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La vicenda tra Elon Musk e la giustizia brasiliana era iniziata il 3 aprile scorso, quando il giornalista americano Michael Shellenberger aveva acceso la miccia. In un post su X aveva accusato il giudice del Tribunale supremo federale del Brasile, Alexandre de Moraes, di aver “chiesto illegalmente a Twitter di rivelare informazioni private sugli utenti che hanno utilizzato hashtag da lui ritenuti inappropriati”. Ha poi “chiesto l’accesso ai dati interni violando la politica della piattaforma”. Inoltre ha “censurato di sua iniziativa e senza alcun rispetto per il giusto processo i post su Twitter dei parlamentari del Congresso brasiliano”. Infine, “ha cercato di trasformare le politiche di moderazione dei contenuti di Twitter in un’arma contro i sostenitori dell’allora presidente Jair Bolsonaro”.

Dopo questo messaggio si è scatenato il pandemonio, oltre l’ira di Musk, pronto a sfidare la giustizia. “Questa censura aggressiva sembra violare la legge e la volontà del popolo brasiliano”, ha tuonato il miliardario. “Perché lo stai facendo Alexandre? Perché in Brasile chiedete così tanta censura?”. Poi, il guanto di sfida: “Stiamo revocando tutte le restrizioni. Questo giudice ha imposto pesanti multe, ha minacciato di arrestare i nostri dipendenti e ha tagliato l’accesso a X in Brasile. Di conseguenza, probabilmente perderemo tutti i guadagni e dovremo chiudere il nostro ufficio. Qualcuno salvi il Brasile!”.

Questo è probabilmente un breve ma esemplificativo riassunto di ciò che sta accadendo tra Musk e il Brasile, ma è niente rispetto a quello che potrebbe accadere. L’ipotesi di ripristinare gli account collegati all’estrema destra per legge – in quanto avevano diffuso materiale sull’assalto al Parlamento dell’8 gennaio 2023 – ha fatto subito scattare l’allarme, per cui gli operatori delle telecomunicazioni sono stati già preallertati su un possibile spegnimento di X in tutto il paese.

Per ora, il giudice Moraes ha aperto un’inchiesta sul tycoon sudafricano, accusato di aver “dato il via a una campagna di disinformazione” mettendo in discussione l’ordine emanato da un tribunale. “La flagrante condotta di ostruzione alla giustizia brasiliana, l’incitamento al crimine, la minaccia pubblica di disobbedienza agli ordini dei tribunali e la mancanza di cooperazione della piattaforma sono fatti che mancano di rispetto alla sovranità del Brasile e rafforzano il collegamento con la strumentalizzazione criminale intenzionale della giustizia brasiliana”, ha spiegato. La pena a cui va incontro non è delle più leggere, prevedendo una sanzione di 18mila euro per ogni account riattivato.

L’accusato, da parte sua, si difende con le solite armi. Anzi per la verità è sempre la stessa, il free speech di cui si sente capo-popolo affinché tutti possano dire la loro. “Quello che Lula Ignazio da Silva e Moraes stanno facendo è un’oltraggiosa violazione della Costituzione brasiliana e della Dichiarazione dei diritti umani delle Nazioni Unite”, ha scritto domenica il proprietario di Tesla in un post successivo prendendosela anche con l’attuale presidente.

Va da sé che c’è chi non ha perso tempo per sfruttare la sua occasione politica, cavalcando l’onda alzata da Musk. Moraes è infatti lo stesso giudice che ha messo sotto inchiesta Bolsonaro, subito partito alla carica convocando una manifestazione a Copacabana per il prossimo 21 aprile. “Discuteremo e vi porteremo informazioni sul nostro stato di diritto e sulla più grande fake news della storia del Brasile, riassunta nella bozza di golpe” – un riferimento all’assalto al Parlamento dello scorso anno. “Lotteremo per la nostra democrazia e la nostra libertà”, ha affermato in un video pubblicato sui suoi canali social.

Con una chiosa sullo scontro tra Moraes e Musk. “Questo caso che stiamo seguendo ha dell’incredibile, ma vi confesso che non è una novità per me. L’ho vissuto in prima persona. La nostra libertà oggi, gran parte di essa, è nelle mani di Musk. L’azione che sta intraprendendo, quello che ha detto, non essersi lasciato intimidire e aver affermato che andrà avanti con questa idea di lottare per la libertà del nostro paese”. In poche parole, per l’ex presidente brasiliano Musk è “un mito della libertà”.

Musk sfida la giustizia brasiliana. Come e perché si è arrivati allo scontro

Il proprietario di X ha minacciato di riattivare alcuni account eliminati per aver diffuso materiale relativo all’assalto del Parlamento di un anno fa, andando contro il il giudice del Tribunale supremo federale, Alexandre de Moraes. Lo fa in nome del free speech, ma la piattaforma rischia di essere spenta in tutto il Paese. E Bolsonaro sfrutta l’occasione per il suo tornaconto

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