Skip to main content

Un prestigio notevole, rispetto al quale sono pochi quelli che nel panorama della dirigenza militare europea e internazionale possono mettere sul piatto lo stesso livello. Questo il lusinghiero giudizio che l’ex ministro della Difesa, Mario Mauro, affida a Formiche.net circa la candidatura del capo di Stato maggiore della Difesa, dell’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, al ruolo di presidente del Comitato militare dell’Alleanza Atlantica. “Siamo in una congiuntura favorevole”, certifica e nel riflettere sulla possibilità concreta che l’Italia possa ottenere il delicato incarico, richiama anche sulla valutazione del cosiddetto B9, ovvero il vertice del Formato di Bucarest, costituito da Bulgaria, Romania, Slovacchia, Ungheria, Repubblica Ceca, Polonia, Lituania, Lettonia ed Estonia.

Dopo il passo indietro di Mario Draghi al ruolo di successore di Jens Stoltenberg, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha ufficializzato il fatto che l’Italia punta sull’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, capo di Stato maggiore della Difesa, nel ruolo di presidente del Comitato militare Nato. Secondo lei è una possibilità concreta?

È una possibilità più concreta e lo è ancora di più se gli altri si allineano. Dobbiamo partire da un ricordo che è anche un evidenza dell’ultimo Presidente del Comitato militare italiano, che è stato un ammiraglio della Marina, in quel momento Capo di Stato maggiore della difesa, che risponde al nome di ammiraglio Di Paola, poi ministro della Difesa. Quella è stata l’ultima relazione che ha sorriso ai colori italiani. Quindi dal mio punto di vista ci sono tutte le condizioni perché questo nuovo passaggio possa essere rispondente alle indicazioni del Governo italiano.

Per quali ragioni?

Intanto per il valore della candidatura che è un valore in sé e oggettivamente riconosciuto, sia dal contractor del contesto Nato che dagli americani. Voglio sottolineare, in questo senso, che nel caso di Cavo Dragone stiamo parlando di un pilota della Marina, quindi di un uomo che ha lungamente maturato relazioni con il partner transatlantico. Inoltre si tratta di un uomo che, per l’esperienza nel settore delle missioni internazionali e per la qualità delle attività svolte, è sicuramente ben visto nei contesti militari che fanno capo all’accordo Atlantico.

L’Ammiraglio Cavo Dragone è molto apprezzato in Italia e all’estero, sopratutto negli Usa. Ad aprile si è recato a Washington, dove ha incontrato i vertici del Pentagono e dove è stato intervistato dall’autorevole think tank Atlantic Council. Nominato capo di Stato maggiore della Difesa a novembre 2021, dovrebbe terminare il mandato a novembre 2024. Siamo in una congiuntura favorevole?

Onestamente direi di sì. Primo perché può essere influente la discussione che viene in parallelo sulla definizione del ruolo di Segretario generale della Nato. Ovvero, avendo rinunciato l’Italia o non avendo ritenuto opportuno l’Italia promuovere una candidatura in quel senso lì, ora è più facile fare accordi per un’altra importante, per certi versi quasi equivalente funzione, all’interno della struttura Nato. Ovviamente nelle aspetti negoziali l’Italia ha molte carte da spendere non volendo ricoprire la pedina del segretario generale della Nato. E arrivo anche ad immaginare che, avendo formulato in modo così perentorio e ad altissimo livello, tramite il proprio Ministro degli esteri, la candidatura e averlo fatto con ampio margine sulla definizione, visto che dal punto di vista procedurale l’indicazione verrà attivata a partire dall’apposito comitato militare che si riunirà in settembre, in realtà le mosse italiane avvengono al momento giusto. Se l’ufficializzazione è avvenuta adesso oso immaginare, per l’appunto, che sia stata ampiamente preceduta da negoziati riservati.

Risultato scontato dunque?

No. Anche quando venne nominato Di Paola ci fu un’ultima fase di valutazione che coinvolse tre candidati degnissimi, credo che probabilmente questo sarà anche il tenore del dibattito attuale. Ma per quello che mi consta, normalmente i vertici della diplomazia italiana sono abilissimi in questo tipo di circostanze.

Dal momento che l’Italia è tradizionalmente uno dei principali contributori militari della Nato, sia in termini di truppe che anche di mezzi, una maggiore presenza italiana in posizioni apicali come appunto quella a cui è candidato Cavo Dragone potrebbe sostenere il nostro Paese nell’avanzare le proprie posizioni all’interno della Nato e avere anche un peso specifico diverso?

In realtà la definizione stessa di quell’incarico è già un avanzamento. Dopo l’ammiraglio Di Paola, riprendere il testimone della presenza come Presidente del Comitato militare ha un grande significato di per sé. Oggi, se mi posso permettere, aggiungiamo pure che quel ruolo ha forse ancora maggiore importanza rispetto ad allora, considerata la delicatezza dello scenario, soprattutto in conseguenza della vicenda russo-ucraina e della destabilizzazione dell’area a cavallo del Mediterraneo, quindi intersecando vicende belliche che vanno dal Medio Oriente sino all’Africa. Tutto questo è, oltre che prestigioso per un’eventuale candidatura italiana, anche oggettivamente prioritario rispetto alla definizione dell’interesse nazionale del nostro Paese. Devo però, a questo livello fare una nota che in termini di conoscenza del processo, può essere interessante. Dobbiamo tenere d’occhio il B9.

Ovvero?

Come nella vicenda dell’Unione europea ha ruolo l’accordo di Visegrad, cioè l’accordo tra ex paesi dell’Est che oggi partecipano al progetto europeo, nel contesto Nato ha qualitativamente e quantitativamente peso il cosiddetto B9, vale a dire la liaison privilegiata e particolare di Paesi ex membri dell’Europa dell’Est. Si tratta di un livello che ha il suo oggettivo riconoscimento anche nell’interlocuzione periodica che avviene tra il Presidente americano e questi Paesi, per cui occorrerà mettere a fuoco due elementi: primo, se c’è un candidato del B9; secondo, se questo candidato non ci fosse, dove si orienteranno i voti o le prese di posizione per consenso che passano attraverso la valutazione interna dei Paesi dell’est. Sul punto do per scontato che sia partito un livello di interlocuzione da parte della diplomazia italiana. Aggiungo, sul piano personale, che stiamo parlando di una personalità assoluta, come quella di Cavo Dragone: ha un prestigio notevole, rispetto al quale sono pochi quelli che nel panorama della dirigenza militare europea e internazionale possono mettere sul piatto lo stesso livello di natura.

@FDepalo

Cavo Dragone alla Nato? La congiuntura è favorevole. Parla Mario Mauro

L’ex ministro della Difesa, già vicepresidente del Parlamento europeo, ragiona sulla candidatura del Capo di Stato maggiore della Difesa, al ruolo di presidente del Comitato militare dell’Alleanza Atlantica: “Ha un prestigio notevole e sono pochi quelli che nel panorama della dirigenza militare europea e internazionale possono mettere sul piatto lo stesso livello. Ma occhio al B9”

Come Fedriga ha fermato la Via della Seta a Trieste

Folli su “Repubblica” scrive che il leader del Carroccio ha usato “la consueta ambiguità” sul rinnovo del memorandum con la Cina mandando segnali sia a Meloni sia a Pechino. Il governatore del Friuli Venezia Giulia, invece, ha evidenziato la necessità politica di rapporti strategici con gli alleati, e non con chi “vuole decidere chi e che cosa può arrivare o non arrivare in Europa”

Banca Ifis spinge sui crediti deteriorati con Mediobanca

L’istituto guidato da Ernesto Fustenberg Fassio rileverà da Piazzetta Cuccia per un corrispettivo di 100 milioni, Revalea, società nata nel 2022 dallo scorporo di non performing loans derivanti da attività di acquisizioni di portafogli di sofferenze. Business che non rientra più tra le attività core di Mediobanca

Veleno russo, morte e malori per chi critica il Cremlino

È morto Pyotr Kucherenko, viceministro della Scienza russo, dopo un volo da Cuba, mentre la polizia tedesca e l’Fbi indagano sul presunto avvelenamento di Natalia Arno e un’altra dissidente russa

 

Usa e Australia si accordano sui materiali critici, mentre l'Ue...

I due Paesi si impegnano a rafforzare la cooperazione bilaterale su un tema centrale per quelli del G7. Energia e clima pilastri dell’accordo. Inevitabile una maggiore convergenza sul dossier delle materie prime critiche via Ira…

Al via il Festival dell'Economia di Trento, qui il programma

La rassegna di incontri e dibattiti trentina compie 18 anni. Oltre 260 appuntamenti e la presenza del premier, oltre al ministro Locatelli. Tutti i dettagli

Elezioni europee, ecco perché saranno le più social di sempre

Di Giacomo Baiocchi

Nonostante diversi Paesi Ue (tra cui il nostro) rimangano “teledipendenti”, il numero di cittadini europei che utilizza i social per informarsi è il più alto di sempre. Le istituzioni Ue possono fin da ora sensibilizzare alla partecipazione al voto attraverso una comunicazione istituzionale innovativa che sappia abbracciare i formati emergenti e gli opinion leader più influenti. L’analisi di Giacomo Baiocchi, digital strategist della Commissione europea in Italia

Wagner Group

Il ritiro della Wagner da Bakhmut, tra retroscena e lotte intestine

All’indomani dell’apparente conquista di Bakhmut, il leader della milizia Wagner ha annunciato la ritirata delle sue unità non solo dalla città martoriata, ma dall’intera linea del fronte. Ma oltre alla palese necessità di riprendere forze, questa mossa potrebbe nascondere moventi più subdoli

Perché fiere e festival letterari sono così importanti. Scrive Cappello

Di Angelo Piero Cappello

L’Italia è ricchissima di fiere e rassegne del libro, ma queste funzionano solo quando mettono al centro della loro stessa esistenza la formulazione intelligente (e intellegibile) di un alfabeto iconico immaginario nel quale riconoscersi e al quale appartenere. Il commento di Angelo Piero Cappello, direttore del Centro per il libro e la lettura del ministero della Cultura

Innalzamento limiti elettromagnetici e aiuti alle Tlc. Allo studio un decreto del governo

Al vaglio del ministero dell’Industria e del Made in Italy un decreto che potrebbe introdurre anche l’innalzamento dei limiti sulle emissioni elettromagnetiche degli operatori di telefonia mobile, da 6 a 30 volt per metro nelle aree più trafficate

×

Iscriviti alla newsletter