza, il governo britannico di Sir Keir Starmer punta a un reset delle relazioni con l’Unione europea.

Ma dall’altra c’è la questione che per anni ha rappresentato un ostacolo nei negoziati per l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea e i rapporti attuali: i diritti di pesca nelle acque britanniche, che hanno generato tensioni soprattutto con Boris Johnson primo ministro britannico e Emmanuel Macron presidente francese.

Proprio a Politico, Jessica Rosencrantz, ministro degli Affari europei svedese, ha evidenziato l’urgenza di procedere rapidamente con un accordo formale di sicurezza con il Regno Unito, in un contesto di crescenti tensioni legate alla crisi ucraina e al riarmo dei Paesi. Ma ha anche sottolineato che i governi degli Stati membri dell’Unione europea difficilmente approveranno un patto di sicurezza con il Regno Unito se non si trovano soluzioni anche per altre questioni “sensibili”, come l’accesso delle flotte da pesca europee alle acque britanniche. Un accordo che risolva il tema della pesca sarebbe fondamentale per “costruire fiducia” tra Londra e Bruxelles, ha aggiunto. Sempre Politico evidenzia come è la Francia, in particolare, a essere decisa a ottenere condizioni di pesca più favorevoli in cambio di un riavvio dei rapporti con il Regno Unito. Altri dossier sul tavolo sono un progetto di mobilità giovanile e le politiche di frontiera per Gibilterra. Si cerca un’intesa per metà maggio.

Intanto, Parigi ha fatto segnare un punto a suo favore con la decisione della Commissione europea di escludere le aziende di difesa di Stati Uniti, Regno Unito e Turchia dal nuovo fondo da 150 miliardi di euro per il riarmo. La misura, sostenuta fortemente dalla Francia (e contraria agli interessi dell’Italia, considerato i legami dell’industria della difesa italiana con quelle americana, britannica e turca), mira a rafforzare l’industria europea con un approccio “Buy European”. A tal proposito Healey ha spiegato che Londra è favorevole ad appalti congiunti con i Paesi europei e ha ricordato, come esempi, i caccia Eurofighter Typhoon e i missili aria-superficie Storm Shadow e Meteor.

L'intesa sulla difesa tra Londra e Bruxelles dipende dalla pesca. Ecco perché

I negoziati per un patto di difesa tra Regno Unito e Unione europea sembrano appese all’ormai storica controversia sui diritti di pesca. Il segretario Haley: “Basta con la retorica della Brexit”. Appuntamento il 19 maggio

Dopo l’F-47 arriva anche la commessa per il nuovo caccia della Marina Usa

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