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Alle troppo disinvolte dichiarazioni sul ‘’congelamento’’ del Patto del Nazareno, i più stretti collaboratori di Matteo Renzi (con la consueta arroganza) hanno replicato: ‘’Meglio così’’. E’ loro convinzione che la solida maggioranza che ha eletto Sergio Mattarella sia pronta ad appoggiare l’azione del governo nel campo delle riforme, al punto da rendere irrilevante persino  la funzione del Ncd (che comunque non sarebbe in grado di passare in blocco all’opposizione). Ma il Sel, gli ex grillini e, soprattutto, la sinistra dem potrebbero davvero cambiare posizione sul jobs act, sulla politica economica, sulla legge elettorale e sul Senato delle autonomie? Ecco perché una nuova maggioranza non sarebbe possibile senza un vistoso mutamento di indirizzo nelle politiche fino ad ora seguite. Renzi se lo può permettere?

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Continuo a pensare che nel ‘’personaggio’’ Matteo Renzi ci sia qualche cosa di inquietante: ha troppa voglia di essere al comando da solo. Vince perché sa sparigliare il gioco degli altri, li sfida su regole che loro non conoscono e non sanno applicare. E’ una considerazione, questa, che vale, in particolare, per la sinistra del Pd. Farrebbe eccezione Silvio Berlusconi: anche lui, a suo tempo, ha scombinato i vecchi riti della politica. Il fatto è che, adesso, non ci riesce più.

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Matteo Renzi mi ricorda  un film di Tony Richardson del 1968 (‘’I seicento di Balaklava’’ nel titolo italiano) che raccontava la verità storica (non quella agiografica di Michael Curtiz, con tanto di Errol Flynn, ne ‘’La carica dei seicento’’ del 1936) del celebre assalto della Brigata di cavalleria leggera inglese nella valle di Balaklava durante la guerra di Crimea (dal 1853 al 1856). Seicento cavalleggeri, al comando di James di Cardigan, furono mandati al massacro, in un attacco frontale contro una batteria di cannoni russi, a causa di un ordine sbagliato o male interpretato. Nel film, il comandante della spedizione inglese (Fitzroy Somerset Raglan, un anziano generale, mutilato,  che citava sempre il duca di Wellington con cui aveva combattuto nelle campagne contro Napoleone) all’indirizzo di un giovane ufficiale che si era accorto dell’errore e che cercava disperatamente di rimediarvi, affermava: ‘’Non mi piace quell’ufficiale, cavalca troppo bene, è sempre sicuro di sé, non sbaglia mai. Quando tutti saranno come lui, la guerra somiglierà ad un assassinio’’.

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E’ importante che Sergio Mattarella abbia ricordato come vittima del terrorismo il piccolo Stefano Gay Taché. Non solo perché lo ha definito un ‘’bambino italiano, un nostro bambino’’, ma soprattutto perché non ha esitato a chiamare ‘’terroristi’’ quei palestinesi che lo assassinarono.

Che cosa rischia mr. Arrogance Renzi

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