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Quaranta miliardi di sterline, che al cambio fanno 54 miliardi di dollari, nel giro dei prossimi tre anni. A tanto ammonta l’investimento che Amazon farà nel Regno Unito, strappando un sorriso al premier Keir Starmer. L’accordo, esulta il primo ministro laburista che aveva incontrato l’amministratore delegato Andy Jassy, “aggiunge un’altra importante vittoria al paniere britannico ed è un enorme voto di fiducia nel Regno Unito come miglior posto per gli affari”. Nel concreto, “significa migliaia di nuovi posti di lavoro, opportunità reali per le persone in ogni angolo del Paese di costruire carriere, imparare nuove abilità e sostenere le loro famiglie”. E ancora: “Che si tratti di IA all’avanguardia o di consegne in giornata, questo accordo dimostra che il nostro Piano per il cambiamento sta funzionando: porta investimenti, stimola la crescita e porta più soldi nelle tasche dei cittadini”.

Secondo il programma, quei 40 miliardi andranno per la realizzazione di quattro centri di distribuzione, garantendo circa 4.000 nuove occupazioni. Una parte dell’investimento, 8 miliardi di sterline, erano stati già annunciati a settembre 2024 e andranno per la costruzione e la messa in operatività di creare centri dati in Gran Bretagna. Serviranno per la ristrutturazione dei Bray Film Studios, comprati un anno fa, così che si possa dare seguito all’intesa sottoscritta lo scorso dicembre tra Amazon e Game Workshop per la produzione dei film e serie televisive che hanno come tema principale il fantasy.

L’accordo certifica quello che sembra essere ormai una certezza. La Gran Bretagna è diventata il nuovo polo dell’intelligenza artificiale. O, come aveva detto qualche giorno fa il ceo di Nvidia Jenseng Huang, sta vivendo un momento da “Riccioli d’oro”. Un complimento che arrivava in seguito alla stipula di alcuni accordi siglati a inizio mese, quando il colosso dei semiconduttori americani aveva annunciato l’istituzione di un nuovo forum dell’IA Oltremanica, così come l’implementazione da parte dei servizi cloud Nscale e Nebius delle strutture di elaborazione grafica Blackwell.

A gennaio, il premier Starmer aveva annunciato investimenti per rafforzare di venti volte la potenza di calcolo pubblica entro la fine del decennio per utilizzare l’IA in qualsiasi aspetto della vita pubblica. Questo nonostante la popolazione avesse lanciato un grido di allarme sui nuovi strumenti tecnologici, spaventati dai loro effetti. “L’intelligenza artificiale porterà cambiamenti incredibili nel nostro Paese”, assicurava Starmer nel tentativo di fugare le ansie dei suoi concittadini. “Dalla personalizzazione delle lezioni da parte degli insegnanti, al supporto alle piccole imprese nella tenuta dei registri, all’accelerazione delle richieste di pianificazione. Ha il potenziale di trasformare la vita dei lavoratori”. L’intelligenza artificiale era una priorità anche del governo precedente, di stampo conservatore. Va infatti ricordato che l’ex primo ministro Rishi Sunak aveva convocato nel Paese a Bletchley Park l’AI Safety Forum, per mettere in guardia sui pericoli dello sviluppo incontrollato, mettendo a segno un grande successo diplomatico.

Il Regno Unito dunque è già diventato un polo attrattivo mondiale per gli investitori di IA. Alla terra di Sua Maestà guardano le grandi aziende, le ultime due Amazon e Nvidia. “L’ecosistema è davvero perfetto per il decollo”, sottolineava Huang. “Manca solo una cosa”. Ovvero, una infrastruttura nazionale per l’IA, probabilmente già in cantiere.

Amazon

Come il Regno Unito è diventato il nuovo centro dell'IA

Dopo Nvidia, anche Amazon decide di investire Oltremanica: pronti 40 miliardi di sterline nel prossimo triennio. La conferma di come il Paese sia diventato un vero e proprio hotspot tecnologico, a cui guardano con interesse sempre più aziende. Molto deriva dal lavoro dell’attuale governo laburista, che segue però la strada indicata da quello precedente di stampo conservatore

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