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Dagli orfani della destra sociale capitolina, scottati dall’esperienza al Campidoglio di Gianni Alemanno, agli attivisti di CasaPound bollati come neofascisti. Fino ai leader dei principali movimenti nazionalisti europei.

E’ un popolo che va ben oltre la Lega Nord quello che si raduna domani alle 15 in piazza del Popolo a Roma, chiamato a raccolta dal segretario federale del Carroccio, Matteo Salvini. Al quale però quel ruolo da capo di un partito a vocazione territoriale sta sempre più stretto, tanto da aver lanciato l’allargamento leghista al Sud con l’operazione della lista “Noi con Salvini”.

La manifestazione “Renzi a casa”, alla quale sono attese circa 50mila persone, sarà il battesimo della nuova destra italiana, rifondata da un 40enne lombardo che nel suo curriculum non vanta molti attestati d’amore al tricolore e alla patria ed è entrato in Lega dalla porta dei Comunisti Padani. Ma i temi di cui parla, dal contrasto all’immigrazione clandestina alla sicurezza, fanno presa in quell’elettorato, che un tempo guarda in prevalenza a Gianfranco Fini.

IL NUOVO LEADER VISTO DA DESTRA 

“Salvini è il motore della spinta per mettere assieme la Lega, i delusi dell’Ncd, una nuova Forza Italia che ora ha smarrito se stessa e chi ci vorrà stare nella sagoma di una futura coalizione”. Sono parole dell’ex ministro Andrea Ronchi, ex finiano pentito, affidate a il Tempo, quotidiano romano che segue con attenzione le evoluzioni di Salvini. Al segretario del Carroccio, sempre dalle colonne del giornale diretto da Gian Mario Chiocci, arriva pure la benedizione del senatùr Umberto Bossi: “Ora c’è la consapevolezza che non c’è un Nord contrapposto a un Centro-Sud e che se la Lega si espande è per aiutare gli italiani a uscire dalla crisi”; inoltre, “se c’è la contestazione dei centri sociali vuol dire che Salvini sta andando nella direzione giusta”. Insomma, Matteo – “quello buono” come precisano i suoi – è sulla strada giusta. Più articolata, invece, l’analisi che fa Francesco Storace nel suo editoriale dal titolo “Occhio alla zattera” pubblicato sul Giornale d’Italia. Il leader de La Destra si compiace della manifestazione salviniana “La desolazione – scrive – è altrove, nella destra che non c’è più e che si aggrappa al Carroccio come i disperati dalla Libia sui barconi per Lampedusa”. Quindi l’avvertimento: “Ecco, Salvini deve stare attento al trasformismo di chi lo abbraccia improvvisamente”. Detto ciò, una cosa è chiara: “Meglio Matteo di qua che Matteo di là”.

DA FRATELLI D’ITALIA A FIGLIOCCI DI SALVINI?

Il timore che Fratelli d’Italia a forza di accodarsi alle battaglie salviniane finisca per venire svuotato al suo interno c’è. La leader Giorgia Meloni qualche giorno fa su Repubblica ha lanciato l’idea di una “destra moderna, giovane e all’altezza delle sfide” escludendo la presentazione di liste uniche ma sposando in pieno le istanze del Carroccio. Sabato 7 marzo a Venezia toccherà a Fdi tenere la sua manifestazione, in questo caso a Venezia, quasi in un gioco di scambio di territori con i leghisti. I meloniani lanciano lo slogan “Difendiamoci” e per cercare di distinguersi dall’alleato-concorrente provano a sfoderare temi come la patria, la legalità e la guerra al terrorismo islamico.

TUTTI SUL CARRO(CCIO) DI SALVINI 

In piazza del Popolo, ad ascoltare anche l’atteso videomessaggio recapitato da Marine Le Pen leader del Front National francese, ci saranno diverse anime della destra. Qualche giorno fa il Messaggero ne ha messe in fila alcune: gli ex storaciani dell’Unione della Tuscia, il gruppo Riva di Destra guidato dall’ex An, Fabio Sabbatani, quelli di Difendiamo l’Italia del consigliere regionale Fabrizio Santori, insieme a movimenti locali o di opinione come Aprilia in prima linea o Intellettuale dissidente. A questi si aggiunge il nuovo movimento Sovranità lanciato qualche giorno fa a Milano dall’ex deputato di An Alberto Arrighi. E ancora quei pezzi di destra romana già (o quasi) confluiti in Noi con Salvini, dal consigliere comunale Marco Pomarici all’ex portavoce nazionale di Ncd, Barbara Saltamartini, passata al Gruppo Misto alla Camera, fino a suo marito Pietro Di Paolo, appena dimessosi da capogruppo di Ncd in Regione.

Ad attirare l’attenzione dei media ci sono poi i nazionalisti stranieri: da Goetz Kubischek, capo di Pegida, il movimento anti-islamico nato a Dresda che riempie le piazze delle città tedesche, a Bloc Identitaire, un concorrente in Francia del Front National balzato agli onori delle cronache nel 2013 per avere occupato la moschea di Poitiers a Parigi. Incerta la presenza dell’olandese Geert Wilders, fondatore del Partito per la libertà dichiaratamente anti-islamico, mentre hanno assicurato che saranno a Roma gli austriaci del Fpo e i fiamminghi del Vlaams Belang. In piazza del Popolo, infine, sventoleranno anche le bandiere russe, portate dall’associazione Rim, giovani italo-russi i quali, data la folgorazione di Salvini per il presidente Vladimir Putin, hanno deciso di non mancare all’appuntamento.

LA MOBILITAZIONE SALVINIANA DAL SUD

In piazza del Popolo sono attesi anche gli animatori della lista Noi con Salvini presenti nel Mezzogiorno (qui una mappa aggiornata). Dalla Sicilia, dove a costruire il partito ci sta pensando il deputato ex Pdl e Mpa Angelo Attaguile (proprio nei giorni scorsi ha soffiato al Movimento 5 Stelle alcuni esponenti a Canicattì), ai pugliesi capitanati dal sindacalista barese dell’Ugl Rossano Sasso. In Campania la guida del movimento è al momento affidata a una triade composta dall’ex missino Gianluca Cantalamessa, dal docente universitario ambientalista Vincenzo Pepe e dal presidente di una Bcc del casertano Valentino Grant. A Roma dovrebbero arrivare pure gli aderenti al Movimento terra e lavoro (Mtl) che in Calabria ha stretto un patto con Salvini. Dietro le quinte, seduto alla regia di questa operazione sudista della Lega, il senatore Raffaele Volpi.

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