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L’aumento senza precedenti dei prezzi dei generi alimentari e dell’energia dopo lo scoppio della guerra russa in Ucraina lo scorso febbraio ha prodotto un sentimento di insicurezza alimentare tra la maggioranza della popolazione di Egitto, Turchia, Yemen, Tunisia e Iraq. È questo il risultato preoccupante di un sondaggio Al-Monitor/Premise, che pone l’accento su una condizione che rischia di cronicizzarsi nei prossimi mesi e aumentare l’insoddisfazione interna, col rischio d’innesco di dinamiche di destabilizzazione — che non sarebbero uniche, visto che già nel 2011 le rivolte delle Primavere Arabe trovarono come causa scatenante l’aumento dei prezzi dei generi alimentari.

Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, Fao, nel 2022 i prezzi dei prodotti alimentari a livello mondiale sono aumentati del 14,3% rispetto al 2021, segnando l’incremento più alto mai registrato dal 1990.

Il sondaggio condotto da Al-Monitor in collaborazione con la società di analisi e dati Premise Data tra il 15 dicembre 2022 e il 10 gennaio 2023, rivela che la maggior parte degli intervistati (62%) dichiara di essere stata finora in grado di reperire i beni alimentari di cui ha bisogno, ma cresce la preoccupazione se ciò avverrà nelle settimane e nei mesi a venire. Il 41% ha dichiarato di essere un po’ preoccupato e il 27% di essere molto preoccupato per la capacità della propria famiglia di accedere ai generi alimentari nei prossimi sei mesi.

Tra i cinque Paesi oggetto dell’indagine, la situazione sembra particolarmente accentuata in Turchia, dove il 75% si dichiara un po’ preoccupato (44%) e molto preoccupato (31%), seguita dalla Tunisia (73%). Ad Ankara, a maggio, il presidente storico Recep Tayyp Erdogan andrà incontro a un voto, a maggio, che segnerà la sua eredità politica. In Tunisia, la crisi socio-economica porterà l’iper-presidente Kais Saied a stringere su misure di austerity (per accedere agli aiuti del Fondo monetario internazionale) che potrebbero portare a tagli dei sussidi e tensioni sociali.

Alla domanda sul costo di cibo e bevande nelle ultime settimane rispetto al mese precedente, la maggioranza degli intervistati ha dichiarato che i prezzi sono aumentati, con il 46% che ha detto che sono molto più alti e il 36% che sono leggermente più alti. In Egitto, circa il 70% degli intervistati ha dichiarato che i prezzi erano molto più alti, mentre il 25% ha detto che erano leggermente più alti. Anche al Cairo la situazione è delicata: Abdel Fattah al Sisi guida un Paese che è un gigante demografico tra Nordafrica, mondo arabo e Mediterraneo, ma ha piedi piantati in un’argilla economica instabile, soggetta a cedimenti più che a consolidazioni.

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