Skip to main content

Cedere sul riscatto rischia di “incoraggiare i criminali a estorcere direttamente i nostri clienti, e c’è una forte possibilità che pagare metta in pericolo altre persone rendendo l’Australia un bersaglio più grande”. A parlare così all’Australian Financial Review è David Koczkar, che dopo molte critiche ha ammesso le difficoltà di Medibank, la società di cui è amministratore delegato, uno dei maggiori fornitori di assicurazioni sanitarie private d’Australia, recentemente vittima di un pesante attacco hacker che ha colpito i dati di 9,7 milioni di clienti.

Dopo quasi quattro settimane, la società ha ammesso il furto dei dati precedentemente escluso. “Stiamo operando sulla base del fatto che, poiché non ci si può fidare dei criminali, tutti i dati sono stati rubati e questo ci aiuterà a fornire la migliore protezione ai nostri clienti e a contattarli in base alle loro circostanze individuali”, ha dichiarato Koczkar spiegando che il problema è stato un furto di password rubata e non l’inadeguatezza dei sistemi.

L’Australia è uno dei Paesi che la scorsa settimana hanno partecipato al secondo vertice internazionale della Counter Ransomware Initiative ospitato alla Casa Bianca. Con questa iniziativa, l’amministrazione Biden “sta intraprendendo azioni concrete con i nostri partner internazionali per proteggere i nostri cittadini e le nostre imprese dai criminali informatici”, si legge in una nota diffusa dalla Casa Bianca dopo l’incontro. In un briefing con la stampa prima dell’appuntamento, un alto funzionario della Casa Bianca ha spiegato: “Non si tratta tanto della Russia quanto di come noi, come insieme di Paesi, rendiamo più difficile, più costoso e più rischioso il lavoro degli attori del ransomware”. Tra le iniziative della Counter Ransomware Initiative c’è una task force internazionale contro il ransomware, presieduta dall’Australia, per coordinare le attività di resilienza, disruption e contrasto alla finanza illecita.

Il summit ha concluso, ha spiegato Roberto Baldoni, direttore generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, “un anno di attività che ha visto l’Agenzia lavorare a stretto contatto con il ministero degli Affari esteri, il ministero dell’Interno e la Polizia postale, oltre che il ministero dell’Economia e delle finanze per definire l’insieme delle iniziative internazionali da mettere in campo per il contrasto alla minaccia ransomware”: l’Agenzia è stata impegnata nel potenziare la resilienza del Paese in merito agli attacchi cyber, la Farnesina nella fondamentale attività di cyber diplomacy a livello internazionale, le strutture del Mef impegnate nel contrastare la capacità di trarre profitto dalle azioni malevoli, anche sfruttando pagamenti in criptovaluta, e la Polizia postale guidata da Ivano Gabrielli nelle iniziative di disruption dei gruppi criminali.

L’ammissione di Koczkar è a suo modo storica e racconta come siano sempre di più le aziende che dichiarano pubblicamente il loro no al pagamento di riscatti.

Tra i sostenitori della necessità di un dibattito su questo tema anche l’avvocato Stefano Mele, partner e responsabile della cybersecurity dello Studio Gianni&Origoni. Oggi a Formiche.net dichiara: “Si deve inserire nel Codice penale una normale che vieti esplicitamente il pagamento del riscatto derivante da attività estorsive online, ovvero il ransomware”. Non si può procedere come si fa per i sequestri di persona? No, poiché “è impossibile bloccare i beni dell’azienda o della Pubblica amministrazione ricattata, trattandosi di valute digitali”, spiega. “Si dovrebbe prevedere che il pagamento possa avvenire soltanto su autorizzazione della Presidenza del Consiglio dei ministri, sentita l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale e il ministero dell’Interno. Inoltre, mutuando ciò che già oggi è previsto in specifici casi per la violazione del Perimetro di sicurezza nazionale cibernetica, si potrebbe prevedere che il pagamento del riscatto senza la preventiva autorizzazione della Presidenza del Consiglio dei ministri comporti, per il soggetto che assume la decisione, la sanzione amministrativa accessoria dell’incapacità ad assumere incarichi di direzione, amministrazione e controllo nelle persone giuridiche e nelle imprese per un periodo di tre anni a decorrere dalla data di accertamento della violazione”, conclude.

Il riscatto non si paga. Lezione australiana sul ransomware

L’amministratore delegato di Medibank, colosso delle assicurazioni sanitarie, ammette che la società è stata attaccata. Violati i dati di quasi 10 milioni di clienti. No alle richieste estorsive: cedere incoraggerebbe gli aggressori. Secondo l’avvocato Mele il governo italiano dovrebbe vietare i pagamenti aggiungendo una norma al Codice penale

Elon Musk (via Twitter)

Musk porta il suo cerchio magico in Twitter. Ecco chi lo compone

Dall’avvocato che lo ha difeso durante la causa per l’acquisizione, al wealth manager che ne amministra la fortuna personale, all’ex collega di PayPal. Elon Musk ha piazzato ai vertici di Twitter un circolo di accoliti di cui si fida. E che ora devono convincere i vari attori coinvolti a non preoccuparsi eccessivamente

Roma e Il Cairo devono fare asse sull'energia. L'analisi di Melcangi

“Rafforzare maggiormente questa partnership significa per l’Italia diventare hub energetico per la diffusione verso l’Europa. Senza dubbio l’Egitto può essere un partner affidabile per sostenere questo obiettivo che Roma si pone oggi davanti alla sfida energetica che viene lanciata dalla crisi in Ucraina”. Conversazione con Alessia Melcangi, professoressa associata al Disse della Sapienza e ricercatrice per Atlantic Council e Ispi

Oltre la civiltà occidentale per una pace duratura tra i popoli. L'opinione di Chiapello

Di Giancarlo Chiapello

Papa Francesco unico leader con una visione definita e una linea chiara per la pace, che, come da lui affermato, non può essere un intervallo tra le guerre: è evidente che la civiltà vera può giocare un ruolo per aprire, insieme a figure europee di provata autorevolezza, un vero negoziato per arrivare alla conferenza di pace. L’intervento di Giancarlo Chiapello, segretaria nazionale Popolari/Italia Popolare

Così ho raccontato la Chiesa di Francesco. Parla Milone (Rai Vaticano)

Di Pino Nano

Massimo Enrico Milone lascia la Rai dopo 43 anni, per dieci alla guida di Rai Vaticano. Dalla nascita della Terza Rete all’informazione religiosa, la centralità del servizio pubblico radiotelevisivo raccontata nell’intervista firmata da Pino Nano per la rivista cartacea Armonia di Rai Senior, in uscita nei prossimi giorni

Le energie mentali che servono al Paese. Cominciamo dai giovanissimi

I dati sulla salute psichica dei nostri ragazzi sono allarmanti: ansia e depressione sono in crescita da ben prima della pandemia. Sostenerli è urgente, perché da loro dipendono il nostro futuro e la capacità di affrontare i cambiamenti. In altre parole, il benessere della comunità. Il 2 dicembre alla Convention della Fondazione Guido Carli si discuterà di energie in senso lato, della “follia buona” che serve al cambiamento. L’intervento di Romana Liuzzo, presidente della Fondazione Guido Carli

Primo incontro Meloni-Sunak. Tutti i dossier tra Italia e Regno Unito

Il presidente del Consiglio ha incontrato il premier britannico a margine della Cop27 in Egitto. Il rapporto tra i neo-capi di governo è tutto da costruire (si parte dal sostegno all’Ucraina) e ha come obiettivo un accordo bilaterale in ballo da tempo ormai

Entrando nel merito. La riflessione di Vincenzo Salvatore

Di Vincenzo Salvatore

Come possono le università adempiere al dettato costituzionale che così chiaramente assegna allo Stato il compito di offrire possibilità è supporto agli individui meritevoli, ma privi di messi. L’intervento di Vincenzo Salvatore, presidente della Conferenza dei Collegi Universitari di merito

Guida alle elezioni di metà mandato, seggio per seggio

Alla vigilia del voto, una mappa elettorale per capire quali seggi sono in ballo per il controllo della Camera e del Senato americani. Dal risultato di domani dipenderà l’agibilità dell’Amministrazione Biden nei prossimi anni, e gli effetti avranno un riverbero anche sulla corsa alle presidenziali 2024

Rave party, tra pericolo e libertà garantite. L'analisi del prof. Corbino

Di Alessandro Corbino

Che le nostre democrazie contemporanee (e quella italiana con le altre) attraversino un momento difficile che induce molti a invocare uno sforzo riformatore “ordinante”, mi sembra un dato indiscutibile. Che la risposta al disordine e alla difficoltà di raggiungere con tempestività le decisioni necessarie possa essere una stretta “autoritaria”, quale nei fatti la norma introduce, è però assolutamente da respingere. L’analisi di Alessandro Corbino, già professore ordinario di Diritto romano all’Università di Catania

×

Iscriviti alla newsletter