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Durante il mese di settembre il numero di articoli riguardanti Giorgia Meloni e il tema dell’aborto sono raddoppiati: da circa 90 a oltre 200 al giorno. Da quando l’esito delle elezioni dello scorso 25 settembre ha indicato in Meloni la donna scelta dagli italiani per guidare il Paese, il tema dell’aborto e della posizione a riguardo della leader di Fratelli d’Italia sono tornati prepotentemente a occupare le pagine (cartacee o web) dei giornali. Lo rivela l’ultima analisi di Volocom, società leader nel Monitoraggio dei Media e nella News Intelligence.

Per intenderci, chi avesse sfogliato i giornali lo scorso 10 settembre, avrebbe trovato 15 notizie sull’interruzione di gravidanza, contro le 297 del 27 settembre. Nei primi 10 giorni del mese gli articoli sono stati 377, un numero che sale a 1.329 (+252%) nella seconda decina di giorni, fino ad arrivare al 29 settembre a 1.434 (+8%).

Se la poca enfasi data all’argomento sulla stampa a inizio mese trova spiegazione nel silenzio elettorale, è interessante notare che anche il dibattito sui social segue lo stesso trend. Dai circa 50 post al giorno della prima metà di settembre si arriva al picco di 529 post toccato giovedì 29 settembre. Insomma, i dati sembrano suggerire che l’aborto sia un tema generalmente considerato nel dibattito pubblico, ma che quest’ultimo tenda ad accendersi solo quando è alimentato dalle notizie di attualità. Ecco perché, anche sui social, gli account che hanno generato più interazioni sull’argomento sono quelli di note testate giornalistiche (Repubblica, FanPage o The Vision, per citarne alcune) o di pagine dedicate all’attualità come il canale YouTube Breaking Italy e il canale Instagram Freeda.

News e reazioni social, quando si tratta di politica e diritti, sono mondi che si intrecciano e si influenzano. Con delle differenze, però: se nei testi dei principali articoli di stampa e web prevale il racconto equilibrato delle varie posizioni in campo, sui social sono più diffuse le opinioni di dissenso nei confronti di Giorgia Meloni per le sue posizioni sull’interruzione di gravidanza. Ecco perché alle parole “Meloni” e “aborto” è associato un sentiment prevalentemente negativo (70%), espresso principalmente da utenti di sesso femminile (53%), più chiamate in causa rispetto ai maschi (47%).

Trattandosi di un tema fortemente legato alla politica, sono Facebook (3.790 post da inizio settembre) e Twitter (259 tweet) i social su cui si parla di più di aborto, mentre su Instagram il dibattito è molto meno acceso., con solo 100 post con riferimenti a Giorgia Meloni e all’aborto.

L’analisi di Volocom evidenzia come sui giornali le parole più rilevanti siano tutte legate ai grandi argomenti legati all’aborto: “maternità”, “medici obiettori”, “interruzione volontaria”, “autodeterminazione”, “diritti civili”. Diversamente, sui social prevalgono hashtag e slogan di movimenti e iniziative volte a tutelare maggiormente il diritto all’aborto, come #dallapartegiusta, #nonunadimeno, #moltopiudi194 fino al “tranchant” #notmypresident di chi non si riconosce nelle idee del futuro Presidente del Consiglio.

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