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Dopo lo stato di avanzamento del processo di liberalizzazione di settori a rete dell’energia (elettrico e gas), e quello di banche e assicurazioni, ecco alcuni estratti del settore delle comunicazioni (telecomunicazioni e servizi postali) pubblicati nel report di I-Com dal titolo “Lo stato delle liberalizzazioni in Italia”
(Ecco chi c’era e cosa si è detto alla presentazione del rapporto di I-Com)

Occorre fare una distinzione tra le telecomunicazioni ed i servizi postali. Il settore delle telecomunicazioni ha, infatti, conosciuto un processo di forte liberalizzazione, che si può dire ormai quasi prossima alla completa realizzazione in tutti i Paesi esaminati.

La Gran Bretagna fa certamente da capofila in questo processo, essendo stata anche il Paese precursore, con l’adozione di misure ad hoc già a partire dai primi anni Ottanta. Nonostante la forte spinta all’apertura del mercato sia giunta solo sul finire degli anni Novanta, l’Italia negli ultimi anni segue in maniera molto prossima la Gran Bretagna in quanto ad eliminazione delle barriere alla liberalizzazione del mercato.

Stupisce, al contrario, la situazione del settore in Germania, dove nell’ultimo quadriennio è stato paradossalmente registrato un incremento del grado complessivo di restrittività.

Mentre le barriere all’ingresso risultano ormai quasi completamente abbattute, il principale elemento ostativo è rappresentato dalla concentrazione del mercato, che infatti registra variazioni negative molto contenute nelle telecomunicazioni mobili – i Paesi più performanti sono Francia e Spagna, con riduzioni nella concentrazione di solo il 15,6% e 16,7%, rispettivamente, nel giro di 8 anni – o addirittura positive, come nel caso della Gran Bretagna (+28% nello stesso periodo).

Nelle telecomunicazioni si rileva un calo generalizzato dei prezzi – seppur abbastanza contenuto – nel periodo 2005-2013, ad eccezione della Gran Bretagna che registra invece un aumento.

Per quel che riguarda i servizi postali, invece, la situazione risulta più variegata. Il settore postale vede un andamento del livello di restrittività similare per quasi tutti i Paesi considerati, con una graduale diminuzione nei decenni (con un’eccezione significativa che riguarda la Spagna). Tra i Big 5, negli ultimi anni, è sempre la Gran Bretagna ad attestarsi come Paese maggiormente liberalizzato, insieme al Paese iberico. Con una posizione di ritardo dell’Italia che continua, nonostante i miglioramenti registrati nel tempo, in particolare nel 2011.

In effetti, se osserviamo i trend nel periodo 2005-2013, l’Italia fa registrare una variazione leggermente superiore alla media europea, superata tra i Big 5 soltanto dalla Gran Bretagna.

Anche per il settore postale le componenti della restrittività analizzate sono le barriere legali all’ingresso e la concentrazione del mercato. Tra i diversi Paesi UE la concentrazione di mercato risulta ancora elevata mentre progressi significativi sono stati realizzati nella rimozione delle barriere all’entrata. Solo per l’Italia le barriere all’ingresso risultano ancora significative, andandosi a sommare a un livello di concentrazione più elevato che altrove.

I livelli di concentrazione nel settore postale, ancora molto elevati in tutti i Paesi, impediscono evidentemente il calo dei prezzi che ci si aspetterebbe; si registrano, al contrario, aumenti – o, al più situazioni stazionarie – con nel caso di Germania ed Italia.

Poste, a che punto è la liberalizzazione. Rapporto I-Com

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