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Cos’è il distributismo? Si tratta di una proposta di organizzazione politica, sociale ed economica ispirata all’enciclica di Leone XIII Rerum novarum (1891). Nasce nel 1913 ad opera di tre grandi pensatori e uomini d’azione cattolici come Hilaire Belloc (1870-1953), padre Vincent Mc Nabb (1868-1943) e, soprattutto, Gilbert Keith Chesterton (1874-1936). Quest’ultimo, in particolare, ha pubblicato nel 1925 il testo che viene considerato il “Manifesto” del distributismo, “Il profilo della ragionevolezza”, tradotto recentemente in italiano dalle edizioni Lindau (nel 2011).

UNA VIA DIVERSA DA MARXISMO E CAPITALISMO 

L’associazione “Società e Famiglia” (SeF), ha dedicato una intera giornata di studio sul distributismo, tenutasi a Roma nell’ambito della sua Scuola di Formazione Politica. Il 9° incontro, infatti (18 gennaio 2015), sul tema Distributismo, Una via diversa da marxismo e capitalismo, ha avuto come relatore l’imprenditore veneto Fabio Trevisan, fondatore dei Gruppi chestertoniani di Verona e redattore dell’Osservatorio Internazionale di Dottrina sociale della Chiesa “Card. Van Thuan”. Trevisan ha spiegato nella sua conferenza come, ancora oggi, la scelta tra economia commutativa ed economia distributiva, possa rappresentare un serio motivo di riflessione per politici ed economisti. Per questo è tutt’ora valida l’idea distributista di spingere verso una proprietà diffusa e non concentrata nelle mani di pochi. Tale ipotesi, solo apparentemente semplicistica, è quindi inclusa nel disegno programmatico di Società e Famiglia che, associazione di laici e cattolici che si richiamano alla Dottrina sociale della Chiesa, si sta organizzando per divenire partito e presentarsi alle elezioni. Per ora propone iniziative di promozione sociale e culturale e, la citata Scuola di Formazione Politica, s’ispira alle seguenti colonne portanti: la famiglia come istituto fondamentale, di carattere educativo, giuridico ed economico, per il risanamento della società; l’imprenditorialità diffusa come sede privilegiata per l’applicazione dei principi di solidarietà e sussidiarietà; il diritto naturale come fondamento vincolante della legge positiva; la difesa della vita dal concepimento alla morte naturale; la libertà e pluralità, nel contesto di una cornice di valori condivisi, della formazione scolastica e universitaria. Fra gli Autori di riferimento di Società e Famiglia è annoverato naturalmente Gilbert K. Chesterton, del quale, fra gli altri, si rilanciano vari pensiero e “profezie” anche sui temi eticamente sensibili. Per esempio, quello che si legge sul sito dell’associazione, che pare assai attuale oggi, sul matrimonio e la famiglia: “La questione particolare sollevata dal divorzio e dalle seconde nozze è che un uomo infranga e rifaccia la stessa promessa poco dopo”. Eccone, quindi, l’attualizzazione che ne viene data da Società e Famiglia: “Lo stesso ragionamento si applica a chi vuole distruggere la famiglia volendo chiamare famiglia rapporti che tale non sono”.

Il Domenicano P. Vincent Mc Nabb

IL “MOVIMENTO DISTRIBUTISTA ITALIANO”

Da alcuni anni, in Italia, opera anche un Movimento Distributista Italiano, fondato a Bergamo il 13 novembre 2012 da un gruppo di cittadini “sinceramente interessati a rimettere il senso comune, l’adesione al reale e l’uso della retta ragione al centro dell’agire politico, al di là di ogni ideologia e nell’interesse del bene comune”. Il 9 gennaio scorso il Movimento ha pubblicato un comunicato nel quale, partendo dall’esame della “gravità della situazione economico-sociale e politica in cui si trova il nostro paese all’inizio del nuovo anno, il 2015″, spiega la valutazione che, dal punto di vista distributista, è possibile fornire della crisi, cioè “l’esito finale di un ideologia fallace ed incongrua: il capitalismo”.

L’essenza del capitalismo, spiegano quindi i promotori del Movimento Distributista Italiano, può essere individuata in un assunto di fondo: “è bene che capitale e lavoro siano separati. Da questa matrice di pensiero, ha avuto origine il denaro-debito, un tipo di denaro cioè, unico nella storia, in grado di moltiplicarsi da solo”. Svincolandosi il “denaro-debito” da qualsiasi riferimento ad una riserva aurea (15 agosto 1975), è diventato “fiat money”, cioè puro elemento virtuale in grado di auto-prodursi. Per questo si propone “l’abolizione del denaro-debito bancario ed introduzione della proprietà popolare della moneta, legislazione distributista che favorisca l’unione tra capitale e lavoro e la creazione di comparti socio-lavorativi di settore che decidano tutte le questioni più importanti della sfera socio-lavorativa, incremento dell’autonomia economica delle famiglie”.

Oltre ad essere un dato moralmente riprovevole, l’attuale finanziarizzazione della moneta è anche economicamente insostenibile: “solo una ripartizione equilibrata delle risorse consente la stabilità e la prosperità dell’economia, una situazione cioè in cui ci sarà sempre chi può comprare e chi può vendere, e quindi un costante alto numero di scambi commerciali e di servizi”.

Utopico, potrebbe dire qualcuno? Esattamente l’opposto, sostengono i distributisti italiani. Del resto, come già diceva Chesterton nel 1917, l’”utopia”, cioè il “non luogo”, “è quella dei banchieri usurai, che sono riusciti, con strumenti convenzionali privi di logica e di senso comune, a creare un mondo artificiale staccato dalla realtà, in cui l’ordine naturale delle cose si ‘ rovesciato e l’uomo si è ritrovato asservito dell’economia, l’economia asservita al denaro”.

DISTRIBUTISMO CHESTERTONIANO A ROMA

A proporre un “ritorno al reale” in grado di superare questa crisi provocata da elementi non contingenti ma strutturali dell’economia, contribuisce anche il Centro studi Markets Culture & Ethics (MCE) della Pontificia Università della Santa Croce (PUSC). Nella seconda edizione del ciclo di seminari economici organizzato anche quest’anno a Roma, infatti, a trattare espressamente (nell’ultimo incontro) delle soluzioni distributiste cattolico sarà il direttore dell’Acton Institute Italia, Kishore Jayabalan. Il seminario dell’economista americano di origini indiane, intitolato “Il Distributismo Cattolico“, si terrà alla PUSC il 6 maggio prossimo, dalle ore 10.30-12.30, come IV Sessione dei “Seminari di Storia del Pensiero Economico e Fede Cristiana. Dai Fisiocrati al Distributismo Cattolico”.

Chesterton e il gran revival del distributismo

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