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United Launch Alliance (Ula), joint venture nata nel 2006 tra Lockheed Martin e Boeing, rafforza la sua base contrattuale per il lancio di satelliti nello spazio. L’ultimo traguardo in termini temporali risale all’inizio di questa settimana e riguarda l’aggiudicazione di un contratto con l’Air Force Usa del valore di 882 milioni di dollari. A darne l’annuncio una nota del Pentagono in cui si legge che si tratta di una estensione all’anno fiscale 2016 del precedente contratto per le capacità di lancio di tipo EELV (Evolved Expendable Launch Vehicle) che prevede l’uso dei veicoli di lancio della famiglia Delta IV e Atlas V.

Ula offre ai suoi clienti – tra cui il Dipartimento della Difesa Usa, la Nasa e l’Air Force – lanci satellitari nell’ambito delle telecomunicazioni, delle osservazioni metereologiche e della sicurezza nazionale.

Tra le voci di spesa coperte dal contratto appena sottoscritto rientrano le capacità di lancio, le attività di supporto e manutenzione, l’ammortamento dei veicoli di lancio, i costi assicurativi e di gestione del programma, l’integrazione dei veicoli spaziali con i veicoli di lancio.

I lavori si svolgeranno tra Littleton in Colorado, e le basi di lancio di Vandenberg in California e Cape Canaveral in Florida. La conclusione delle attività è prevista per il 30 settembre 2016. La Reuters riporta che non è ancora stato reso noto il numero di razzi che saranno lanciati sulla base di quest’ultimo contratto.

Grazie al nuovo National defence authorization act, Ula potrà utilizzare nove motori RD-180, di fabbricazione russa, per lanciare i suoi razzi Atlas V nell’ambito di contratti militari e di spionaggio. Nel 2015, in risposta all’annessione della Crimea da parte della Russia, il disegno di legge aveva limitato l’uso di questi motori a cinque. Tuttavia, come riportato da Space News, Ula afferma di aver bisogno di almeno 14 motori RD-180 per poter partecipare e aggiudicarsi nuovi contratti in attesa dell’introduzione del suo nuovo veicolo di lancio Vulcan Rocket.

Vulcan Rocket fa parte dei Sistemi di lancio di nuova generazione della United launch alliance, dotati di ingegneria americana e operativi a partire dal 2019. Con questa nuova ingegneria Ula potrà fornire delle capacità di lancio non solo affidabili, ma anche sempre più economiche, accessibili e commercializzabili.

Il mercato dei lanci satellitari per missioni di tipo militare e di spionaggio è stato scosso dall’ingresso di SpaceX, la società di Elon Musk che lo scorso maggio ha ottenuto la certificazione dell’Air Force per effettuare lanci spaziali in campo militare. Come aveva riconosciuto lo stesso segretario dell’Air Force Deborah Lee James: “La presenza di un mercato commerciale nello spazio abbassa i costi per i contribuenti e migliora le capacità di adattamento militari”. La competizione sta quindi generando secondo gli addetti ai lavori interessanti evoluzioni nel settore.

In questo quadro Ula e l’Air Force continuano a rafforzare la loro collaborazione e a ricercare soluzioni innovative ed economicamente efficienti. Oltre al contratto di 882 milioni di dollari, in agosto è stata data comunicazione dell’implementazione dell’Off-site vertical integration (Ovi) che, riducendo sia le manovre di sollevamento alla Vertical integration facility di Cape Canaveral sia il tempo che intercorre tra i lanci “garantisce un’operatività con i veicoli di lancio Atlas più sicura ed efficiente” come riconosciuto dal vice presidente di Ula Jim Sponnick.

Boeing e Lockheed Martin, tutte le ultime commesse spaziali

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