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Bruxelles e Ottawa sono più vicine che mai nel settore della difesa. Durante la serata di lunedì 23 giugno, in occasione di un incontro con alcune figure apicali europee, il primo ministro canadese Mark Carney ha firmato il documento che stabilisce l’istituzione di una “defence and security partnerhsip” tra il Canada e l’Unione europea in risposta a un contesto globale sempre più complesso e minaccioso.

Il documento stabilisce una cooperazione strutturata in svariati ambiti che vanno dalla mobilità militare e dalla sicurezza cibernetica alla lotta alle minacce ibride e alla disinformazione, al contrasto al terrorismo, al controllo degli armamenti, e ancora alla sicurezza marittima, allo spazio, alle tecnologie emergenti e alla sicurezza climatica. Viene inoltre ribadito da parte degli attori firmatati il loro incondizionato sostegno all’Ucraina, dentro e fuori dall’ambito strettamente militare.

Viene istituito lo svolgimento di un incontro di alto livello a cadenza annuale relativo ai temi della sicurezza e della difesa, oltre che frequenti consultazioni sulle stesse tematiche e la partecipazione a esercitazioni congiunte. È prevista anche la cooperazione nella formazione, nella costruzione di capacità nei Paesi terzi e nella promozione dell’agenda “Donne, Pace e Sicurezza”.

Inoltre, il documento aprirà la strada alle aziende canadesi per accedere al programma di appalti congiunti Safe dell’Ue, programma che ammonta ad un valore totale di 150 miliardi di euro. Questi fondi sono stati istituiti per finanziare grandi progetti comuni, con solo il 35% dei soldi stanziati per il progetto che può essere utilizzato per acquistare armi da Paesi che non hanno aderito al piano. Per ottenere il pieno accesso al programma per le loro industrie nazionali di difesa, altri Paesi oltre al Canada hanno stipulato accordi di difesa con l’Unione europea. La Gran Bretagna ne ha firmato uno a maggio, mentre l’Australia ne ha concluso uno proprio la settimana scorsa. Gli Stati Uniti non hanno invece un accordo di questo tipo, il che significa che la quantità di materiale di produzione americana che potrà essere acquistato attraverso il programma sarà limitato.

Il partenariato, come viene ribadito nel documento stesso, è complementare alla cooperazione già esistente all’interno del framework della Nato e mira a rafforzare ulteriormente la sicurezza euro-atlantica. Ma il fatto stesso che la firma del documento avvenga poche ore prima dell’apertura del 51°Summit dell’Alleanza Atlantica nella cittadina olandese dell’Aja ha un significato concreto. Di fronte all’approccio seguito dal presidente statunitense Donald Trump, che ha messo in discussione la stabilità dei rapporti tra gli Stati Uniti ed i propri alleati non soltanto nel fondamentale settore della sicurezza collettiva ma anche della sicurezza stessa dei singoli Stati (basti pensare a quanto detto da Trump sul Canada), Bruxelles e Ottawa hanno scelto di far sì che già al summit dell’Aja emerga questo “fronte comune” volto a contenere le pressioni statunitensi. Fronte che sembra però destinato a perdurare anche dopo la fine della kermesse.

“Abbiamo una partnership eccellente, tra due democrazie forti, legate da vincoli storici e connesse da un partenariato commerciale dinamico, equo e aperto”, ha dichiarato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen immediatamente prima del vertice con Carney, “È ora di passare al livello successivo, di aumentare l’intensità del nostro partenariato”. Poco dopo la firma del documento, la presidente della Commissione ha definito il nuovo accordo di sicurezza e difesa con il Canada “il più completo che abbiamo mai concluso”. Aggiungendo con enfasi: “Come dice il proverbio, i tempi duri rivelano i veri amici”.

La nuova partnership sulla difesa tra Ue e Canada è anche un messaggio agli Usa

La partnership firmata da Canada ed Unione europea, il più completo accordo di sicurezza e difesa mai concluso da Bruxelles con un Paese terzo, prevede la cooperazione strutturata in ambiti chiave, un rinnovato sostegno all’Ucraina, e una maggior integrazione industriale. Suggerendo la nascita di un nuovo asse interno alla Nato

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