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“Sono passati cinque minuti senza che tu abbia chiesto un miliardo di dollari di aiuti”. In realtà, la frase è stata riadattata perché per tradurla letteralmente bisognerebbe spiegare anche il meme che l’accompagna. Elon Musk ha postato su X la tipica foto di un ragazzo seduto mentre si trattiene per non parlare, fin quasi a scoppiare. Quel ragazzo l’ha trasformato in un giovane Volodymyr Zelensky, beccandosi così l’appellativo di filo-russo. Più che un insulto, è una presa in giro nei confronti del presidente ucraino, che fa sempre più fatica nel trovare nuovi fondi per finanziare la sua campagna di difesa contro l’esercito di Mosca. Una presa in giro non casuale, visto che ricalca il tema del momento. Negli Stati Uniti lo shutdown è stato evitato con un compromesso raggiunto in extremis da democratici e repubblicani, che però va a discapito di Kyiv, visto che non include gli aiuti che l’amministrazione Biden aveva pensato di stanziare.

Quindi Musk è un alleato di Mosca? Non proprio, o meglio, non solo. Il fondatore di Tesla e Space-X è amico di tutti e di nessuno, si costruisce nemici ad hoc con la stessa facilità con cui poi ci torna a dialogare, un giorno pensa una cosa e quello dopo un’altra, magari opposta. Musk cavalca a suo piacere gli argomenti mediatici più divisivi e polarizzanti, ci infila il dito nella piaga offrendo la sua (quasi sempre) controversa opinione e gode della visibilità che ne consegue. Tutto per perseguire il suo scopo, essere al centro del dibattito e far crescere le sue aziende. Basti vedere cosa ha scaturito il suo ultimo tweet: 43,5 milioni di visualizzazioni, oltre 500.000 condivisioni (forse è il dato più allarmante) e quasi 40.000 commenti, molti dei quali negativi lasciati da utenti ucraini indignati.

Dal conflitto russo-ucraino alla questione dei migranti, dalle critiche al partito democratico alla riabilitazione di Donald Trump, dalle visite in Cina per sviluppare auto elettriche con un governo autoritario a quelle al Congresso per avvertire sui rischi che l’Intelligenza Artificiale. Quello che può sembrare un comportamento schizofrenico è invece studiato a tavolino, calcolato passo dopo passo.

Non è la prima volta d’altronde che l’Ucraina si indispettisce per quanto detto da Musk. Due sono stati i casi più eclatanti: il primo quando il governo di Kiev aveva denunciato la volontà dell’imprenditore naturalizzato statunitense di staccare la spina a Starlink, perché dopo mesi che garantiva le connessioni satellitari gratuitamente stava diventando una spesa ingente (detta dall’uomo più ricco al mondo, scappa una risata), senza pensare al danno che avrebbe provocato all’esercito ucraino; il secondo quando, di ritorno da un incontro al Cremlino, aveva proposto la sua formula di pace, copiata e incollata da quella di Vladimir Putin. Ma, come scritto, Musk non può dirsi nemico assoluto dell’Ucraina visto che aveva regalato il suo servizio per aiutare le truppe a muoversi meglio e scambiarsi informazioni sul campo. I due episodi sembrano piuttosto scaturiti dal desiderio di polarizzare l’opinione pubblica più di quanto non lo sia già, pigiando il tasto su quei temi che spingono le persone a commentare – positivamente o negativamente, poco importa, purché ci sia engagement.

Un altro caso in cui il miliardario di Pretoria ha sfruttato l’onda del momento è con i migranti. Sul suo X ha ripubblicato un video di RadioGenoa in cui alcune navi delle Ong erano impegnate a recuperare migranti in mare. “Nel Mediterraneo ci sono attualmente 8 Ong tedesche che raccolgono immigrati clandestini da scaricare in Italia. Queste Ong sono sovvenzionate dal governo tedesco. Speriamo che Alternative fur Deutschland vinca le elezioni per fermare questo suicidio europeo”, si legge nella didascalia che accompagna la clip. Musk ha ritwittato il post prendendo le difese del governo di Roma, aggiungendo: “L’opinione pubblica tedesca lo sa?”. La risposta di Berlino è stata tutta un programma: “Sì, si chiama salvare vite”.

Quindi Musk è a favore di AfD epuò essere considerato un estremista di destra? No, perché poche ore dopo ha pubblicato un altro video, questa volta con lui protagonista. Si trovava lungo il confine tra Texas e Messico di Eagle Pass “per vedere cosa sta realmente succedendo con i migranti”, dando dimostrazione di avere a cuore la situazione dei profughi – nota a parte: peccato che lo abbia fatto come se si trovasse di fronte a essere soprannaturali, invece che persone in carne e ossa come lui, ma con tanti meno soldi nel portafoglio.

Musk, dunque, è un po’ di tutto. E questo forse è l’aspetto più preoccupante, ancor di più dell’esporsi pubblicamente e prendere la posizione più controversa possibile come spesso gli accade. Da imprenditore che pensa in primis alle sue aziende, Musk soffia sul fuoco che brucia per farlo ardere ancor più velocemente. A scottarsi sarà sempre lui, che finisce al centro delle critiche, ma a giovarne è la polarizzazione su X. Dove c’è divisione, lui la amplifica; dove c’è dibattito, lui lo incancrenisce; dove non sembra esserci notizia, lui la può creare con un semplice meme. E non è un bene, visto che dovrebbe garantire moderazione.

Elon Musk- X

Il meme su Zelensky spiega molto di come Musk polarizza X

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