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Fosse una partita di calcio, non ci sarebbero dubbi: Enrico Letta ha giocato in difesa, Matteo Renzi all’attacco. Nella prima sfida virtuale e in contemporanea tra i due maggiori competitor per il futuro del centro-sinistra, i ruoli forse erano già stati assegnati in anticipo.

Il premier, tra governo e gaffe

Alla festa nazionale del Pd a Genova, intervistato dal direttore del Tg1 Mario Orfeo, il premier difende il suo governo, i suoi provvedimenti a partire dalla Service tax, i suoi ministri a partire da Cecile Kyenge, in prima fila a sentire il suo intervento, “un ministro che sta cambiando l’Italia”. “Non è un governo dei rinvii” ma del fare, non vivacchia sembra rispondere Letta alle richieste che arrivano dall’altro palco su cui si sta “esibendo” il suo amico “Matteo”.

Non c’è spazio per le polemiche nell’intervento del Presidente del Consiglio che però sottolinea chiaramente come non ci siano i margini per un salvacondotto politico per Silvio Berlusconi, “la separazione tra il piano politico e giudiziario è necessaria”, dice Letta.

Il capo del governo si dà tempo 18 mesi per “fare delle cose che consentano, nel tempo necessario, di andare alle elezioni e fare campagna elettorale affinché possa vincere il Pd, per governare con un governo di centrosinistra”.

Letta prova a fare il simpatico ma incorre subito in una gaffe calcistica che il pubblico non gli perdona: “Non sono mai mancato alla festa di Genova e ogni volta, nell’iniziare, ho sempre salutato la parte genoana che è gemellata con noi pisani. Un saluto ai rossoblu”. I presenti di fede sampdoriana fischiano. E il premier si difende: “No, visto che dicevano che sono freddo…”.

Il monologo grillino di Renzi
A centinaia di chilometri di distanza, è Renzi a farla da padrone, in un monologo sul palco della piccola festa di Borgo Sisa, a Forlì. Il sindaco ne ha una per tutti. Per Berlusconi perché “in qualsiasi paese civile, un leader che viene condannato in maniera definita va a casa lui senza aspettare che venga interdetto”. Per la politica in genere bloccata dalle sorti del leader del Cav. mentre gli italiani meritano di più: “Basta con questo gorillaio, gli italiani meritano di più del referendum su Silvio Berlusconi che va avanti da vent’anni. Bisogna voltare pagina”, Per il governo Letta che deve fare le cose per l’Italia e non “durare”. Per il Pd che se “si vuole chiamare così, deve accettare le regole e fare il Congresso” e con le sue correnti che se sarà segretario vuole “rottamare”. È un Renzi particolarmente grillino quello di Borgo Sisa ma che non rinuncia alla “politica dei grandi sogni” citando Martin Luther King.

Letta difende, Renzi attacca. La partita tra Genova e Forlì

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