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208 esami a rischio spreco. È lunga la lista delle prestazioni sulle quali opererà la spending review del ministero della Salute che vigilerà sull’appropriatezza delle prescrizione diagnostiche ad opera dei medici, prevedendo sanzioni per chi prescrive esami non necessari.

Si tratta in particolar modo di risonanze magnetiche ed esami di laboratorio il cui ammontare è stimato tra i 10 e i 13 miliardi all’anno. Cifre che secondo il ministro Beatrice Lorenzin potrebbero essere invece ridistribuite nel tempo all’interno del Servizio sanitario nazionale.

All’indomani dell’incontro con il ministro Lorenzin per confrontarsi sul documento, i medici, già in rivolta, parlano di un “decreto sbagliato”.

LE CAUSE

Ma perché i camici bianchi avrebbero abusato delle loro facoltà durante questi anni? La risposta – si legge in un dossier di Ania, l’associazione nazionale fra le imprese assicuratrici – si chiama “medicina difensiva”: “Nel timore di dover essere portati in tribunale per pratiche considerate scorrette i sanitari, in pratica, prescrivono più medicine e analisi di quelle di cui un paziente avrebbe bisogno, consigliano inutili o addirittura dannose per lo stesso motivo e talvolta rifiutano le cure se un paziente è considerato “a rischio di lite””, si legge nel dossier dell’Ania.

I COSTI DELLA MEDICINA DIFENSIVA

Nel report si legge che “l’Italia è uno dei paesi al mondo dove si fanno più risonanze magnetiche: circa 9 milioni l’anno. Secondo molti medici almeno della metà si potrebbe fare tranquillamente a meno”.

Lo studio a cui l’associazione fa riferimento è stato condotto nel 2010, a livello nazionale, dall’Ordine dei medici di Roma, utilizzando un campione di 2783 sanitari.
Nel complesso, la ricerca valuta in 13 miliardi di euro l’anno il costo di simili pratiche che comprendono la prescrizione di farmaci, le visite specialistiche, gli esami di laboratorio e i ricoveri. Il loro ammontare è pari all’11,8% della spesa sanitaria totale (pubblica e privata).

LA PAROLA AI MEDICI

Ecco a quanto ammonta la percentuale di esami prescritti seppur giudicati come non strettamente necessari dagli stessi sanitari: circa il 71% dei medici intervistati dall’ordine dei medici di Roma ha dichiarato di “prescrivere esami di laboratorio per ragioni di medicina difensiva e, mediamente, tali prescrizioni costituiscono il 21% circa di tutte le prescrizioni”.
La percentuale cresce ancora di più se si passa agli esami strumentali: “Circa il 75,6% dei medici dichiara di prescrivere esami strumentali per ragioni di medicina difensiva”. Tali prescrizioni rappresentano il 22,6 % circa di tutte le prescrizioni.

LE STIME DI AGENAS

A numeri simili è giunta l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) : “La medicina difensiva si conferma un problema in progressiva espansione per il Ssn con un impatto stimato tra i 9 e i 10 miliardi, pari al 10,5% della spesa sanitaria, ovvero lo 0,75% del Pil (165 euro a testa)”, si legge in uno studio di Agenas pubblicato nell’aprile scorso.

“Il 58% dei medici – continuo lo studio – dichiara di praticarla e gli effetti sono enormi: in termini di costi erode il 14% della spesa totale per la farmaceutica, il 25% per gli esami strumentali, il 23% per gli esami di laboratorio e l’11% per le visite specialistiche”.

meningite

Così Ania plaude alla Lorenzin sulle analisi superflue

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