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L’inverno da qualche parte è già arrivato e la colonnina di mercurio scende progressivamente. Il generale inverno sarà uno dei protagonisti non solo del conflitto, ma della vita in Ucraina. Ed è per questo che l’associazione Eskenosen ha avviato una campagna per raccogliere non solo fondi, ma stufe a legna, generatori di corrente, gruppi elettrogeni e materiali per falegnameria. Destinazione Kharkiv. Di questa iniziativa si è fatto promotore, tra gli altri, Mauro Magatti saggista e docente della Cattolica che, oltre a spiegare la ratio dell’iniziativa prova a fare qualche proiezione sugli esiti del conflitto ingaggiato dalla Russia.

L’associazione Eskelosen da tempo si prodiga per portare aiuti al popolo Ucraino. Come mai, questa volta, la concentrazione si è focalizzata su Kharkiv?

Essenzialmente dipende dagli sviluppi che ha assunto il conflitto. A Kharkiv ci sono stati, recentemente, violenti bombardamenti che hanno creato grossissimi problemi per gli approvvigionamenti di acqua e gas. Quello delle basse temperature è un problema che pochi si pongono, ma là è una questione seria.

Per cui state raccogliendo adesioni per inviare stufe e altro materiale. 

Sì, oltre agli invii di stufe e generatori stiamo cercando aziende produttrici o distributrici di questi materiali, perché siamo in grado di organizzare spedizioni mirate tramite canali che garantiscono l’arrivo a destinazione. L’importante, comunque, è che si faccia in fretta: l’auspicio è di mandare più aiuti possibili entro Natale.

Come prevede che si snoderà il conflitto in Ucraina, anche in vista dell’inverno?

Prevedo mesi di stallo dal punto di vista strettamente militare. Un congelamento che non dipenderà solamente dalle temperature, durante il quale gli ucraini cercheranno di recuperare terreno in attesa della primavera. Questa pausa potrebbe favorire una trattativa dal punto di vista diplomatico. Chiaramente la direzione da perseguire è in favore dell’invaso, benché sconfiggere radicalmente la Russia sia un’utopia.

E’ ragionevole pensare che un tentativo di mediazione sia perseguito dalla Cina?

E’ probabile, tanto più che i cinesi – tra i primi – hanno capito che al di là della questione locale (Ucraina), lo scopo di Putin è quello di scompaginare gli equilibri geopolitici mondiali. Dunque è possibile che la Cina si muova come mediatore, ma è chiaro che non lo farebbe senza un riscontro.

Di che genere?

Come minimo la Cina vorrà essere riconosciuta come una superpotenza internazionale, intestandosi un ruolo di primo attore anche negli equilibri occidentali. Questo fatto romperebbe un meccanismo ultra trentennale.

Metterebbe in discussione la leadership degli Usa. 

Esattamente. Gli Stati Uniti, per la prima volta dalla caduta del muro di Berlino, defletterebbero e lascerebbero terreno – in un conflitto europeo – a una superpotenza come la Cina. Un fatto difficilmente digeribile per gli americani e che cambierebbe profondamente la morfologia degli equilibri che fino a oggi abbiamo conosciuto, anche in virtù del processo di globalizzazione.

La raccolta di stufe per Kharkiv e il ruolo cinese. La visione di Magatti

Il sociologo: “A Kharkiv ci sono stati, recentemente, violenti bombardamenti che hanno creato grossissimi problemi per gli approvvigionamenti di acqua e gas, per questo abbiamo pensato di spedire stufe e generatori elettrici”. Sugli sviluppi del conflitto: “La Cina, se creerà le condizioni per la mediazione, vorrà essere riconosciuta come una superpotenza internazionale, intestandosi un ruolo di primo attore anche negli equilibri occidentali”

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