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I negoziatori statunitensi e cinesi hanno annunciato nella notte di aver concordato un “quadro generale” per risolvere le loro controversie commerciali, lasciando ai rispettivi presidenti il compito di convalidarlo. Questo è il risultato di due giorni di incontri a Londra. “Le due parti hanno raggiunto un accordo di principio su un quadro generale e lo riferiranno ai rispettivi leader”, ha dichiarato ai giornalisti il rappresentante cinese per il commercio internazionale Li Chenggang. “L’idea è che torneremo a parlare con il presidente [Donald] Trump e ci assicureremo che approvi. Loro (i cinesi) torneranno a parlare con il presidente Xi Jinping per assicurarsi che approvi”, ha dichiarato il segretario al Commercio statunitense Howard Lutnick. “E se così fosse, metteremo in atto questo quadro generale su cui abbiamo lavorato duramente negli ultimi due giorni”, ha aggiunto. Lutnick ha anche espresso fiducia che le tensioni relative alle esportazioni cinesi di terre rare saranno “risolte” nell’ambito di questo accordo, senza però specificarne i contenuti.

Intanto, Trump starebbe preparando a concedere per la terza volta un’estensione al termine fissato per la cessione di TikTok negli Stati Uniti, originariamente previsto per il 19 giugno. Dietro questa decisione – che avverrebbe tramite un nuovo executive order – ci sono proprio le complesse trattative commerciali in corso con Pechino, in cui l’app è diventata uno strumento di pressione reciproca: da un lato Washington teme rischi per la sicurezza nazionale legati alla proprietà cinese di ByteDance, dall’altro la Casa Bianca sfrutta i dazi sulle importazioni come leva negoziale.

Il piano di separazione delle attività americane di TikTok prevedeva che un consorzio guidato da Oracle – insieme alle società di private-equity Blackstone e Silver Lake, la società di venture-capital Andreessen Horowitz e Michael Dell, capo di Dell Technologies – acquisisse la maggioranza delle operazioni americane, lasciando a ByteDance meno del 20% della nuova entità. Tuttavia, l’imposizione di tariffe fino al 145% (poi ridotte al 30%) sulle merci cinesi ha indotto Pechino a bloccare qualsiasi via libera alla transazione, giudicata prematura finché non si definiscono i termini del confronto commerciale.

Per gli inserzionisti e i media planner, l’incertezza resta elevata: un eventuale divieto o uno stop improvviso metterebbe a rischio campagne, investimenti e strategie di audience engagement sulla piattaforma, che conta un bacino di utenti molto giovane. Nei prossimi giorni si attende l’annuncio ufficiale dell’ennesima proroga, mentre sul fronte dei colloqui Usa-Cina restano aperte le questioni chiave di tariffe e reciprocità.

Ma l’incertezza resta elevata. Basta guardare inserzionisti e media planner per il quale un eventuale divieto o uno stop improvviso metterebbe a rischio campagne, investimenti e strategie di audience engagement sulla piattaforma, che conta un bacino di utenti molto giovane.

Accordo Usa-Cina. C’è l’intesa quadro, ma TikTok resta nel limbo

Dopo due giorni di colloqui a Londra, Washington e Pechino annunciano un’intesa preliminare in attesa dell’approvazione dei presidenti Trump e Xi. Intanto l’amministrazione americana valuta una nuova proroga per TikTok, al centro del braccio di ferro commerciale

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