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“Siamo alleati con il Pd in questo governo”, premette il senatore pidiellino Altero Matteoli, già ministro dell’Ambiente e poi delle Infrastrutture. “Ma se i democratici non riconoscono che non si può applicare a Berlusconi una norma retrodatata, allora è chiaro che non potremo più stare insieme”. La via di uscita? Il Pd si renda conto come non si possa far fuori Berlusconi, “dopo che non si è riusciti ad eliminarlo elettoralmente, applicando norme che a quella vicenda non sono applicabili”.

Dalla riunione dei senatori pidiellini emergono più venti di crisi o ramoscelli di ulivo?
Né gli uni né gli altri. Ci è stato confermato ciò che pensiamo: siamo alleati con il Pd in questo governo. Ma se i democratici non riconoscono che non si può applicare a Berlusconi una norma retrodatata, allora è chiaro che non potremo più stare insieme: mi pare sia un passaggio logico. Non stiamo chiedendo l’immunità per Berlusconi, vogliamo solo che non sia trattato diversamente da altri. In Italia non si mai applicata una norma retrodatata. Perché si dovrebbe applicare sul cavaliere?

“Governo sempre più in bilico” titola Il Giornale: cosa potrebbe salvare l’esecutivo Letta?
La buona volontà da parte del Partito democratico di rendersi conto che non si può far fuori Berlusconi, dopo che non si è riusciti ad eliminarlo elettoralmente, applicando norme che a quella vicenda non sono applicabili.

Il Colle richiama quanti hanno invocato troppo la grazia…
Non ne voglio parlare perché è un problema attinente al Capo dello Stato e non mi permetto di metter bocca su tali questioni. Se gli verrà chiesta, Napolitano si comporterà come riterrà opportuno. Non ho mai fatto una dichiarazione in tal senso perché ho troppo rispetto delle istituzioni e soprattutto della massima carica rappresentata dal Colle.

Crede che prima di lunedì (data in cui si riunisce la Giunta del Senato) potranno esserci sorprese?
La novità vera potrebbe esserci proprio lunedì durante la prima seduta della Giunta.

Come legge l’apertura del Guardasigilli Cancellieri?
Non sono aperture, tra l’altro non credo che il ministro nutra particolari simpatie. É una donna di grande esperienza, ha fatto benissimo il prefetto per molti anni, quindi conosce le norme: ha espresso ciò che le persone di buon senso sostengono. Se invece si vuole affrontare il problema in maniera ideologica è ovvio che la soluzione non si troverà mai.

Il ministro per i rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, ha detto che le minacce del Pdl sono “un danno per l’Italia”. E’ così?
Franceschini pensi ai danni che ha fatto al suo partito. Il momento che sta vivendo il Pd è anche colpa sua: quando era segretario ha detto che lo avrebbe fatto per pochi mesi e invece ha solo indebolito il suo partito. E quando un partito si indebolisce nella leadership, si crea un problema strutturale di offerta politica. Un partito forte di sinistra non avrebbe dubbi nell’assumere una posizione non ostile nei confronti di Berlusconi. Invece il Pd è diviso in mille pezzi che si scavalcano a vicenda e dove ognuno è impegnato a tentare di accontentare la base, anziché pensare agli interessi generali del Paese.

Il presidente della Giunta, Dario Stefano, ha osservato: ok ad approfondimenti, no a dilazioni. Ma a cosa servirebbe più tempo?
Nessuno chiede dilazioni, vogliamo solo che si usi tutto il tempo necessario.

Ha ragione Massimo Giannini allora che su Repubblica parla di “assedio finale”?
A Repubblica dovremmo replicare cinque volte al dì. Siamo difronte a giornali che scrivono solo secondo le convinzioni e non secondo i fatti, senza fare approfondimenti o analisi.

twitter@FDepalo

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