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Il vertice tra il presidente russo Vladimir Putin e quello americano Donald Trump è ormai cosa certa, anche se la data e il luogo sono ancora da definire. Una cosa, però, è chiara: non si terrà in Italia.

La posizione del nostro Paese, percepita da Mosca come troppo vicina a quella ucraina, rende Roma una sede impraticabile per un incontro di questa portata. Fonti diplomatiche, riportate nelle ultime ore da agenzie come Reuters, indicano che la Russia preferisce un terreno neutrale, e si è aperta una vera e propria gara tra nazioni per ospitare questo summit di alto profilo.

Ma al di là della logistica, il messaggio che Trump e Putin vogliono mandare al mondo è uno solo: noi due ci parliamo, e questo dialogo è già di per sé un evento.

Perché questo vertice è così importante? Non tanto per i risultati concreti che potrebbe produrre – su questo è bene essere realisti – ma per il segnale politico che rappresenta. Donald Trump, tornato alla Casa Bianca dopo le elezioni del 2024, vuole mostrarsi come l’uomo capace di aprire canali di dialogo là dove altri hanno fallito. Secondo quanto emerso da recenti dichiarazioni, rilanciate da testate come il Washington Post, il presidente americano punta a presentarsi come l’artefice di tavoli di pace, o almeno di tentativi in tal senso.

In un contesto globale segnato dalla crisi ucraina e dalle tensioni con la Cina, Trump sa che un incontro con Putin è un colpo mediatico di prim’ordine. È il modo per dire agli elettori americani, e al mondo intero, che gli Stati Uniti sono tornati a guidare la diplomazia globale, con lui al timone.

Dall’altra parte, Vladimir Putin non è da meno. Per il leader russo, sedersi al tavolo con il presidente degli Stati Uniti significa riaffermare la centralità di Mosca sullo scacchiere internazionale. Notizie delle ultime ore, riportate da media come Tass, suggeriscono che il Cremlino vede questo vertice come un’occasione per riposizionare Putin come interlocutore di serie A, al pari del capo della più grande potenza mondiale. Dopo anni di sanzioni e di parziale isolamento diplomatico a causa del conflitto ucraino, iniziato nel 2022, per Putin questo incontro è un modo per dimostrare, sia al pubblico interno che agli alleati come Cina e India, che la Russia è al centro di tutti i giochi. Il dialogo con Trump, in altre parole, è un biglietto per la ribalta geopolitica.

Ma c’è un altro aspetto che rende questo vertice un evento unico: la competizione per ospitarlo. Diversi Paesi si sono fatti avanti, consapevoli che essere la sede di un incontro tra i due leader significa guadagnare visibilità e prestigio. Secondo quanto riferito da fonti internazionali, Svizzera, Turchia e Emirati Arabi Uniti sono tra i favoriti. La Svizzera, con la sua tradizione di neutralità e la sua esperienza nell’ospitare summit di alto livello, è una candidata naturale. La Turchia, che ha mantenuto un delicato equilibrio tra Nato e Russia, si propone come ponte tra Occidente e Mosca, come dimostrato dal ruolo di Ankara nei negoziati per il grano ucraino. Gli Emirati, invece, puntano sulla loro crescente influenza diplomatica nel Medio Oriente e sulla capacità di offrire un ambiente discreto e lussuoso. Anche l’India è stata menzionata come possibile outsider, grazie ai suoi rapporti cordiali con entrambe le potenze. Questa gara riflette l’importanza simbolica dell’evento: ospitare Trump e Putin significa entrare nella storia.

Tuttavia, non dobbiamo illuderci. Il fatto che i due leader si parlino non significa che la pace in Ucraina sia dietro l’angolo. La crisi, che dura ormai da oltre tre anni, è un groviglio di interessi contrastanti. Gli Stati Uniti, come riportato dal New York Times, continuano a sostenere Kyiv con aiuti militari, ma Trump ha più volte espresso frustrazione per l’impegno americano, promettendo ai suoi elettori una riduzione dei costi. Putin, invece, non sembra intenzionato a fare concessioni significative, come il ritiro delle truppe, senza garanzie su questioni come la neutralità ucraina o il riconoscimento delle annessioni territoriali. Notizie recenti, pubblicate da Al Jazeera, indicano che l’Ucraina non è stata coinvolta nella pianificazione del vertice, il che solleva dubbi sulla possibilità di progressi concreti. Kyiv teme che qualsiasi intesa preliminare possa essere percepita come una vittoria per Mosca.

Il vertice, dunque, sarà soprattutto un esercizio di comunicazione. Trump e Putin useranno l’incontro per parlare ai rispettivi pubblici e al mondo, dimostrando che il dialogo è possibile. Ma le distanze tra le loro posizioni restano enormi, e la strada verso una soluzione della crisi ucraina è ancora lunga.

Un vertice per parlare al mondo. L'incontro Trump-Putin visto da Arditti

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