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Prima il 40% di Ansaldo Energia. Poi il 35% di Cdp Reti che possiede le quote di controllo di Snam e presto pure di Terna. Ora anche Ansaldo Breda ed Sts?

Di sicuro i gruppi cinesi stanno riservando un’attenzione particolare al nostro Paese. Certo, i dossier già chiusi o in fieri sono ben diversi. Non si possono mettere sullo stesso piano Ansaldo Energia (che molti osservatori ritenevano decotta dunque da smantellare e svendere al primo arrivato), Cdp Reti (la controllata della Cassa depositi e prestiti ha un ruolo strategico e di sicurezza nazionale viste le partecipazioni e considerato che potenzialmente potrebbe racchiudere altre reti infrastrutturali ora non ricomprese nel suo perimetro) e Ansaldo Breda (la controllata del gruppo Finmeccanica non spicca per conti in equilibrio e in redditizie prospettive economiche e industriali, visto che il bilancio 2023 si è chiuso con un rosso da 520 milioni di euro).

LE NOTIZIE DE LA TRIBUNE

Sta di fatto comunque che sta per arrivare in dirittura l’arrivo – previsto per la fine di ottobre – il processo di vendita delle quote di Ansaldo Breda detenute dal gruppo Finmeccanica. Il quotidiano francese La Tribune nel fine settimana ha scritto che sarebbero rimaste in gara per la divisione trasporti del gruppo della Difesa (Ansaldo Sts e Ansaldo Breda) solo le offerte della giapponese Hitachi e dei cinesi di CNR-Insigma; quelle non vincolanti della francese Thales e della spagnola CAF sarebbero state scartate. L’esclusione di Thales potrebbe essere legata – ha scritto ieri Milano Finanza – all’indisponibilità di Finmeccanica a far entrare nella trattativa le attività spaziali. Le offerte vincolanti verranno presumibilmente presentate entro il 15 di ottobre.

IL REPORT DI AKROS

I due pretendenti rimanenti erano quelli fin dall’inizio ritenuti più probabili. “Eravamo piuttosto scettici circa le offerte di Thales e CAF. La prima, a quanto pare, voleva fare un’offerta che contemplava la ridefinizione delle joint venture Thales-Alenia-Space (67% Thales e 33% Finmeccanica) e Telespazio (33% Thales e 67% Finmeccanica), garantendo al gruppo italiano un ruolo più forte”, hanno sottolineato gli analisti di Banca Akros.  Tuttavia “tale offerta non avrebbe massimizzato il cash-in in cambio di un ruolo più forte nel settore dello spazio, un’area dove il consolidamento è corso con il rischio che Finmeccanica perda di nuovo potere nel giro di pochi anni”. Mentre la spagnola CAF è apparentemente troppo piccola per permettersi l’acquisto sia di Ansaldo Sts sia di AnsaldoBreda. “Non escludiamo, però, un interesse solo per Ansaldo Breda”, aggiungono gli analisti di Banca Akros, ritenendo che Hitachi possa essere la scelta migliore, ma è chiaro che Finmeccanica privilegerà chi offre di più con le dovute garanzie industriali.

L’OFFERTA CINESE E GIAPPONESE

E per La Tribune sarebbe in arrivo una maxi-offerta proprio da parte della cordata cinese. Già all’inizio di settembre erano emerse indiscrezioni in base alle quali l’offerta dei cinesi avrebbe previsto l’acquisto dell’intero 40% detenuto da Finmeccanica “a un premio generoso” sul prezzo di mercato, con l’impegno a lanciare un’opa sulle minorities di Ansaldo Sts (la garanzia del cash necessario sarebbe fornita da una delle maggiori banche cinesi).  L’offerta della cordata cinese avrebbe anche previsto sia la conferma dei livelli occupazionali di Ansaldo Breda, mantenendo tre stabilimenti, incluso quello di Reggio Calabria che in un primo momento sembrava escluso, con la sola eccezione di Palermo per il quale sarebbe già prevista la chiusura, sia l’apertura alla presenza di un socio italiano nell’azionariato: la stessa Finmeccanica o il Fondo strategico italiano.

“L’unico problema di questa proposta – scrive Milano Finanza – è che gli investimenti cinesi in Italia hanno già raggiunto quota 5 miliardi di euro negli ultimi mesi e quindi un altro deal potrebbe essere visto come un pericolo per l’indipendenza italiana”. “Da quanto trapelato dalle offerte non vincolanti – ha scritto oggi Gianni Dragoni del quotidiano il Sole 24 Ore – i cinesi Cnr-Insigma hanno prospettato un pagamento tutto in contanti e in immediato (si è parlato di un valore di 1,5 miliardi per Breda più il 40% di Sts, ma a Finmeccanica verrebbe richiesta anche una ricapitalizzazione di Breda per almeno 300 milioni)”.

LA PROPOSTA FRANCESE E SPAGNOLA

I francesi di Thales, ha scritto Dragoni del Sole, “hanno mostrato interesse soprattutto per Sts, che ha una comunanza tecnologica con l’elettronica della difesa. Sulla Breda i francesi sarebbero disposti a investire nel settore metropolitane, ma non nel settore dei treni pesanti, quello con i maggiori problemi”. Invece gli spagnoli di Caf “avrebbero partecipato alla gara più per carpire i piani di Breda che per fare una vera offerta”, ha aggiunto il Sole.

Finmeccanica, i cinesi si pappano pure Ansaldo Breda e Sts?

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