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Neanche il tempo di metabolizzare il terzo giuramento consecutivo di fronte al Parlamento tedesco, ed ecco che per la cancelliera Angela Merkel si fanno largo le ansie legate alla politica estera, con i missili russi posizionati più vicini alla Germania. La Russia infatti è in grado di lanciare sistemi mobili di stanza ai confini dell’UE, segnando la zona come di estremo interesse geostrategico.

GLI OBIETTIVI DI MOSCA
È stato lo stesso Vladimir Putin in un discorso pubblico alla nazione a sottolineare l’obiettivo di Mosca: essere una superpotenza. Una condotta che si è caratterizzata negli ultimi giorni anche per l’attivismo sul fronte ucraino, con una re-sovietizzazione imposta a Kiev sottoforma di acquisto massiccio di titoli di Stato per scoraggiarne l’avvicinamento all’Ue. Il mantra putiniano sembra essere quello che non deve rompersi la falange di ex repubbliche sovietiche. Ma da alcuni giorni ecco l’anomalo movimento all’estremità occidentale del Paese: come ha confermato il ministero della Difesa russo diversi missili a corto raggio del tipo “Iskander” sono stati spostati più vicini ai confini con l’Unione europea.

LA ZONA INTERESSATA
Si tratta della “regione militare occidentale”, che si estende dalla zona di Kaliningrad, fino alla capitale e alla città di San Pietroburgo. A sud, la zona si estende fino in Ucraina. I sistemi di lancio mobili possono essere operativi fino al suolo tedesco, ragion per cui tutti i Paesi limitrofi sono interessati.

LE REAZIONI
Il ministero degli Esteri polacco ha definito “preoccupanti” le manovre russe, aggiungendo che si tratta di un “un problema per l’intera Nato” che richiede consultazioni e risposte. Inquietudine anche da parte della Lettonia, con il ministro della Difesa Artis Pabriks che parla di “notizia allarmante”. Il ministro della Difesa estone Urmas Reinsalu ha commentato: “Qualsiasi estensione delle capacità militari della Federazione Russa nella nostra regione è un motivo di preoccupazione”.

IL MISSILE ISKANDER
Il missile Iskander è un missile da crociera, terra-terra, balistico e tattico di produzione russa e appartiene alla classe di missili a corto raggio (SRBM). Il codice NATO è SS-26 Stone. Sono disponibili diverse varianti del missile, l’ultimo ha una portata di 500 chilometri. Il primo lancio di prova ha avuto luogo nel 1996. Dopo ulteriori miglioramenti nel 2005 è stato adottato dalle forze armate russe. La versione più efficace di Iskander, battezzato “Alessandro il Grande”, è chiamata “Tender”, con un carico utile di oltre 800 chilogrammi di esplosivo e una portata di 415 km. Tutte le versioni hanno una precisione molto elevata. Il sistema è montato sul veicolo fuoristrada, perciò può essere spostato rapidamente. Dal comando del lancio fino al lancio stesso da parte dell’apposito team di equipaggio russo sono sufficienti 16 minuti. Ogni sistema comprende tre razzi, il secondo e il terzo possono partire con un intervallo di 40 secondi.

ARMA LETALE
La superficie è rivestita con uno strato protettivo-radar assorbente. A differenza del conflitto nel Caucaso del 2008, dove vennero usati almeno tre missili SS-26 Iskander con testate convenzionali, secondo fonti della stampa tedesca questa nuova versione potrebbe ospitare anche testate nucleari con una forza esplosiva di fino a 200 chilotoni.

LA STRATEGIA RUSSA
Il primo dato analitico successivo al dispiegamento dei missili ai confini europei, risiede nel fatto che Mosca non è apparentemente disposta a chiudere un occhio a fronte di movimenti indipendentisti da parte degli ex Stati del Patto di Varsavia, ma intende far sentire loro il fiato sul collo. Quando nel 2009 il presidente degli Stati Uniti Barack Obama annunciò l’intenzione di fare un passo indietro circa lo scudo di difesa missilistica in Polonia e nella Repubblica Ceca, la situazione tra i due grandi rivali sembrava sul punto di potersi rasserenare. Ma i successivi negoziati non hanno sortito gli effetti desiderati. Inoltre l’instabilità della situazione a Kiev ha aggiunto ulteriori fermenti.

Perché i missili russi al confine tedesco tolgono il sonno alla Merkel

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