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Mosca chiama, Dubai risponde. Arriva dagli Emirati lo strano soccorso alla Russia, stretta nella morsa delle sanzioni occidentali da una parte e di un debito sovrano sempre più traballante dall’altra. Tutto parte dalla Svizzera, per decenni eldorado del commercio di materie prime russe. La Confederazione, prima dello scoppio della guerra, ospitava infatti il grosso degli intermediari che mettevano in contatto le grandi imprese russe del petrolio, dell’acciaio, dei diamanti, con gli acquirenti di tutto il mondo.

Ma ora il meccanismo sembra essersi inceppato, con un progressivo spostamento del baricentro verso il Golfo Persico. Un esempio su tutti. I tre maggiori produttori di petrolio della Russia stanno valutando Dubai, capitale finanziaria degli Emirati, per le operazioni commerciali e molte altre aziende si sono già trasferite lì. Per la Svizzera, che sulle sanzioni si è allineata all’Ue, si tratterebbe una sorta di esodo, dal momento che è inevitabile che gli intermediari seguano i produttori di materie prime.

“Il commercio andrà avanti”, ha affermato Wouter Jacobs, direttore dell’Erasmus Commodity&Trade Center presso l’Università Erasmus di Rotterdam. “Le giurisdizioni mediorientali e orientali acquisiranno importanza rispetto alla situazione piuttosto eurocentrica del settore delle materie prime russe fino ad ora”. D’altronde, le sanzioni progressivamente restrittive imposte a Mosca dall’Occidente hanno reso difficile il commercio per le aziende statali del Cremlino. Senza considerare che le compagnie di navigazione e di trasporto aereo, come Aeroflot, stanno interrompendo i loro servizi.

La connection con il Golfo, però, non si ferma alle commodities. Nelle settimane immediatamente successive all’invasione russa dell’Ucraina, c’è stato un aumento esponenziale dei voli Mosca-Dubai. Addirittura, il numero di proprietari immobiliari in loco russi è raddoppiato nel 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021. Per Morgan’s Realty, l’aumento degli acquirenti russi nel periodo da gennaio a giugno 2022 rispetto a gennaio a giugno 2021 è stato del 180%.

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