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A quasi novant’anni dalla prima edizione, L’autonomia amministrativa ed economica delle Assemblee legislative di Carlo Finzi, integerrimo e colto funzionario della Camera dei Deputati trucidato dai nazisti nel 1943 a Auschwitz – Birkenau con la sua intera famiglia, è un testo ancora attualissimo che meritava da tempo d’essere riportato alla luce. Adesso, finalmente, per iniziativa della Camera dei Deputati, questo importante testo ritorna alla luce in una nuova edizione.

Quando, nel 1934, Carlo Finzi consegna alla stampa L’autonomia amministrativa ed economica delle Assemblee legislative, nella prefazione, molto umilmente, scrive: “l’autore non presume di aver fatto del tema una trattazione completa ed immune da mende. Ma nell’iniziare questo studio mosso soltanto da un sentimento di devozione per l’Istituto al quale per molti anni ormai ho l’onore di prestare l’opera propria, e confida che nell’apprezzarne i risultati si vorranno tener presenti la novità del tentativo e la difficoltà dell’argomento”. Ma, in realtà, questo lavoro di Carlo Finzi è molto di più di un semplice “tentativo”, perché, nei fatti, ha attraversato il tempo dando prova di essere uno studio scientificamente solido e molto ben riuscito, al punto che ancora oggi si può considerare insuperato: ogni ragionamento su questa complessa materia non può, per molti aspetti, esimersi dal fare riferimento a questo testo del 1934.

Il libro di Carlo Finzi, che si fonda su una vasta dottrina e considerazioni storico-giuridiche comparative, non deve essere considerato solo come un trattato squisitamente tecnico-giuridico. A ben vedere, nel contesto illiberale ed antiparlamentare dell’epoca fascista, il suo scritto suona come una difesa del Parlamento da ogni prevaricazione di soggetti istituzionali esterni. Probabilmente il lavoro di Carlo Finzi fu, in quel momento, considerato dalla censura fascista solo come un innocuo studio specialistico di uno stimatissimo alto funzionario del Parlamento, esclusivamente diretto ad una stretta cerchia di esperti e, dunque, innocuo ed editabile dalla tipografia della Camera.

È evidente, invece, che il suo punto di vista scientifico strettamente giuridico-costituzionale riposa su quel “sentimento di devozione per l’Istituto” che egli intende difendere da iniziative illiberali, che avrebbero potuto comprimere ulteriormente un Parlamento già ampiamente colpito con l’avvento della dittatura mussoliniana. Il suo è un isolato tentativo intellettuale di arginamento del totalitarismo realizzato con l’unico mezzo che gli era possibile, quello della Forza del pensiero giuridico.

Carlo Finzi è di formazione liberale. Tutto il suo ragionamento ha l’incipit nei principi giuridici dello stato liberale e si adopera per salvaguardare il Parlamento, entro i limiti di quello che può fare uno studioso di diritto parlamentare.  Egli fonda il suo studio sul principio incontestabile in base al quale il funzionamento e il comportamento di un’Assemblea legislativa senza pieno godimento di un’adeguata autonomia amministrativa ed economica sarebbe pericolosamente esposta all’arbitrio di altri soggetti istituzionali esterni, in particolare il potere legislativo potrebbe essere condizionato o, addirittura, dominato dal potere esecutivo o dal potere giudiziario. Verrebbe così compromessa la divisione dei poteri su cui si fonda lo stato liberale.

Si deve osservare che, in questo quadro, come elemento necessario per affermare l’indipendenza delle Assemblee parlamentari, Carlo Finzi  individua, per la prima volta, la condizione giuridica dei funzionari parlamentari,  che definisce “impiegati di Stato o dello Stato” con la peculiare “qualità […] di fiduciari dell’Assemblea, e più specialmente dell’Ufficio di Presidenza”.

L’autonomia amministrativa ed economica delle Assemblee legislative di Carlo Finzi è un’opera che fa riflettere sulla centralità di un organo centrale qual è il Parlamento in uno Stato democratico, mettendo in evidenza molte questioni fondamentali, tra cui quello di un Regolamento efficace per lo svolgimento della vita parlamentare, questione oggi assolutamente attuale.

Con questa nuova edizione dell’opera di Carlo Finzi, la Camera dei Deputati, nel Giorno della Memoria, onora un suo prestigioso funzionario, un leale servitore dello Stato, una vittima delle atrocità nazifasciste e, nello stesso tempo, offre un importante strumento di riflessione, che ogni funzionario della pubblica amministrazione dovrebbe conoscere.

 

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Con questa nuova edizione dell’opera di Carlo Finzi, la Camera dei Deputati, nel Giorno della Memoria, onora un suo prestigioso funzionario, un leale servitore dello Stato, una vittima delle atrocità nazifasciste. L’intervento di Gregorio Fontana, già deputato questore della Camera dei deputati

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