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GRECIA

Eurogruppo, Consiglio Europeo e Commissione hanno pubblicato nella notte un comunicato che riafferma la validità dell’accordo del 20 febbraio, ribadendo che se i colloqui politici avvengono a Bruxelles, il dialogo a livello tecnico avrà luogo ad Atene. Nelle ultime settimane era sorto un aspro contrasto sia sui limiti della missione tecnica ad Atene, sia sull’interpretazione dell’autonomia di cui il governo ellenico gode nell’introdurre misure senza consultare i creditori, due prove che l’accordo del 20 febbraio ha continuato fino a ieri ad avere significati molto diversi per le due parti, nonostante il messaggio inviato allora dall’Eurogruppo forse apparso molto chiaro (quasi) a tutti. Il comunicato afferma che le autorità greche “presenteranno una lista completa di riforme specifiche nei prossimi giorni” e che l’Eurogruppo “è pronto a riunirsi non appena possibile”.

Tuttavia, soltanto i fatti diranno se l’incontro di ieri notte ha eliminato le differenze di interpretazione dell’accordo di un mese fa. Stimiamo che la Grecia necessiti fra aprile e agosto di ben 12,5 miliardi di fondi, al netto del rinnovo dei GRBL in scadenza, di cui 3,5 miliardi per rimborsi al FMI e 6,7 miliardi per il rimborso dei GGB detenuti da BCE. La copertura del fabbisogno richiederà una combinazione fra nuovi crediti (i 7,2 miliardi dell’ultima tranche del programma, il versamento dei profitti realizzati da BCE sull’SMP), maggiori emissioni di GRBL per almeno tre miliardi e tagli al bilancio – nonostante Tsipras continui ad affermare che non ci saranno nuove misure di austerità.

BCE

Il nuovo bollettino economico diffuso dalla BCE conferma lo scenario delineato nell’ultima riunione, secondo cui la ripresa economica si è gradualmente consolidata nella seconda metà del 2014 ed è attesa in ulteriore miglioramento agli inizi del 2015; secondo la BCE anche l’inflazione potrebbe gradualmente salire grazie all’inversione nell’andamento dei prezzi dei beni energetici e al consolidamento della ripresa economica; la Banca centrale ritiene fondamentale il contributo del nuovo programma PSPP, che sta già concorrendo significativamente ad allentare le condizioni finanziarie nell’Eurozona.

I rischi sono connessi alla Grecia ma anche alla persistenza e all’aumento degli squilibri macroeconomici e soprattutto di finanza pubblica in alcuni Paesi, che secondo la BCE sollevano “qualche interrogativo sull’applicazione e sull’efficacia del meccanismo preventivo”. L’istituto di Francoforte sottolinea anche la necessità di ulteriori riforme per la crescita in molti Paesi (tra cui l’Italia).

Nel frattempo, la BCE ha erogato nuova liquidità per 97,8 miliardi alle 143 banche che ne hanno fatto richiesta nel quadro della terza TLTRO (dopo gli 82,6 mld della prima e i 129,8 mld della seconda). Le attese erano tra i 40 e i 60 miliardi. Secondo voci di mercato, sarebbero state le banche italiane a fare la parte del leone con circa 30 miliardi di richieste. Infine, la BCE avrebbe dato il via libera a un ulteriore aumento di circa 400 milioni della liquidità d’emergenza erogata dalla Banca Centrale greca alle banche elleniche (ELA), portando il totale a circa 70 miliardi. Secondo alcune fonti, il governo greco avrebbe chiesto un esborso maggiore.

L'agenda guerra

Che cosa si agita fra Atene, Bruxelles e Francoforte

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