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Meglio la Via del Cotone della Via della Seta. A dirlo è Adolfo Urso, senatore di Fratelli d’Italia e ministro delle Imprese e del Made in Italy, intervenuto al convegno “Europa-Usa 2024, sfide transatlantiche” alla Sala Zuccari del Senato, organizzato dalla Fondazione Farefuturo (di cui Urso è presidente) assieme ai think tank statunitensi (e molto vicini all’orbita repubblicana) International Republican Institute e The Heritage Foundation.

La Via della Seta, “così come è stata sottoscritta” nel 2019 dal governo gialloverde presieduto da Giuseppe Conte, “era stata prospettata come una alleanza strategica”, ha osservato Urso. “Noi riteniamo che questo rapporto deve essere riportato ai suoi canali originari come via dei commercianti, riducendo i rischi politici e aumentando le opportunità commerciali. In questo contesto si inserisce la proposta di realizzare una Via del Cotone, che dall’India attraversi la penisola araba e il Mediterraneo, mare di diversi continenti del futuro e dell’Europa”. Il riferimento è al Corridoio economico India-Medioriente-Europa, presentato a margine del recente summit G20 di Nuova Delhi e a cui partecipano altri Paesi alleati e partner (tra questi l’Italia).

Le parole del ministro Urso confermano l’intenzione del governo Meloni di non rinnovare il memorandum d’intesa per rilanciare il partenariato strategico globale, lanciato nel 2004 dall’allora presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi e dall’allora primo ministro cinese Wen Jiabao, come sottolineato nelle scorse settimana sia da Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, a margine del G20 di Nuova Delhi, in India, sia dal suo vice Antonio Tajani, ministro degli Esteri, in occasione della sua visita a Pechino. “Bisogna riportare sui canali giusti il rapporto con la Cina”, ha dichiarato Urso aggiungendo che il governo Meloni “è orientato anche al Progetto europeo nel sud del Mediterraneo, il progetto Mattei, un progetto win-win, tra Europa e Africa”.

Meglio la Via del Cotone della Via della Seta. Le parole del ministro Urso

Il rapporto con la Cina “deve essere riportato ai suoi canali originari come via dei commercianti, riducendo i rischi politici e aumentando le opportunità commerciali”. Meglio il Corridoio India-Medioriente-Europa lanciato al G20

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