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Nel giorno di Natale dell’anno scorso, il 25 dicembre 2024, la petroliera Eagle S, considerata una di quelle della “flotta ombra” con cui la Russia sta cercando di eludere le sanzioni, ha trascinato la propria ancora sui fondali del Golfo di Finlandia, danneggiando il cavo Estlink2, un’arteria vitale per lo scambio di energia tra Finlandia ed Estonia. A distanza di mesi, l’operatore di rete finlandese Fingrid ha reso noto il conto per riparare i danni: tra i 50 e i 60 milioni di euro. Senza contare gli impatti del sabotaggio sulla popolazione, che vanno dall’aumento dei costi dell’elettricità (le reti elettriche di entrambi i Paesi sono rimaste fortunatamente stabili grazie alla capacità di riserva disponibile) all’impatto psicologico di quello che può essere considerato a tutti gli effetti un attacco nel contesto di una guerra ibrida. Nello stesso incidente erano stati danneggiati anche alcuni cavi per le comunicazioni.

A metà maggio un’apposita nave da riparazione ha fatto rotta verso il tratto danneggiato, non distante dalle coste estoni. “Il traffico marittimo ha complicato le operazioni, ma le condizioni meteo sono state favorevoli finora”, ha dichiarato Kimmo Nepola, responsabile delle attività sui cavi sottomarini di Fingrid. L’intervento comporta la sostituzione di circa un chilometro di cavo, che pesa 80 chilogrammi per metro. Il tratto vecchio verrà accorciato e unito a un cavo di riserva mediante una sezione di 15–20 metri assemblata manualmente, operazione che richiede grande precisione e tempi lunghi. Anche le attrezzature di bordo devono essere rinforzate per gestire il peso e le sollecitazioni durante il lavoro subacqueo.

Fingrid conta di riattivare la trasmissione elettrica entro metà luglio, pur specificando che il cronoprogramma definitivo dipenderà dai progressi in mare e sarà aggiornato nel corso di giugno. Nel preventivo non sono inclusi i costi legati alle perdite per l’elettricità non trasmessa in questi mesi. Il cavo riparato dovrebbe garantire una vita utile di 40 anni.

Sul fronte giudiziario, il National Bureau of Investigation (KRP) finlandese ha quasi concluso l’inchiesta sul danno. Risto Lohi, ispettore capo, ha confermato che tre membri dell’equipaggio della Eagle S sono accusati di sabotaggio aggravato e interferenza con le comunicazioni, mentre altri sei sospetti sono stati archiviati nel corso delle indagini. La petroliera, sequestrata durante le indagini, ha lasciato le acque finlandesi in marzo ed è stata inserita nell’ultimo pacchetto di sanzioni dell’Unione europea come nave della “flotta ombra” russa.

Ma l’incidente ha riacceso il dibattito sull’importanza di proteggere le infrastrutture sottomarine. Secondo Nepola, servono “cooperazione più stretta tra autorità, sistemi di monitoraggio avanzati e protocolli di intervento più rapidi”.

Ecco quanto costano i sabotaggi russi dei cavi sottomarini

L’Estlink2, che connette le reti elettriche di Finlandia ed Estonia, è stato danneggiato a Natale dalla petroliera Eagle S legata alla “flotta ombra” russa. I costi di riparazione oscillano tra i 50 e i 60 milioni di euro. Senza contare gli impatti sulla popolazione

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