Skip to main content

Era il novembre del 2022 quando la Russia decise di tornare sul mercato del debito, tentando di raccogliere denaro con cui finanziare la guerra scatenata contro l’Ucraina. E di farlo, qui fu il salto di qualità, con una moneta che non fosse il rublo: lo yuan. Allora, fu uno dei colossi dell’energia, Rosneft, a lanciare la nuova sfida al mercato, dandosi l’ambizioso obiettivo di farsi prestare 10 miliardi di yuan (1,43 miliardi di euro) in un solo collocamento. Pochi mesi prima, era luglio, un altro gigante, stavolta dell’acciaio, si cimentò nel vendere obbligazioni in moneta straniera, sempre lo yuan, sempre con la sponda della Cina.

Rusal collocò la scorsa estate emissioni per 4,6 miliardi di yuan, mentre Poluys (estrattore di oro) emise debito per 4,6 miliardi yuan ad agosto. Adesso però, per Mosca è arrivato il momento di alzare il tiro. Rivolgendosi non più solo alla Cina, ma a tutti quei Paesi che il Cremlino considera amici. Dunque, l’emissione di un bond in più valute, tutte appartenenti alle nazioni che stanno dalla parte dell’ex Urss. Un’operazione che arriva in un momento decisamente critico per la Russia, con l’Europa intenzionata come non mai a utilizzare gli asset russi esteri congelati per finanziare la ricostruzione dell’Ucraina. Dunque a privare, per sempre, Mosca di beni per 300 miliardi di dollari.

L’obiettivo dell’emissione di un bond di guerra è di facile intuizione, raccogliere finanza estera e portarla dentro i propri confini. E così, il primo ministro russo Mikhail Mishustin ha dichiarato apertis verbis che il governo sta valutando la possibilità di emettere obbligazioni in valute di Paesi amici. Questo perché ora l’obiettivo principale della Federazione è trovare ulteriori fonti finanziarie, necessarie allo sviluppo dell’economia e al sostegno alla guerra.

“L’inizio dell’emissione di prestiti obbligazionari federali e altri strumenti in valute amiche è in fase di sviluppo, in particolare perché i grandi emittenti russi hanno iniziato a entrare nel mercato con obbligazione in yuan cinesi”, ha affermato lo stesso premier russo durante la sessione strategica dell’esecutivo sulla garanzia della sovranità finanziaria. “Inoltre, sono allo studio idee sull’ulteriore sviluppo dell’infrastruttura degli indicatori nazionali, nonché sulla facilitazione dell’accesso degli stranieri al mercato dei capitali nazionale”.

Tutto questo mentre l’Europa punta a investire parte degli asset russi messi sotto chiave con le sanzioni per generare rendimenti pari al 2,6% dell’intero capitale, da girare a loro volta a Kiev per la ricostruzione del Paese. Attenzione, non è così facile, ci sono grossi ostacoli legali e tecnici, ancor prima che geopolitici. Per questo a Bruxelles sarebbe sorto un apposito gruppo di lavoro per studiare il caso, la cui prima riunione è prevista nei prossimi giorni, forse già domani. In tale occasione verrà discusso un documento della Commissione europea che pone le basi per una liquidazione degli asset russi congelati con un successivo loro investimento remunerativo.

Il Cremlino a caccia di soldi prepara il bond di guerra

Dopo aver emesso obbligazioni in yuan, per farsi prestare denaro dall’alleato cinese, ora l’ex Urss alza il tiro e bussa alla porta dei Paesi amici, preparando un titolo in più valute. Mentre l’Europa tira dritto sugli asset russi messi sotto chiave

Cosa serve per il Pnrr. La prospettiva dei Comuni secondo il sindaco Fabbri

Scarsità di personale, deadline stringente e aziende probabilmente senza i requisiti per partecipare alle gare legate ai lavori finanziati col Pnrr. Per i Comuni quella dei fondi europei “è un’opportunità, ma anche un aggravio di lavoro notevole”. “Giusto quello che ha detto il ministro Fitto: entro il 2026 molte opere non saranno fatte”. Conversazione con Alan Fabbri, sindaco di Ferrara e delegato nazionale di Anci per riforme e autonomie

Dal Brasile all'Africa, seguire la National development bank per capire dove va la Cina

Di Filippo Ravoni

Al vertice della Ndb, banca di sviluppo dei Brics manovrata dalla Cina, è stata eletta Dilma Rousseff. Che da presidente del Brasile fece il suo primo viaggio a Pechino. E la Ndb ha appena accolto l’Egitto come nuovo membro. La politica economico-finanziaria di Pechino condizionerà il futuro quadro geopolitico globale. L’analisi di Filippo Ravoni, ricercatore della Fondazione Eni Enrico Mattei

Per colpa di chi? Sul caso Svb il Congresso mette sotto accusa la Fed

​Il Senato continua a voler fare luce sui disastri di Svb e First Republic, puntando il dito contro la vigilanza, rea di non aver disinnescato per tempo la mina. Ma il numero due Barr non ci sta​

 

Imballaggi, idee per le nuove regole europee. Evitando danni per l'Italia

Di Enrico Vergani

Il termine per presentare osservazioni e proposte sul progetto di Regolamento è stato prorogato dalla Commissione al 24 aprile: è da auspicare che le imprese e gli operatori della logistica facciano sentire la propria voce e i propri argomenti verso un approccio pluralista e di più ampio spettro a una questione di grande rilievo e di non agevole soluzione. L’intervento di Enrico Vergani, partner e leader del Focus Team Shipping, transport & logistics di BonelliErede

Cosa sta rallentando la risposta degli ucraini

Kiev spara seimila proiettili al giorno, ma ha bisogno di decuplicare questo numero per lanciare una controffensiva efficace. Gli alleati europei cercano di aumentare la produzione scontrandosi con carenza di materie prime e, curiosamente, con un datacenter norvegese di TikTok

Trump in manette? Ecco tutto ciò che serve sapere. Scrive Lucio Martino

C’è il rischio che le questioni legali finiscano con l’avvantaggiare l’ex presidente che potrebbe continuare a dipingersi come la vittima prediletta del Deep State e potrà comunque continuare la sua campagna elettorale

Cosa penso della "corsia preferenziale" per i ddl del governo. Scrive Tivelli

Dall’esecutivo arriva un percorso per i disegni di legge segnalati dal governo al Parlamento. Il fatto significativo, però, è che sia da parte dei politici, sia da parte dei giornalisti che trattavano la questione, tutto avveniva come se fosse la prima volta che si verificava quel problema e la prima volta che si proponesse questa ipotesi di soluzione. L’intervento di Luigi Tivelli

Ecco gli approcci più promettenti dell'Intelligenza artificiale nelle aziende

Di Gaetano Pellicano

Il principale errore da evitare è considerare l’innovazione digitale la mera progettazione e adozione di un nuovo software o di un nuovo sistema informativo che il top management decide e l’azienda nel suo insieme realizza. Questo è solo uno dei percorsi che un modello di gestione del cambiamento deve prevedere. L’analisi di Gaetano Pellicano, political advisor, esperto di Intelligenza artificiale e change management

Verso una controffensiva ucraina? La situazione sul campo

Kyiv festeggia l’arrivo dei carri armati da Washington, Londra e Berlino. Attesi i jet polacchi, dopo quelli slovacchi. Intanto, per la prima volta, Medvedev ammette implicitamente che le forze russe potrebbero presto trovarsi sulla difensiva

×

Iscriviti alla newsletter