Skip to main content

Il mondo è uscito dagli schemi che ci avevano accompagnato per secoli. Tutti vogliono far sentire la propria voce mentre nessuno può stabilire delle regole. Una grande rappresentatività, quindi, ma poca “governance”. I governi devono modificare atteggiamenti storici in un ciclo di azioni e reazioni difficile da armonizzare e tanto meno governare. Un’altra annotazione è che non vi possono essere decisioni economiche senza un’interazione con la geopolitica. L’energia è uscita in primo piano come non mai.

Grande complessità come anche opportunità. Viviamo queste difficoltà strutturali connesse a quelle dell’ambiente; l’altra faccia della medaglia è che, nei grandi numeri, diminuisce la povertà, aumenta la prospettiva di vita, vi è un accesso alla conoscenza e all’informazione senza precedenti.

Come è naturale, si provocano facilmente fraintendimenti e letture divergenti della realtà. Dobbiamo comunque fare i conti con tutto questo, cercando un equilibrio che assicuri una ragionevole convivenza.

Diversamente dall’Occidente la Federazione Russa, considera ancora il territorio un elemento centrale della nazione, esalta i valori tradizionali interpretati dal potere politico, e considera legittimo l’uso dello strumento militare per affermare la potenza nazionale.

Mentre scriviamo la nostra sfida principale è la guerra in Europa. Sulle sue origini si sono scritti fiumi di inchiostro mentre la via di uscita rimane incerta, come del resto quello che ne seguirà.

Nel fondo questa crisi riflette la caduta di un impero e la difficoltà ad accettarlo. Nel dicembre 1991 si sciolse l’Unione Sovietica, stretta fra crisi economica e fallimento politico; non dimentichiamo che il comunismo sovietico aveva un’ambizione mondiale e che da un paese ne sono sorti ben 15!

La trasformazione in una democrazia e in un’economia di mercato si sono rivelati traguardi troppo difficili e le cose non sono andate nel verso giusto.

Dopo il decennio di Eltsin in cui vari scenari alternativi si affacciavano, l’avvento al potere di Putin ha finito per essere regressivo, con un richiamo al grande passato come unico riferimento. In conclusione sognando un ritorno al ruolo di grande potenza mondiale.

In questo è invitabile che i nuovi Stati indipendenti debbano accettare il ruolo di vassalli, come è il caso della Bielorussia. Nel Caucaso e in Asia centrale i contorni sono più sfumati, ma si tratta di realtà più periferiche.

L’Ucraina è altra cosa. Un grande territorio, 50 milioni di abitanti con una storia legata a quella della Russia. Alla fine Mosca non ha accettato che cercasse una sua strada indipendente, guardando verso Occidente e cercando prosperità in questa direzione. Se invece si fosse coltivata la fratellanza le cose potevano andare diversamente, ma questo non è nello spirito del Cremlino.

Naturalmente il mondo non si ferma qui. Al contrario. Siamo otto miliardi di persone a condividere un pianeta sottoposto a pressioni ambientali enormi. L’Asia si sta affermando come il continente di domani, dove vive la maggioranza della popolazione mondiale e lo sviluppo economico è stato più veloce. La Cina si avvicina a un miliardo e mezzo di abitanti e sta per essere superata dall’India.

L’Europa dove si trova in tutto questo? Rimane complessivamente la regione più civile con una “governance” imperfetta ma fondamentalmente democratica, con un rispetto dei diritti personali generalmente maggiore che altrove. Però la democrazia parlamentare è ormai molto frammentata; si combattono battaglie impossibili come quella contro l’immigrazione. Infine l’Europa non vuole più assumersi responsabilità dirette nel mondo che comportino un prezzo da pagare.

L’Unione Europea è un progetto straordinario e rimane comunque l’unica condizione possibile per gli europei. Però non ha ancora sviluppato tutte le sue potenzialità.

La potenza militare non sembra oggi essere più nelle sue corde. L’Unione può comunque trovare una sua autentica autonomia strategica nelle alte tecnologie, la sicurezza cibernetica, cercando di essere all’ avanguardia industriale e ambientale, in una visione condivisa.

Il rapporto Europa-Nord America si è mostrato nell’ultimo secolo essere un’accoppiata vincente. L’Alleanza Atlantica, più volte considerata desueta, si trova ad essere più centrale che mai per la sicurezza internazionale. Come dimostra l’adesione di Svezia e Finlandia.

L’Italia, dopo la Seconda guerra mondiale, ha fatto le scelte giuste. Non dimentichiamo che è membro fondatore sia della Nato che dell’Unione Europea, in un mondo frammentato e instabile come quello che vediamo, la politica migliore è cercare di essere al centro di questi processi. Perché al centro?

Perché è in questo modo che i valori e gli interessi che ci stanno più a cuore vengono tutelati. La marginalità, o peggio ancora l’isolamento, ci mettono in evidente minoranza. Quindi è essenziale, usare bene la diplomazia, coltivare alleanze, essere attivi nei fori di discussione.

La sicurezza internazionale e il mondo in cui viviamo. Il ruolo dell'Italia secondo Minuto Rizzo

L’Italia, dopo la Seconda guerra mondiale, ha fatto le scelte giuste. Non dimentichiamo che è membro fondatore sia della Nato che dell’Ue, in un mondo frammentato e instabile come quello che vediamo, la politica migliore è cercare di essere al centro di questi processi. Perché al centro? Perché è in questo modo che i valori e gli interessi che ci stanno più a cuore vengono tutelati. L’analisi di Alessandro Minuto Rizzo, presidente della Nato Defense College Foundation e già vicesegretario della Nato

Strada in salita per l’Ue sulla Capacità di bilancio centrale

Un lavoro a firma di Buti e Messori sulla Capacità di bilancio centrale arriva al momento giusto perché un significativo ruolo internazionale dell’Ue è fondamentale per evitare, nel periodo post-pandemia e post-bellico, la scomparsa del precedente sistema multilaterale e la sua sostituzione con un’opposizione bilaterale tra Usa e Cina

Elogio del vincolo esterno (cui si è giustamente piegata Meloni)

Giorgia Meloni, e con lei il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, si sono in effetti piegati al “vincolo esterno europeo”. Ed è stato un bene per tutti, di sicuro per l’Italia. L’opinione di Andrea Cangini

Premiata la gestione del traffico aereo italiana. Il punto di Isgrò (Enav)

“Un’eccellenza italiana come Enav ha l’obbligo di mantenere sempre i più elevati standard di sicurezza in volo come nelle proprie attività corporate”, così la presidente di Enav, Francesca Isgrò, intervistata da Airpress, ha commentato l’ottenimento della certificazione “Quality assurance review” di Deloitte

La Russia si aggrappa ai mercati. Ma potrebbe essere l'ultima volta

Petrolio e gas non bastano più a garantire le entrate con cui finanziare lo sforzo bellico in Ucraina. E allora il Cremlino torna sul mercato e rastrella 13,6 miliardi di dollari, facendo sold out. Ma il prossimo anno potrebbe essere molto più difficile farsi prestare il denaro dagli investitori

Le tensioni sulla produzione Opec+ e le petroliere che cambiano bandiera

Di Emanuele Rossi e Matteo Turato

La notizia di un aumento della produzione Opec+ è stata subito smentita dai sauditi, ma cela una tensione che dura da mesi. Intanto Grecia, Malta e Cipro lanciano l’allarme sulle proprie petroliere che abbandonano la bandiera europea per preferire ownership extracomunitarie, nel tentativo di proseguire gli affari importando petrolio russo. Le misure dell’Ue e del G7 mirano congiuntamente a stabilire un embargo (quasi) totale e un price cap che interrompano i proventi di cui la Russia ha un bisogno disperato

A lezione di economia per la prima edizione del Premio Bancor

Giovedì 24 novembre la prima edizione del Premio Bancor, istituito con l’obiettivo di individuare quelle personalità di rilevanza internazionale che si sono distinte nel campo dell’economia e del giornalismo economico-finanziario. Il primo premio, istituito dall’Associazione Guido Carli con il patrocinio di Banca Ifis, sarà assegnato a Lord Mervyn King, economista, accademico e banchiere britannico, già governatore della Bank of England, che terrà una lectio magistralis alla presenza di Ignazio Visco e Paolo Savona

 

Vi spiego tutti i rischi dell'autonomia immaginata dalla Lega. Parla Carfagna

“Con il governo Draghi avevamo avviato un lavoro importante, per fare del Mezzogiorno una grande piattaforma logistica nel Mediterraneo: penso agli interventi sulle Zes, sui porti, sui collegamenti, sull’Alta velocità ferroviaria. La nostra sarà un’opposizione senza pregiudiziali. Giudicheremo il governo sui provvedimenti e sui contenuti”. Intervista all’ex ministra del Sud e attuale presidente di Azione, che vuole farne il primo partito d’Italia

Aziende al centro dell'azione climatica. L'evento Regenerative Society alla Cop27

L’Italia è in una posizione ideale per trarre vantaggio dallo sviluppo e dalla maggiore stabilità della regione mediterranea. Sul palco di Sharm sono stati presentati alcuni dei progetti di punta della fondazione, e l’evento ha offerto l’occasione per una riflessione a tutto campo sui nodi e le opportunità della transizione ecologica. Aperto da Noura bint Turki Al-Saud di Aeon Collective, hanno partecipato al dibattito Ariesta Ningrum e Youssef Nassef (Unfccc), Roberta Boscolo (World Metereological Organization), e Andrea Gori (Illuminem)

Intesa sui lanciatori, a bordo anche l’Italia. Il punto di Ranzo

Raggiunta una intesa tra Italia, Francia e Germania per il futuro dei lanciatori europei. È solo una delle novità nel quadro della tanto attesa Conferenza ministeriale dell’Esa, la CM22. “Segnale forte che questo governo crede nel settore spaziale”, è intervenuto Ranzo sul nuovo accordo per i lanciatori europei

×

Iscriviti alla newsletter