Giorgia Meloni tiene molto a non rinunciare alla sua identità e a rivendicare la sua provenienza. “Nella vicenda dell’Ucraina, dunque, a me pare abbia ritagliato e attualizzato l’atlantismo della sua parte, sterilizzandone l’antiamericanismo”. Il presidente della fondazione Magna Carta, già senatore e ministro, parla dell’ipotesi di alleanza tra conservatori e popolari alle Europee 2024 (e delle diverse anime del Ppe guidato da Weber)
Politica
Lo stop all'incentivo del 110% e i veri problemi della bonuscrazia
Benvenuto allo stop per questa misura che è costata decine di miliardi e ha beneficiato pochi soggetti. Tanto più che il governo ha evidenziato che ci saranno altre forme di sostegno, meno dispendiose e speriamo più efficaci, all’edilizia, settore chiave per sostenere la ripresa. Il commento di Luigi Tivelli
Cosa porterà Tajani sul tavolo di Monaco
L’ultimo presidente del Consiglio ad essere presente è stato Mario Monti nel 2012, Meloni doveva esserci ma l’influenza la costringe al forfait: come da programma ci sarà il ministro degli Esteri. La presenza italiana assume un significativo peso specifico, perché si inserisce nella complessità delle risposte geopolitiche da fornire alla guerra in Ucraina in questo secondo anno di conflitto
L'Italia non sia più una Repubblica fondata sul rinvio. La versione di Tivelli
Perché ciò avvenga occorre però che si ritrovi finalmente in seno alla classe politica e di governo quel senso della memoria storica in larga parte smarrito senza il quale non si può né condurre bene il presente, né tantomeno progettare adeguatamente il futuro
Cosa (non) c'è di scandaloso nelle parole di Bonaccini su Meloni. Il corsivo di Cangini
Bonaccini ha detto grossomodo quel che ha detto, senza che alcuno si sia scandalizzato, Walter Veltroni. Ovvio che le loro parole intendessero avere il valore del monito. Naturalmente, non è così che l’uscita è stata accolta…
C'è anche il fattore crescita economica dietro il calo degli elettori?
Nemmeno il voto di preferenza ha richiamato i votanti alle urne. Ma una democrazia non può ridursi a una selezione di eletti decisa da pochi intimi. L’analisi di Giuseppe De Tomaso
La linea degasperiana che Meloni deve avere in Ue. Parla Follini
L’esponente dell’Udc: “Mi pare che il posizionamento di Meloni pro Kiev sia più che chiaro e difeso con fermezza. Bene fa il premier, molto meno gli alleati Salvini e Berlusconi. Il momento storico richiede un grande allineamento alle direttrici atlantiche e la saggezza politica imporrebbe di litigare il meno possibile con i partner europei”
Tutti i dividendi politici dall'asse Meloni-Metsola
Il dialogo strategico tra la presidente del Parlamento Ue e la premier può essere funzionale per entrambe: la prima per avere i voti di FdI e succedere così a Ursula Von der Leyen; la seconda per rafforzare la sua rete di alleanze e mettere a frutto quello di buono è stato seminato. Mavrommatis: “Metsola a Roma come tappa di avvicinamento alla Commissione”
La debolezza dei partiti senza partito. Il corsivo di Cangini
Non è un caso, forse, che il risultato peggiore lo abbiano ottenuto i partiti meno strutturati. I partiti “nuovi”, quelli affidati al carisma del leader. Il corsivo di Andrea Cangini
Autonomia strategica, frammentazione europea e l'eredità di Ciampi
Il presidente emerito della Corte Costituzionale in apertura del ciclo formativo organizzato da Spes: “Cè un bisogno essenziale di integrarci con i Paesi del Mediterraneo e del Nord Africa. Sia per quanto riguarda l’approvvigionamento delle materie prime, sia per quanto attiene alle dinamiche più generali del mercato”.