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Gli ospedali cinesi sarebbero colmi oltre il limite di pazienti Covid, da quando sono state rimosse le restrizioni nella Repubblica Popolare, secondo quanto riporta in un tweet l’epidemiologo e giornalista del New York Times Eric Feigl-Ding. L’approccio governativo a questo punto sarebbe quello di lasciare che “chi deve morire muoia. Infezioni precoci, decessi precoci, picco infettivo precoce, rapida ripresa della produzione”. Secondo l’esperto, il tempo necessario perché il numero di infetti raddoppi non è più nell’ordine dei giorni, ma in quello di ore. Questo dato dovrebbe preoccupare, perché è molto difficile effettuare tamponi in così poco tempo e questo rende impossibile calcolare con una qualche efficacia la velocità con cui la malattia si diffonde.

Anche il resto del mondo dovrebbe preoccuparsi. Se la Cina distrae risorse destinate all’export verso il consumo interno dobbiamo aspettarci carenze di beni di vario genere, dalle mascherine ai farmaci, ai sistemi di ventilazione artificiale. Insomma, lo scenario di tre anni fa per quanto riguarda le catene di approvvigionamento.

La situazione epidemica del Paese è scarsamente conosciuta all’esterno, ma un’inchiesta riportata da Ding sottolinea come i numeri di funerali siano recentemente esplosi. Ad esempio, i forni crematori a Pechino starebbero lavorando senza pause e avrebbero un gran bisogno di celle frigorifere, con circa duemila cadaveri in attesa di essere cremati. La situazione all’ospedale di Hong Kong ricorda parecchio le tristi immagini della primavera 2020 in Europa, con le corsie piene di cadaveri sulle barelle.

Come prosegue la campagna vaccinale nella Repubblica Popolare? La fascia di popolazione più anziana, la più vulnerabile, è quella più reticente alla somministrazione. Inoltre, per le nuove sotto-varianti di Omicron potrebbero non essere sufficienti tre dosi. Questo si aggiunge alle scarse performance del vaccino cinese CoronaVac. Le aziende farmaceutiche cinesi stanno lanciando un nuovo vaccino, questo da assumere per via nasale, che avrebbe in teoria un’ efficacia maggiore. Anche Washington University e Yale, negli Stati Uniti, hanno sviluppato un prototipo simile, ma non ci sarebbero fondi sufficienti per la sperimentazione.

Diversi studi hanno recentemente modellato proiezioni sul numero di decessi in uno scenario di non intervento, e i risultati sono impressionanti: la Cina potrebbe raggiungere il numero record di 2,1 milioni di morti se non verranno reintrodotte restrizioni. In realtà il governo cinese non ha eliminato tutti i limiti, ma solo quelli più severi.

Insomma, secondo l’epidemiologo, la pandemia da Covid-19 non è un brutto ricordo che ci siamo lasciati alle spalle, ma qualcosa di cui vedremo una nuova ondata nel 2023, forte come le precedenti.

Boom di casi (nascosti) in Cina, come tre anni fa. E il resto del mondo...

Il governo della Repubblica Popolare ha rimosso le restrizioni più severe abbandonando la politica “zero Covid”. Per alcuni un sollievo, ma il sistema sanitario è al collasso e si preannuncia una nuova ondata epidemica che sfiderà nuovamente le capacità del mondo di assorbirla efficacemente. Soprattutto se Pechino fa nuovamente incetta di materiale sanitario

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